La politica dell’Unione Europea di cooperazione giudiziaria in materia penale - il cd. Terzo Pilastro del Trattato UE - è stata caratterizzata negli ultimi anni da una rafforzata connessione tra diritto penale sostanziale e processuale. La strategia cd. del doppio binario ha portato a perseguire il comune obiettivo della lotta alla criminalità transnazionale, da un lato, attraverso l’armonizzazione del diritto penale sostanziale e, dall’altro, promuovendo il mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie. Anche l’istituzione del Mandato di Arresto Europeo, concepito come alternativa alla via dell’armonizzazione del diritto penale sostanziale, nel perseguire il fine di una pretesa punitiva comune europea non può che basarsi sul presupposto di un diritto penale sostanziale accomunato: la “doppia incriminazione” viene sostituita dall’incriminazione comune europea qual è quella prevista dallo Stato emittente, in un sistema dove il diritto penale sostanziale altrui finisce per diventare diritto penale sostanziale comune. Si assiste ad un’accelerazione formidabile dello sviluppo del diritto penale europeo sulla base di un’interpretazione fortemente estensiva delle competenze dell’Unione, con un conseguente pregiudizio della sovranità nazionale anche sul piano penalistico, sia sostanziale che processuale. Si è di fronte, comunque, ad un processo di trasformazione della pena “nazionale” in pena “europea”, cui corrisponde un mutamento del ruolo del processo e del giudice penale (già) nazionale, che ora sono anche “europei”. Si acuisce così, per un verso, la complessità del quadro penalistico generale di riferimento e, per altro verso, si manifesta la necessità di fissare un criterio di riconoscimento della rilevanza europea in relazione al caso e dunque al processo penale.
L'incidenza sul diritto penale degli atti dell'Unione europea in materia di cooperazione giudiziaria
RIONDATO, SILVIO
2010
Abstract
La politica dell’Unione Europea di cooperazione giudiziaria in materia penale - il cd. Terzo Pilastro del Trattato UE - è stata caratterizzata negli ultimi anni da una rafforzata connessione tra diritto penale sostanziale e processuale. La strategia cd. del doppio binario ha portato a perseguire il comune obiettivo della lotta alla criminalità transnazionale, da un lato, attraverso l’armonizzazione del diritto penale sostanziale e, dall’altro, promuovendo il mutuo riconoscimento delle decisioni giudiziarie. Anche l’istituzione del Mandato di Arresto Europeo, concepito come alternativa alla via dell’armonizzazione del diritto penale sostanziale, nel perseguire il fine di una pretesa punitiva comune europea non può che basarsi sul presupposto di un diritto penale sostanziale accomunato: la “doppia incriminazione” viene sostituita dall’incriminazione comune europea qual è quella prevista dallo Stato emittente, in un sistema dove il diritto penale sostanziale altrui finisce per diventare diritto penale sostanziale comune. Si assiste ad un’accelerazione formidabile dello sviluppo del diritto penale europeo sulla base di un’interpretazione fortemente estensiva delle competenze dell’Unione, con un conseguente pregiudizio della sovranità nazionale anche sul piano penalistico, sia sostanziale che processuale. Si è di fronte, comunque, ad un processo di trasformazione della pena “nazionale” in pena “europea”, cui corrisponde un mutamento del ruolo del processo e del giudice penale (già) nazionale, che ora sono anche “europei”. Si acuisce così, per un verso, la complessità del quadro penalistico generale di riferimento e, per altro verso, si manifesta la necessità di fissare un criterio di riconoscimento della rilevanza europea in relazione al caso e dunque al processo penale.Pubblicazioni consigliate
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