La presenza di rumore negli ambienti abitativi, giudicati “molesti” dai loro occupanti, rappresenta una delle maggiori cause di contenzioso tra condomini e vicini di casa. Tale animosità è senz'altro sintomo di manifesta insofferenza verso alcuni degli aspetti della vita sociale e di relazione che in qualche forma limitano la libertà di ciascun individuo. Il rumore (degli altri) rappresenta un segnale della presenza di soggetti diversi che partecipano alla condivisione dell’ambiente in cui viviamo e, come tale, testimone delle (nostre) limitazioni sociali, culturali ed economiche. Il rumore non è quindi solo un agente fisico a cui associare, in relazione alle modalità ed alla durata dell’esposizione, una condizione di disturbo (alterazione temporanea delle condizioni psicofisiche del soggetto con determinate conseguenze fisiopatologiche) o di danno (alterazione clinicamente dimostrabile della capacità uditiva, irreversibile o non completamente reversibile). Esso può essere considerato come “marcatore sociale” che influenza la capacità di un soggetto di esercitare un controllo sul suo ambiente di vita. Subire un’esposizione al rumore (degli altri), senza possibilità di limitare questa intrusione nella propria sfera privata, costituisce un motivo di frustrazione. Per contro, imporre (agli altri) il “silenzio” o, peggio, il proprio “rumore” può essere considerato un mezzo di affermazione e di supremazia sociale.

Percezione del rumore e sensibilità degli utenti negli ambienti abitativi

DI BELLA, ANTONINO
2013

Abstract

La presenza di rumore negli ambienti abitativi, giudicati “molesti” dai loro occupanti, rappresenta una delle maggiori cause di contenzioso tra condomini e vicini di casa. Tale animosità è senz'altro sintomo di manifesta insofferenza verso alcuni degli aspetti della vita sociale e di relazione che in qualche forma limitano la libertà di ciascun individuo. Il rumore (degli altri) rappresenta un segnale della presenza di soggetti diversi che partecipano alla condivisione dell’ambiente in cui viviamo e, come tale, testimone delle (nostre) limitazioni sociali, culturali ed economiche. Il rumore non è quindi solo un agente fisico a cui associare, in relazione alle modalità ed alla durata dell’esposizione, una condizione di disturbo (alterazione temporanea delle condizioni psicofisiche del soggetto con determinate conseguenze fisiopatologiche) o di danno (alterazione clinicamente dimostrabile della capacità uditiva, irreversibile o non completamente reversibile). Esso può essere considerato come “marcatore sociale” che influenza la capacità di un soggetto di esercitare un controllo sul suo ambiente di vita. Subire un’esposizione al rumore (degli altri), senza possibilità di limitare questa intrusione nella propria sfera privata, costituisce un motivo di frustrazione. Per contro, imporre (agli altri) il “silenzio” o, peggio, il proprio “rumore” può essere considerato un mezzo di affermazione e di supremazia sociale.
2013
Rumore e Qualità della vita
9788888942438
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