Ogni azione educativa si rapporta con il contesto storico-culturale in cui vivono le persone coinvolte. In questo saggio prendiamo in esame alcuni aspetti dell’immaginario culturale contemporaneo, con particolare attenzione alla rappresentazione dell’affettività e della sessualità. Ne emerge un quadro confuso, in sintonia con le linee generali della “postmodernità liquida”, in cui sembrerebbe tramontato il modello dell’amore romantico, stabile e fedele, che duri tutta la vita. Emerge in modo più significativo la figura di “collezionisti di sensazioni” che vivono le esperienze erotiche senza collegarle né alla sessualità in senso procreativo, né necessariamente a una relazione d’amore. Riflettere su questo immaginario dal punto di vista pedagogico significa prendere atto che viviamo in un tempo in cui è difficile trovare una paideia condivisa. La mancanza di grandi narrazioni condivise genera una grande difficoltà – per gli educatori –nell’indicare punti di riferimento. Ciò si traduce in una difficoltà ancora più grande, da parte dei giovani, nel delineare orizzonti di senso entro cui iscrivere il proprio progetto di vita. Il peso di tale difficoltà si fa sentire ancora di più nella sfera dell’affettività e della sessualità. La mancanza di punti di riferimento porta infatti ad assorbire in modo acritico l’immaginario culturale dominante, specialmente se questo appare in sintonia con le tendenze pulsionali di un erotismo “a briglia sciolta”. Tale situazione pone seri interrogativi, sul piano pedagogico, perché proporre ai giovani il modello disincantato del “collezionista di sensazioni” in materia sessuale, significa implicitamente proporre il modello di un “consumatore di relazioni” sul piano affettivo. Per questa via diventa difficile costruire la propria affettività e capacità di intimità. Each educational activity is related to the historical and cultural context in which the people involved live. In this paper we examine some aspects of the contemporary cultural imaginary, with particular attention to the representation of emotional life and sexuality. The result is a confusing picture, keeping with the general lines of “liquid postmodernity”, in which the model of romantic love (stable and faithful, which lasts a lifetime) seems gone. A more meaningful figure of “collectors of sensations”, who have erotic experiences without connecting themselves neither to sexuality in the procreative meaning, nor necessarily to a love relationship, emerges. To reflect on this imaginary from the pedagogical point of view means to acknowledge that we live in times when it is difficult to find a shared paideia. The lack of great shared narratives creates significant difficulty – for educators – in pointing out landmarks. This results in even greater difficulties for young people in shaping horizons of meaning towards which they direct their life project. The weight of this struggle is felt even more in the sphere of affectivity and sexuality. The lack of reference points leads, in fact, to uncritical absorption of the dominant cultural imaginary, especially if this is in tune with the trends of instinctual “free rein” eroticism. This situation raises serious questions on the pedagogical level, as to propose the model of “collectors of sensations” in sexual matters to the youth, means to implicitly propose the model of “consumer of relations” on the affective level. In this way it becomes problematic to build appropriate capacity for intimacy and affection.

Dimensioni etiche di una paideia della vita affettiva. Suggestioni colte dall'immaginario culturale postmoderno

PORCARELLI, ANDREA
2014

Abstract

Ogni azione educativa si rapporta con il contesto storico-culturale in cui vivono le persone coinvolte. In questo saggio prendiamo in esame alcuni aspetti dell’immaginario culturale contemporaneo, con particolare attenzione alla rappresentazione dell’affettività e della sessualità. Ne emerge un quadro confuso, in sintonia con le linee generali della “postmodernità liquida”, in cui sembrerebbe tramontato il modello dell’amore romantico, stabile e fedele, che duri tutta la vita. Emerge in modo più significativo la figura di “collezionisti di sensazioni” che vivono le esperienze erotiche senza collegarle né alla sessualità in senso procreativo, né necessariamente a una relazione d’amore. Riflettere su questo immaginario dal punto di vista pedagogico significa prendere atto che viviamo in un tempo in cui è difficile trovare una paideia condivisa. La mancanza di grandi narrazioni condivise genera una grande difficoltà – per gli educatori –nell’indicare punti di riferimento. Ciò si traduce in una difficoltà ancora più grande, da parte dei giovani, nel delineare orizzonti di senso entro cui iscrivere il proprio progetto di vita. Il peso di tale difficoltà si fa sentire ancora di più nella sfera dell’affettività e della sessualità. La mancanza di punti di riferimento porta infatti ad assorbire in modo acritico l’immaginario culturale dominante, specialmente se questo appare in sintonia con le tendenze pulsionali di un erotismo “a briglia sciolta”. Tale situazione pone seri interrogativi, sul piano pedagogico, perché proporre ai giovani il modello disincantato del “collezionista di sensazioni” in materia sessuale, significa implicitamente proporre il modello di un “consumatore di relazioni” sul piano affettivo. Per questa via diventa difficile costruire la propria affettività e capacità di intimità. Each educational activity is related to the historical and cultural context in which the people involved live. In this paper we examine some aspects of the contemporary cultural imaginary, with particular attention to the representation of emotional life and sexuality. The result is a confusing picture, keeping with the general lines of “liquid postmodernity”, in which the model of romantic love (stable and faithful, which lasts a lifetime) seems gone. A more meaningful figure of “collectors of sensations”, who have erotic experiences without connecting themselves neither to sexuality in the procreative meaning, nor necessarily to a love relationship, emerges. To reflect on this imaginary from the pedagogical point of view means to acknowledge that we live in times when it is difficult to find a shared paideia. The lack of great shared narratives creates significant difficulty – for educators – in pointing out landmarks. This results in even greater difficulties for young people in shaping horizons of meaning towards which they direct their life project. The weight of this struggle is felt even more in the sphere of affectivity and sexuality. The lack of reference points leads, in fact, to uncritical absorption of the dominant cultural imaginary, especially if this is in tune with the trends of instinctual “free rein” eroticism. This situation raises serious questions on the pedagogical level, as to propose the model of “collectors of sensations” in sexual matters to the youth, means to implicitly propose the model of “consumer of relations” on the affective level. In this way it becomes problematic to build appropriate capacity for intimacy and affection.
2014
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