Agostino d’Ippona (354-430) attribuisce alla memoria un valore così ampio da riservarle una funzione anche nell’anima dei beati. Analizzando una manciata di passaggi tratti da opere dove il tema è trattato (conf. IX, iii, 6; trin. XIV, iii, 5; civ. XXII, 30; s. 240, 4; 241, 4-5; civ. X, 30), l’articolo è centrato sulla polemica agostiniana contro i filosofi platonici (i «sapientes gentium») i quali sostenevano una beatitudine solo transitoria per cui l’anima, dimentica della sua vita passata, era destinata a discendere nuovamente in un corpo. Nel contributo si ipotizza che le fonti a cui Agostino si riferisce siano Porfirio («De regressu animae») e forse anche Plotino quanto al tema specifico delle anime obliose riunitesi al mondo intelligibile (Enn. IV[27], 3; IV[28], 4).
Agostino e la memoria: forme di ricordo nella «vita beata»
CILLERAI, BEATRICE
2008
Abstract
Agostino d’Ippona (354-430) attribuisce alla memoria un valore così ampio da riservarle una funzione anche nell’anima dei beati. Analizzando una manciata di passaggi tratti da opere dove il tema è trattato (conf. IX, iii, 6; trin. XIV, iii, 5; civ. XXII, 30; s. 240, 4; 241, 4-5; civ. X, 30), l’articolo è centrato sulla polemica agostiniana contro i filosofi platonici (i «sapientes gentium») i quali sostenevano una beatitudine solo transitoria per cui l’anima, dimentica della sua vita passata, era destinata a discendere nuovamente in un corpo. Nel contributo si ipotizza che le fonti a cui Agostino si riferisce siano Porfirio («De regressu animae») e forse anche Plotino quanto al tema specifico delle anime obliose riunitesi al mondo intelligibile (Enn. IV[27], 3; IV[28], 4).Pubblicazioni consigliate
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