Il contributo è una lettura critica del saggio “Art of Darkness” dell’intellettuale inglese Paul Gilroy, che riflette sul movimento delle arti ‘nere’ o ‘black’ in Gran Bretagna nel secondo Novecento e discute il rapporto fra ‘razza’, produzione artistica e cultura nazionale in termini che possono essere interessanti anche per altre realtà europee contemporanee, inclusa l’Italia. La lettura proposta illustra il tipo di ricerca e il punto di vista teorico prospettati da Gilroy tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, che sono poi diventati una pietra miliare degli studi transnazionali nelle scienze umane e sociali. “Art of Darkness” viene qui letto nel rapporto con il pensiero postcoloniale e soprattutto nella continuità con la prima monografia dello studioso,‘There Ain’t No Black in the Union Jack’: The Cultural Politics of Race and Nation (1987), sullo stato dei rapporti razziali nel Regno Unito fra gli anni ’70 e ‘80, e con quello che a tutt’oggi rimane il suo testo più famoso, The Black Atlantic: Modernity and Double Consciousness (1993), sull’Atlantico nero come controcultura della modernità.

Arte di tenebra? Paul Gilroy e il discorso razziale nella cultura inglese contemporanea

OBOE, ANNALISA
2013

Abstract

Il contributo è una lettura critica del saggio “Art of Darkness” dell’intellettuale inglese Paul Gilroy, che riflette sul movimento delle arti ‘nere’ o ‘black’ in Gran Bretagna nel secondo Novecento e discute il rapporto fra ‘razza’, produzione artistica e cultura nazionale in termini che possono essere interessanti anche per altre realtà europee contemporanee, inclusa l’Italia. La lettura proposta illustra il tipo di ricerca e il punto di vista teorico prospettati da Gilroy tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, che sono poi diventati una pietra miliare degli studi transnazionali nelle scienze umane e sociali. “Art of Darkness” viene qui letto nel rapporto con il pensiero postcoloniale e soprattutto nella continuità con la prima monografia dello studioso,‘There Ain’t No Black in the Union Jack’: The Cultural Politics of Race and Nation (1987), sullo stato dei rapporti razziali nel Regno Unito fra gli anni ’70 e ‘80, e con quello che a tutt’oggi rimane il suo testo più famoso, The Black Atlantic: Modernity and Double Consciousness (1993), sull’Atlantico nero come controcultura della modernità.
2013
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