Fin dai primi anni della sua riflessione Agostino intende la memoria come un potere operativo dell’anima. Egli non la concepisce semplicemente come serbatoio di dati passati, ma la presenta piuttosto come "centro ordinante e coordinante" dei processi psichici. Nei primi scritti Agostino dà risalto alla capacità di contrarre e di dilatare tipica della memoria in rapporto sia all’«actio» con cui l’anima muove il corpo («De immortalitate animae»), sia alla percezione come attività cognitiva («De musica»). A partire da tali scritti la memoria viene presentata come un potere implicato in molteplici attività: nella formazione delle immagini di oggetti percepiti («phantasiai»), nella loro fissazione, nella rievocazione di oggetti percepiti in passato («recordatio») e nella creazione di immagini di cose mai percepite sulla base di ricordi generici («phantasmata»). Nel corso della sua riflessione Agostino delinea progressivamente il carattere plurifunzionale della memoria, giungendo a definirla, nel «De trinitate», come «cogitandi modus».
Agostino: la memoria centro dell’«actio animae»
CILLERAI, BEATRICE
2007
Abstract
Fin dai primi anni della sua riflessione Agostino intende la memoria come un potere operativo dell’anima. Egli non la concepisce semplicemente come serbatoio di dati passati, ma la presenta piuttosto come "centro ordinante e coordinante" dei processi psichici. Nei primi scritti Agostino dà risalto alla capacità di contrarre e di dilatare tipica della memoria in rapporto sia all’«actio» con cui l’anima muove il corpo («De immortalitate animae»), sia alla percezione come attività cognitiva («De musica»). A partire da tali scritti la memoria viene presentata come un potere implicato in molteplici attività: nella formazione delle immagini di oggetti percepiti («phantasiai»), nella loro fissazione, nella rievocazione di oggetti percepiti in passato («recordatio») e nella creazione di immagini di cose mai percepite sulla base di ricordi generici («phantasmata»). Nel corso della sua riflessione Agostino delinea progressivamente il carattere plurifunzionale della memoria, giungendo a definirla, nel «De trinitate», come «cogitandi modus».Pubblicazioni consigliate
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