L’articolo offre un’edizione, una traduzione e un commento dell’epigrafe monumentale in tre lingue – latino, greco ed ebraico – che il medico ravennate Tommaso Rangoni «Filologo » (1493-1577) pose sulla facciata della chiesa di San Giuliano (San Zulian) a Venezia, da lui commissionata a Jacopo Sansovino come proprio momumento celebrativo. L’assoluta eccezionalità di questa epigrafe trilingue – unico esempio monumentale a me noto in città – suggerisce alcuni cenni sull’uso epigrafico del greco e dell’ebraico nella cultura veneziana del Cinquecento. La compresenza delle tre lingue sacre induce quindi a verificare quale dimestichezza con esse avesse Rangoni, sulla base delle sue opere, del suo testamento, dell’inventario della sua biblioteca, degli Statuta del collegio da lui fondato a Padova: queste testimonianze si rivelano però insufficienti per stabilire se egli avesse una conoscenza non superficiale del greco e dell’ebraico, per cui l’epigrafe trilingue si rivela piuttosto un tassello dell’intensa attività di autopromozione del ricco ed eccentrico medico.

L'iscrizione trilingue di Tommaso Rangoni sulla facciata della chiesa di San Zulian a Venezia (1554)

ZORZI, NICCOLO'
2012

Abstract

L’articolo offre un’edizione, una traduzione e un commento dell’epigrafe monumentale in tre lingue – latino, greco ed ebraico – che il medico ravennate Tommaso Rangoni «Filologo » (1493-1577) pose sulla facciata della chiesa di San Giuliano (San Zulian) a Venezia, da lui commissionata a Jacopo Sansovino come proprio momumento celebrativo. L’assoluta eccezionalità di questa epigrafe trilingue – unico esempio monumentale a me noto in città – suggerisce alcuni cenni sull’uso epigrafico del greco e dell’ebraico nella cultura veneziana del Cinquecento. La compresenza delle tre lingue sacre induce quindi a verificare quale dimestichezza con esse avesse Rangoni, sulla base delle sue opere, del suo testamento, dell’inventario della sua biblioteca, degli Statuta del collegio da lui fondato a Padova: queste testimonianze si rivelano però insufficienti per stabilire se egli avesse una conoscenza non superficiale del greco e dell’ebraico, per cui l’epigrafe trilingue si rivela piuttosto un tassello dell’intensa attività di autopromozione del ricco ed eccentrico medico.
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