Poche opere sulla Shoah hanno suscitato tante controversie e attirato tanta attenzione quanto Eichmann a Gerusalemme di Hannah Arendt (1963). Il dibattito innescato dal resoconto sulla “banalità del male” è stato così intenso da far diventare questa locuzione una sorta di icona all’interno del discorso sulla violenza collettiva e sul genocidio. Ormai, il concetto di banalità del male ha una propria carriera, sia nella sfera della pubblica opinione, sia nell’ambito delle discipline scientifiche. E qualsiasi tentativo di studiare il comportamento umano sotto l’ombrello semantico di questo termine deve farsi carico del problema dell’indifferenza. Attra- verso i contributi offerti dalla psicologia sociale, questo articolo passa in rassegna i modi tradizionali di intendere l’indifferenza e individua nuove prospettive di analisi per spiegare tale fenomeno nei contesti di atrocità collettive.
Banalità dell'indifferenza. Ambivalenza di un sentimento (non sempre) al servizio del male
ZAMPERINI, ADRIANO
2013
Abstract
Poche opere sulla Shoah hanno suscitato tante controversie e attirato tanta attenzione quanto Eichmann a Gerusalemme di Hannah Arendt (1963). Il dibattito innescato dal resoconto sulla “banalità del male” è stato così intenso da far diventare questa locuzione una sorta di icona all’interno del discorso sulla violenza collettiva e sul genocidio. Ormai, il concetto di banalità del male ha una propria carriera, sia nella sfera della pubblica opinione, sia nell’ambito delle discipline scientifiche. E qualsiasi tentativo di studiare il comportamento umano sotto l’ombrello semantico di questo termine deve farsi carico del problema dell’indifferenza. Attra- verso i contributi offerti dalla psicologia sociale, questo articolo passa in rassegna i modi tradizionali di intendere l’indifferenza e individua nuove prospettive di analisi per spiegare tale fenomeno nei contesti di atrocità collettive.Pubblicazioni consigliate
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