Il bacino termale euganeo classico (comuni di Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme e Galzignano Terme) possiede un’estensione di circa 23 km2 e si localizza nel settore della pianura alluvionale veneta a nord-est dei Colli Euganei in provincia di Padova (fig. 1). L’intera area è suddivisa in circa 134 concessioni minerarie delle quali il 57% in Abano, il 31% in Montegrotto e il restante 12% a Battaglia e a Galzignano. Entro queste concessioni minerarie sono presenti circa 250 pozzi per lo sfruttamento delle acque termali. Di questi solo 8% sono artesiani (possiedono cioè erogazione spontanea) e sono tutti ubicati nelle aree di Battaglia e Galzignano, il rimanente 92% è composto da pozzi risalienti attrezzati con pompe sommerse. Nell’area termale negli ultimi anni il consumo è stato di circa 16 Mm3/anno. Le prime perforazioni, che raggiungevano profondità modeste, sono iniziate nei primi anni del ‘900, ma lo sfruttamento su larga scala delle acque termali ha preso inizio solo nei primi anni ‘50 del secolo scorso ed ha avuto il suo massimo sviluppo negli anni ‘60. Questo ha inevitabilmente provocato un rapido aumento dei consumi di acqua termale e, non essendo più sufficienti le sorgenti naturali, si è dato inizio allo sfruttamento delle acque termali in profondità. I primi pozzi quindi si spingevano fino a poche decine di metri nel sottosuolo, generalmente in corrispondenza delle sorgenti o nelle loro vicinanze. Successivamente si sono arrestati nelle formazioni quaternarie della copertura alluvionale in corrispondenza dei livelli sabbiosi contenenti falde termalizzate. È a partire dagli anni ‘60 che si è privilegiato lo sfruttamento dell’acquifero posto entro il substrato roccioso. Attualmente la gran parte dei pozzi di produzione raggiunge profondità che variano da un minimo di 150 metri ad un massimo di oltre 1.100 metri1.
Il bacino termale euganeo
FABBRI, PAOLO
2011
Abstract
Il bacino termale euganeo classico (comuni di Abano Terme, Montegrotto Terme, Battaglia Terme e Galzignano Terme) possiede un’estensione di circa 23 km2 e si localizza nel settore della pianura alluvionale veneta a nord-est dei Colli Euganei in provincia di Padova (fig. 1). L’intera area è suddivisa in circa 134 concessioni minerarie delle quali il 57% in Abano, il 31% in Montegrotto e il restante 12% a Battaglia e a Galzignano. Entro queste concessioni minerarie sono presenti circa 250 pozzi per lo sfruttamento delle acque termali. Di questi solo 8% sono artesiani (possiedono cioè erogazione spontanea) e sono tutti ubicati nelle aree di Battaglia e Galzignano, il rimanente 92% è composto da pozzi risalienti attrezzati con pompe sommerse. Nell’area termale negli ultimi anni il consumo è stato di circa 16 Mm3/anno. Le prime perforazioni, che raggiungevano profondità modeste, sono iniziate nei primi anni del ‘900, ma lo sfruttamento su larga scala delle acque termali ha preso inizio solo nei primi anni ‘50 del secolo scorso ed ha avuto il suo massimo sviluppo negli anni ‘60. Questo ha inevitabilmente provocato un rapido aumento dei consumi di acqua termale e, non essendo più sufficienti le sorgenti naturali, si è dato inizio allo sfruttamento delle acque termali in profondità. I primi pozzi quindi si spingevano fino a poche decine di metri nel sottosuolo, generalmente in corrispondenza delle sorgenti o nelle loro vicinanze. Successivamente si sono arrestati nelle formazioni quaternarie della copertura alluvionale in corrispondenza dei livelli sabbiosi contenenti falde termalizzate. È a partire dagli anni ‘60 che si è privilegiato lo sfruttamento dell’acquifero posto entro il substrato roccioso. Attualmente la gran parte dei pozzi di produzione raggiunge profondità che variano da un minimo di 150 metri ad un massimo di oltre 1.100 metri1.Pubblicazioni consigliate
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