La letteratura sui processi di embodiment si è focalizzata quasi esclusivamente sulla dimostrazione dell’esistenza, dell’importanza e della pervasività di questi fenomeni. In trenta anni di ricerca è stato ripetutamente dimostrato che, nel formare valutazioni e giudizi, gli individui utilizzano informazioni provenienti dal corpo. Tuttavia, ancora non sono stati esaminati i fattori che possono moderare i processi embodied. Nel presente contributo proponiamo che la distanza psicologica e il concomitante pensiero astratto possano influenzare i fenomeni di embodiment. Più nello specifico, si ipotizza che i processi di embodiment on-line, cioè quelli che consistono dell’immediato effetto delle informazioni percettive contingenti sulla cognizione, siano promossi dalla bassa distanza psicologica. In contrasto, i processi off-line, cioè quelli che consistono di rappresentazioni motorie/percettive che vengono create in una specifica situazione e riutilizzate in seguito per creare giudizi in un diverso contesto, dovrebbero essere facilitati in condizione di alta distanza psicologica. Per testare questa ipotesi è stato condotto uno studio in cui un fenomeno di embodiment sia nella sua forma on-line che off-line. Più nello specifico, i partecipanti dovevano valutare la difficoltà di esecuzione di una ricetta che era scritta o con un font semplice o con uno difficile. Coerentemente con l’ipotesi è stato trovato che il font influenzava la valutazione di difficoltà solo con alta distanza psicologica nella condizione off-line e con bassa distanza nella condizione on-line. I risultati verranno discussi in termini di condizioni necessarie per l’attuazione dei fenomeni di embodiment.

Dire embodiment è troppo poco: come la distanza psicologica influenza i processi Embodied

SUITNER, CATERINA
2012

Abstract

La letteratura sui processi di embodiment si è focalizzata quasi esclusivamente sulla dimostrazione dell’esistenza, dell’importanza e della pervasività di questi fenomeni. In trenta anni di ricerca è stato ripetutamente dimostrato che, nel formare valutazioni e giudizi, gli individui utilizzano informazioni provenienti dal corpo. Tuttavia, ancora non sono stati esaminati i fattori che possono moderare i processi embodied. Nel presente contributo proponiamo che la distanza psicologica e il concomitante pensiero astratto possano influenzare i fenomeni di embodiment. Più nello specifico, si ipotizza che i processi di embodiment on-line, cioè quelli che consistono dell’immediato effetto delle informazioni percettive contingenti sulla cognizione, siano promossi dalla bassa distanza psicologica. In contrasto, i processi off-line, cioè quelli che consistono di rappresentazioni motorie/percettive che vengono create in una specifica situazione e riutilizzate in seguito per creare giudizi in un diverso contesto, dovrebbero essere facilitati in condizione di alta distanza psicologica. Per testare questa ipotesi è stato condotto uno studio in cui un fenomeno di embodiment sia nella sua forma on-line che off-line. Più nello specifico, i partecipanti dovevano valutare la difficoltà di esecuzione di una ricetta che era scritta o con un font semplice o con uno difficile. Coerentemente con l’ipotesi è stato trovato che il font influenzava la valutazione di difficoltà solo con alta distanza psicologica nella condizione off-line e con bassa distanza nella condizione on-line. I risultati verranno discussi in termini di condizioni necessarie per l’attuazione dei fenomeni di embodiment.
2012
Congresso Nazionale delle sezioni
Congresso AIP delle sezioni
9788897412663
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