Nel Veneto di primo Ottocento i «giornali volanti» non mancano e anche se non possono vantare la levatura e la circolazione della fiorentina «Antologia», sono espressione di una realtà culturale tutt’altro che pigra, segnata da una consistente circolazione libraria. Nelle redazioni dei periodici trova occupazione una generazione inquieta e scontenta di gens de plume, costretta a «vendere» la propria penna «un tanto a linea», ma decisa a non «prostituire l’ingegno» e a tutelare la funzione civile dell’esperienza letteraria. Letterati per vocazione, giornalisti per necessità, reagiscono diversamente al nuovo dividendosi fra coloro che come Francesco Dall’Ongaro non esitano a sostenere la portata educativa della letteratura d’intrattenimento e dei «fogli sfuggevoli» e altri, come Luigi Carrer, che avvertono la precarietà di un ruolo che una rampante editoria fatica a riconoscere. Oggetto del contendere sono le condizioni del lavoro intellettuale, il concetto di «proprietà letteraria», e in modo sempre più scoperto quello del diritto d’autore, i rapporti con un’editoria rapinosa e avara di concessioni. La nota ripercorre vicende e fortuna editoriale delle testate più significative dal «Giornale dell’Italiana letteratura» al «Nuovo Osservatore», dalla «Gazzetta Privilegiata di Venezia», al «Gondoliere e al «Vaglio» per chiudere col rinvio a due periodici patavini : il «Giornale Euganeo» ed il «Caffè Pedrocchi».
«Opere periodiche», «giornali volanti», «letteratura vendereccia»: ricerche sul giornalismo veneto di primo Ottocento
RASI, DONATELLA
2011
Abstract
Nel Veneto di primo Ottocento i «giornali volanti» non mancano e anche se non possono vantare la levatura e la circolazione della fiorentina «Antologia», sono espressione di una realtà culturale tutt’altro che pigra, segnata da una consistente circolazione libraria. Nelle redazioni dei periodici trova occupazione una generazione inquieta e scontenta di gens de plume, costretta a «vendere» la propria penna «un tanto a linea», ma decisa a non «prostituire l’ingegno» e a tutelare la funzione civile dell’esperienza letteraria. Letterati per vocazione, giornalisti per necessità, reagiscono diversamente al nuovo dividendosi fra coloro che come Francesco Dall’Ongaro non esitano a sostenere la portata educativa della letteratura d’intrattenimento e dei «fogli sfuggevoli» e altri, come Luigi Carrer, che avvertono la precarietà di un ruolo che una rampante editoria fatica a riconoscere. Oggetto del contendere sono le condizioni del lavoro intellettuale, il concetto di «proprietà letteraria», e in modo sempre più scoperto quello del diritto d’autore, i rapporti con un’editoria rapinosa e avara di concessioni. La nota ripercorre vicende e fortuna editoriale delle testate più significative dal «Giornale dell’Italiana letteratura» al «Nuovo Osservatore», dalla «Gazzetta Privilegiata di Venezia», al «Gondoliere e al «Vaglio» per chiudere col rinvio a due periodici patavini : il «Giornale Euganeo» ed il «Caffè Pedrocchi».Pubblicazioni consigliate
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