La tricotillomania consiste nello strappo cronico di capelli o peli ed è attualmente classificata dal DSM-IV-TR all’interno della categoria dei “disturbi del controllo degli impulsi non altrove classificati”. Studi recenti suggeriscono l’inadeguatezza dei criteri diagnostici; in particolare, i criteri B e C sono stati considerati eccessivamente rigidi e restrittivi, nonché scarsamente predittivi della gravità dei sintomi e della compromissione funzionale generalmente associate a questo disturbo. Gli attuali criteri diagnostici rappresentano pertanto un ostacolo al lavoro del clinico a livello sia diagnostico sia terapeutico. Nella presente rassegna sono state prese in considerazione le principali evidenze che supportano la necessità di riconsiderare i criteri diagnostici adottati in ambito clinico. Sono state inoltre esaminate le più accreditate classificazioni diagnostiche alternative proposte fino ad ora alla luce dei risultati di recenti ricerche. Infine, particolare attenzione è stata rivolta alle proposte tuttora in fase di valutazione per il DSM-V, le quali riguardano una serie di variazioni nei criteri diagnostici e la possibilità di includere il disturbo all’interno della categoria dei “disturbi comportamentali ripetitivi focalizzati sul corpo”, che andrebbero a costituire il sottotipo motorio dei “disturbi dello spettro ossessivo compulsivo”.
Criteri e classificazione diagnostica della tricotillomania nell'ottica del DSM V.
GHISI, MARTA;BOTTESI, GIOIA
2012
Abstract
La tricotillomania consiste nello strappo cronico di capelli o peli ed è attualmente classificata dal DSM-IV-TR all’interno della categoria dei “disturbi del controllo degli impulsi non altrove classificati”. Studi recenti suggeriscono l’inadeguatezza dei criteri diagnostici; in particolare, i criteri B e C sono stati considerati eccessivamente rigidi e restrittivi, nonché scarsamente predittivi della gravità dei sintomi e della compromissione funzionale generalmente associate a questo disturbo. Gli attuali criteri diagnostici rappresentano pertanto un ostacolo al lavoro del clinico a livello sia diagnostico sia terapeutico. Nella presente rassegna sono state prese in considerazione le principali evidenze che supportano la necessità di riconsiderare i criteri diagnostici adottati in ambito clinico. Sono state inoltre esaminate le più accreditate classificazioni diagnostiche alternative proposte fino ad ora alla luce dei risultati di recenti ricerche. Infine, particolare attenzione è stata rivolta alle proposte tuttora in fase di valutazione per il DSM-V, le quali riguardano una serie di variazioni nei criteri diagnostici e la possibilità di includere il disturbo all’interno della categoria dei “disturbi comportamentali ripetitivi focalizzati sul corpo”, che andrebbero a costituire il sottotipo motorio dei “disturbi dello spettro ossessivo compulsivo”.Pubblicazioni consigliate
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