La riflessione si basa sulla considerazione dell’intero corso di vita come di una struttura unitaria, le cui diverse fasi, non giustapposte ma legate fra loro, sono connotate da intrinseco e particolare significato. In forza del riconoscimento di tutte le età, nei loro peculiari tratti e intrecci, è possibile stabilire quel patto fra generazioni che consente la condivisione di conoscenze, emozioni, abilità, valori, in un clima di serena convivenza. In tal modo prende forma uno sfondo comunitario, in cui ogni parte può esprimere al meglio la propria unicità e contribuire originalmente alla costruzione del tessuto sociale. Dato che il riconoscimento delle età e il patto fra le età sono intrisi di natura e cultura (si danno, infatti, configurazioni sociali, anche da questo punto di vista, molto diverse tra loro), il contributo guarda nello specifico al nostro contesto socio-culturale, sempre più caratterizzato da funzionalismo ed efficientismo, in cui la considerazione e l’alleanza delle età risultano alquanto sfocate. Ciò risalta soprattutto in rapporto alle categorie dell’infanzia e dell’anzianità, le quali, come è stato giustamente osservato, similmente all’inizio e alla fine di una melodia, si richiamano in modo speciale. Occorre, pertanto, mettere particolarmente in luce le qualità e le affinità di queste due età, che la società attuale lascia invece in ombra, non tanto per ciò che dichiara esplicitamente, quanto per come concretamente agisce, compromettendo, se non perdendo, elementi essenziali di un vivere e convivere pienamente umani. Teatro esemplare di questa marginalità è l’ambiente urbano: ampie zone, centrali e periferiche, paiono quasi ignorare la presenza di anziani e bambini, per i quali molte delle opportunità che la città offre risultano di fatto precluse, con ripercussioni negative anche sulle altre fasce della popolazione e sulla complessiva qualità di vita cittadina. In questa comunicazione – basata su studi e documenti elaborati a diverso livello: dall’internazionale al locale – s’intende pedagogicamente accostare, a considerazioni critiche sulla condizione di vita di queste fasce d’età, alcuni spunti propositivi, volti a individuare criteri e orientamenti per un esercizio di reale partecipazione, nella quotidianità, anche da parte di anziani e bambini. Ciò nella consapevolezza che il loro ascolto e il loro apporto possono essere d’aiuto per ricostruire la trama di reciprocità relazionale e solidarietà intergenerazionale di cui si avverte, oggi, acuta la carenza.

Ricostruire la reciprocità tra le generazioni a partire da bambini e anziani

TOFFANO, EMANUELA;ZANATO, ORIETTA
2012

Abstract

La riflessione si basa sulla considerazione dell’intero corso di vita come di una struttura unitaria, le cui diverse fasi, non giustapposte ma legate fra loro, sono connotate da intrinseco e particolare significato. In forza del riconoscimento di tutte le età, nei loro peculiari tratti e intrecci, è possibile stabilire quel patto fra generazioni che consente la condivisione di conoscenze, emozioni, abilità, valori, in un clima di serena convivenza. In tal modo prende forma uno sfondo comunitario, in cui ogni parte può esprimere al meglio la propria unicità e contribuire originalmente alla costruzione del tessuto sociale. Dato che il riconoscimento delle età e il patto fra le età sono intrisi di natura e cultura (si danno, infatti, configurazioni sociali, anche da questo punto di vista, molto diverse tra loro), il contributo guarda nello specifico al nostro contesto socio-culturale, sempre più caratterizzato da funzionalismo ed efficientismo, in cui la considerazione e l’alleanza delle età risultano alquanto sfocate. Ciò risalta soprattutto in rapporto alle categorie dell’infanzia e dell’anzianità, le quali, come è stato giustamente osservato, similmente all’inizio e alla fine di una melodia, si richiamano in modo speciale. Occorre, pertanto, mettere particolarmente in luce le qualità e le affinità di queste due età, che la società attuale lascia invece in ombra, non tanto per ciò che dichiara esplicitamente, quanto per come concretamente agisce, compromettendo, se non perdendo, elementi essenziali di un vivere e convivere pienamente umani. Teatro esemplare di questa marginalità è l’ambiente urbano: ampie zone, centrali e periferiche, paiono quasi ignorare la presenza di anziani e bambini, per i quali molte delle opportunità che la città offre risultano di fatto precluse, con ripercussioni negative anche sulle altre fasce della popolazione e sulla complessiva qualità di vita cittadina. In questa comunicazione – basata su studi e documenti elaborati a diverso livello: dall’internazionale al locale – s’intende pedagogicamente accostare, a considerazioni critiche sulla condizione di vita di queste fasce d’età, alcuni spunti propositivi, volti a individuare criteri e orientamenti per un esercizio di reale partecipazione, nella quotidianità, anche da parte di anziani e bambini. Ciò nella consapevolezza che il loro ascolto e il loro apporto possono essere d’aiuto per ricostruire la trama di reciprocità relazionale e solidarietà intergenerazionale di cui si avverte, oggi, acuta la carenza.
2012
Progetto Generazioni. Bambini e anziani: due stagioni della vita a confronto
9788846734488
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