Stando ai dati Eurostat l’importazione di astici (Homarus spp), in prevalenza di origine americana, verso l’UE ammontavano a 8811 tonnellate nel 2012. In termini d’importazione l’Italia ha rappresentato quasi il 30% del totale. Attualmente, da parte dell’opinione pubblica, la problematica del benessere dei crostacei è particolarmente sentita. Nell’ambito di questa problematica, nella primavera del 2013, è stata condotta una prova di stabulazione di astici americani (Homarus americanus) al fine di valutare alcuni indici di benessere utili per un corretto mantenimento in ambiente confinato. È stata effettuata un’indagine sanitaria per valutare il rischio d’introduzione di agenti patogeni esotici per le popolazioni di crostacei autoctoni e potenzialmente trasmissibili al consumatore. Dopo un’indagine preliminare conoscitiva degli impianti di stabulazione presso diversi gruppi del settore della Grande Distribuzione Organizzata, sono stati scelti i parametri fisico chimici dell’acqua, densità e tecnologie da addottare nella prova sperimentale. 42 astici americani (H. americanus) di 540 gr di peso medio, provenienti dagli acquari di un importatore, sono stati stabulati in 5 vasche a ricircolo con un unico filtro refrigeratore (9 animali per acquario). Il periodo di stoccaggio è durato complessivamente un mese ed alla fine di ogni settimana gli animali di un’intera vasca, previo prelievo di emolinfa per esami biochimici e batteriologici, venivano soppressi e sottoposti ad esame necroscopico, parassitologico ed istologico. Durante tutto il periodo della prova gli animali non sono stati alimentati e la qualità dell’acqua era monitorata con prelievi settimanali. I parametri ematici e biochimici degli astici (glicemia, proteine totali e conta degli emociti), hanno fatto registrare il picco massimo dei valori dello stress dopo circa 2 settimane di stabulazione, una riduzione durante la terza settimana, stabilizzandosi alla quarta. L’abbassamento dei valori di stress può essere attribuita ad un miglioramento delle condizioni di stabulazione durante la prova sperimentale rispetto a quelle presso l’importatore. L’indagine sanitaria ha rilevato all’esame batteriologico la presenza di Aerococcus viridans nel 11,90% dei soggetti. Dall’esame istologico le branchie dei primi due acquari apparivano intensamente colonizzate sulla superficie da batteri filamentosi e presentavano reazioni flogistiche che erano assenti nelle osservazioni della terza e quarta settimana Il 45% dei soggetti era affetto da parassitosi: 32,5% gregarine (protozoi Apicomplexa) riferibili a Porospora gigantea, il 12,5% metazoi riferibili a stadi larvali di acantocefali, aventi caratteristiche ascrivibili a Polymorphus botulus. Entrambi i parassiti sono stati oggetto di segnalazioni nella zona d’origine. Lesioni microscopiche, sia fungine sia batteriche, sono state osservate a carico dell’esoscheletro. Le patologie riscontrate potrebbero rappresentare un pericolo se le acque di stabulazione non vengono adeguatamente depurate nei luoghi di importazione. Le acque liberate direttamente a mare potrebbero divenire un potenziale mezzo di diffusione di patogeni pericolosi per il nostro ecosistema. Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alla manipolazioni e al consumo dell'astice previa cottura, in quanto l'aerococcosi è stata segnalata come zoonosi minore in pazienti immunodepressi.
Indagine sullo stato di salute di astici americani (Homarus americanus) importati.
QUAGLIO, FRANCESCO;
2013
Abstract
Stando ai dati Eurostat l’importazione di astici (Homarus spp), in prevalenza di origine americana, verso l’UE ammontavano a 8811 tonnellate nel 2012. In termini d’importazione l’Italia ha rappresentato quasi il 30% del totale. Attualmente, da parte dell’opinione pubblica, la problematica del benessere dei crostacei è particolarmente sentita. Nell’ambito di questa problematica, nella primavera del 2013, è stata condotta una prova di stabulazione di astici americani (Homarus americanus) al fine di valutare alcuni indici di benessere utili per un corretto mantenimento in ambiente confinato. È stata effettuata un’indagine sanitaria per valutare il rischio d’introduzione di agenti patogeni esotici per le popolazioni di crostacei autoctoni e potenzialmente trasmissibili al consumatore. Dopo un’indagine preliminare conoscitiva degli impianti di stabulazione presso diversi gruppi del settore della Grande Distribuzione Organizzata, sono stati scelti i parametri fisico chimici dell’acqua, densità e tecnologie da addottare nella prova sperimentale. 42 astici americani (H. americanus) di 540 gr di peso medio, provenienti dagli acquari di un importatore, sono stati stabulati in 5 vasche a ricircolo con un unico filtro refrigeratore (9 animali per acquario). Il periodo di stoccaggio è durato complessivamente un mese ed alla fine di ogni settimana gli animali di un’intera vasca, previo prelievo di emolinfa per esami biochimici e batteriologici, venivano soppressi e sottoposti ad esame necroscopico, parassitologico ed istologico. Durante tutto il periodo della prova gli animali non sono stati alimentati e la qualità dell’acqua era monitorata con prelievi settimanali. I parametri ematici e biochimici degli astici (glicemia, proteine totali e conta degli emociti), hanno fatto registrare il picco massimo dei valori dello stress dopo circa 2 settimane di stabulazione, una riduzione durante la terza settimana, stabilizzandosi alla quarta. L’abbassamento dei valori di stress può essere attribuita ad un miglioramento delle condizioni di stabulazione durante la prova sperimentale rispetto a quelle presso l’importatore. L’indagine sanitaria ha rilevato all’esame batteriologico la presenza di Aerococcus viridans nel 11,90% dei soggetti. Dall’esame istologico le branchie dei primi due acquari apparivano intensamente colonizzate sulla superficie da batteri filamentosi e presentavano reazioni flogistiche che erano assenti nelle osservazioni della terza e quarta settimana Il 45% dei soggetti era affetto da parassitosi: 32,5% gregarine (protozoi Apicomplexa) riferibili a Porospora gigantea, il 12,5% metazoi riferibili a stadi larvali di acantocefali, aventi caratteristiche ascrivibili a Polymorphus botulus. Entrambi i parassiti sono stati oggetto di segnalazioni nella zona d’origine. Lesioni microscopiche, sia fungine sia batteriche, sono state osservate a carico dell’esoscheletro. Le patologie riscontrate potrebbero rappresentare un pericolo se le acque di stabulazione non vengono adeguatamente depurate nei luoghi di importazione. Le acque liberate direttamente a mare potrebbero divenire un potenziale mezzo di diffusione di patogeni pericolosi per il nostro ecosistema. Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alla manipolazioni e al consumo dell'astice previa cottura, in quanto l'aerococcosi è stata segnalata come zoonosi minore in pazienti immunodepressi.Pubblicazioni consigliate
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