La spinta che l’uomo ha verso la relazione con l’altro ha trovato nella comunicazione interpersonale a distanza un potente volano che ha permesso a ciascun soggetto di trovare la propria identità, non solo nel “tu” del faccia a faccia, ma anche in un “tu”, che non essendo presente, valuta l’”io” per ciò che di sé mostra o dichiara (Tessarolo, 2007). L’utente del Web 2.0 si trasforma da semplice spettatore in regista e intrattenitore e della sua partecipazione un prolungamento della comunicazione interpersonale faccia a faccia: i nuovi media, infatti, favoriscono lo sviluppo del senso di condivisione e di appartenenza, ma anche di esclusione e di isolamento (Meyrowitz, 1993; Mayer-Scoenberger, 2010). saranno messi in rilievo i seguenti aspetti: a) partecipare ad amici e conoscenti, o anche a una community, che cosa si fa, se stessi, le proprie passioni ecc.; b) far sorgere negli utenti il desiderio di creare oltre che di consumare i contenuti dei media. Il Web 2.0 crea un accumulo di ruoli interscambiabili di questo tipo (creatori/fruitori). L’utente diventa un elemento centrale quando interagisce e collabora con gli altri dialogando in una rete sociale e porsi come creatore (Massarotto, 2008) c) eccentricità divismo, vetrinizzazione. Il divismo diffuso si afferma: se l’ambizione nel divismo classico era secondaria, in tale divismo è l’elemento di base (Kermol, Tessarolo, 2003; Codeluppi, ). Si può, in definitiva pensare ad un capovolgimento del concetto simmeliano di socievolezza, ad un andare verso il concetto baumaniano di “estraneità”. Infine, proprio da queste premesse si può affermare che tale comunicazione sviluppa in modo abnorme il suo aspetto metacomunicativo e relazionale mettendo in secondo piano l’aspetto di “strumento di riflessione” (Sormano, 2008).
Il Web 2.0 e la socialità virtuale. In Comunicazioni Sociali
TESSAROLO, MARISELDA
2012
Abstract
La spinta che l’uomo ha verso la relazione con l’altro ha trovato nella comunicazione interpersonale a distanza un potente volano che ha permesso a ciascun soggetto di trovare la propria identità, non solo nel “tu” del faccia a faccia, ma anche in un “tu”, che non essendo presente, valuta l’”io” per ciò che di sé mostra o dichiara (Tessarolo, 2007). L’utente del Web 2.0 si trasforma da semplice spettatore in regista e intrattenitore e della sua partecipazione un prolungamento della comunicazione interpersonale faccia a faccia: i nuovi media, infatti, favoriscono lo sviluppo del senso di condivisione e di appartenenza, ma anche di esclusione e di isolamento (Meyrowitz, 1993; Mayer-Scoenberger, 2010). saranno messi in rilievo i seguenti aspetti: a) partecipare ad amici e conoscenti, o anche a una community, che cosa si fa, se stessi, le proprie passioni ecc.; b) far sorgere negli utenti il desiderio di creare oltre che di consumare i contenuti dei media. Il Web 2.0 crea un accumulo di ruoli interscambiabili di questo tipo (creatori/fruitori). L’utente diventa un elemento centrale quando interagisce e collabora con gli altri dialogando in una rete sociale e porsi come creatore (Massarotto, 2008) c) eccentricità divismo, vetrinizzazione. Il divismo diffuso si afferma: se l’ambizione nel divismo classico era secondaria, in tale divismo è l’elemento di base (Kermol, Tessarolo, 2003; Codeluppi, ). Si può, in definitiva pensare ad un capovolgimento del concetto simmeliano di socievolezza, ad un andare verso il concetto baumaniano di “estraneità”. Infine, proprio da queste premesse si può affermare che tale comunicazione sviluppa in modo abnorme il suo aspetto metacomunicativo e relazionale mettendo in secondo piano l’aspetto di “strumento di riflessione” (Sormano, 2008).Pubblicazioni consigliate
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