RIASSUNTO La malattia cardiovascolare rimane la principale causa di mortalità ed invalidità nella nostra società. • Un approccio efficace e multifattoriale alla riduzione del rischio di eventi cardiovascolari rappresenta una priorità nelle linee guida delle società scientifiche nazionali ed internazionali ed un’esigenza irrinunciabile dei sistemi socio-sanitari. • La dislipidemia ed in particolare gli elevati livelli di LDL-C sono unanimemente considerati il fattore di rischio chiave per la malattia cardiovascolare. • L’utilizzo della terapia con statine (quando indicato statina+ezetimibe) rappresenta l’approccio di 1° scelta per la riduzione del LDL-C e del rischio cardiovascolare • I dati dei trials clinici più recenti hanno chiaramente messo in luce che anche con valori ottimali (a target) di LDL-C con statina, i pazienti con fattori di rischio cardiometabolici presentano un significativo rischio di eventi cardiovascolari: RISCHIO CARDIOVASCOLARE RESIDUO • La mancata correzione dei persistenti livelli elevati di trigliceridi e/o dei ridotti livelli di HDL-C contribuiscono in modo rilevante al rischio cardiovascolare residuo in corso di terapia con statine • Le più recenti Linee Guida suggeriscono, una volta raggiunti i livelli ottimali di LDL-C, di: 1) controllare se TG <150 mg/dl e/o HDL-C >40 mg/dl; 2) in caso di elevati TG e/o basso HDL-C apportare gli adeguati cambiamenti nello stile di vita e 3) prendere in considerazione l’associazione statina-fenofibrato o statina-acido nicotinico • Il recente documento del Panel della Società Europea dell’Aterosclerosi (14) ritiene che tale approccio terapeutico sequenziale (riassunto nella flow-chart in Figura 8) può contribuire efficacemente alla riduzione del rischio cardiovascolare residuo che caratterizza attualmente i pazienti con fattori di rischio cardiometabolici.
Linee guida per la gestione del rischio macrovascolare
ZAMBON, ALBERTO
2011
Abstract
RIASSUNTO La malattia cardiovascolare rimane la principale causa di mortalità ed invalidità nella nostra società. • Un approccio efficace e multifattoriale alla riduzione del rischio di eventi cardiovascolari rappresenta una priorità nelle linee guida delle società scientifiche nazionali ed internazionali ed un’esigenza irrinunciabile dei sistemi socio-sanitari. • La dislipidemia ed in particolare gli elevati livelli di LDL-C sono unanimemente considerati il fattore di rischio chiave per la malattia cardiovascolare. • L’utilizzo della terapia con statine (quando indicato statina+ezetimibe) rappresenta l’approccio di 1° scelta per la riduzione del LDL-C e del rischio cardiovascolare • I dati dei trials clinici più recenti hanno chiaramente messo in luce che anche con valori ottimali (a target) di LDL-C con statina, i pazienti con fattori di rischio cardiometabolici presentano un significativo rischio di eventi cardiovascolari: RISCHIO CARDIOVASCOLARE RESIDUO • La mancata correzione dei persistenti livelli elevati di trigliceridi e/o dei ridotti livelli di HDL-C contribuiscono in modo rilevante al rischio cardiovascolare residuo in corso di terapia con statine • Le più recenti Linee Guida suggeriscono, una volta raggiunti i livelli ottimali di LDL-C, di: 1) controllare se TG <150 mg/dl e/o HDL-C >40 mg/dl; 2) in caso di elevati TG e/o basso HDL-C apportare gli adeguati cambiamenti nello stile di vita e 3) prendere in considerazione l’associazione statina-fenofibrato o statina-acido nicotinico • Il recente documento del Panel della Società Europea dell’Aterosclerosi (14) ritiene che tale approccio terapeutico sequenziale (riassunto nella flow-chart in Figura 8) può contribuire efficacemente alla riduzione del rischio cardiovascolare residuo che caratterizza attualmente i pazienti con fattori di rischio cardiometabolici.Pubblicazioni consigliate
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