Versione aggiornata dell’omologo contributo elaborato per la prima edizione dell’opera (2008), la quale – con scelta innovativa per un commentario – ha ad oggetto immediato non i singoli articoli del codice, nella loro sequenza numerica, ma i vari istituti, ricostruiti in base al complesso delle disposizioni normative che li disciplinano. Per scelta del Direttore, il reato continuato (recte: la continuazione di reati) è trattato separatamente rispetto al concorso di reati, pur costituendo nient’altro che una particolare forma di concorso materiale. Data per scontata la questione relativa all’unità e pluralità di reati, e solo sfiorata quella tra unità e pluralità di azioni od omissioni – temi che trovano sede più consona nel capitolo dedicato a concorso materiale e formale –, la continuazione è sviscerata in tutti i suoi aspetti: ratio, natura giuridica, elementi costitutivi (con particolare riguardo alla definizione dell’unicità del disegno criminoso e alle ripercussioni della stessa sul piano dell’ambito di applicabilità dell’istituto, nonché ai problemi che essa pone sotto il profilo probatorio) e, ovviamente, conseguenze normative di disciplina – id est: unificazione – in punto di pena e prescrizione (per quest’ultima, sottolineandosi, però, l’innovazione apportata dalla l. 251/2005), ma anche ad ulteriori effetti non espressamente previsti dalla legge, ma desumibili dalla ratio dell’istituto (per es., sospensione condizionale della pena). Quanto, in particolare, al trattamento sanzionatorio, oltre al calcolo della pena, anche per il caso di reati in continuazione puniti con pene eterogenee o proporzionali, si discernono gli effetti della continuazione in ordine alle pene accessorie, alle misure di sicurezza e alle sanzioni sostitutive. Seguono alcuni profili problematici, attinenti al rapporto tra continuazione e altri istituti di diritto penale sostanziale e processuale, come il giudicato, la recidiva e l’aggravante del nesso teleologico, e all’atteggiarsi della continuazione nei reati associativi. Dopo alcuni cenni sulla continuazione in materia di illeciti tributari, il contributo si chiude con un breve excursus degli effetti di natura processuale della continuazione. Per tutti questi temi, secondo il piano dell’opera, all’esposizione teorica, per il tramite delle opinioni della dottrina, si accompagna la citazione ragionata delle pronunce giurisprudenziali.

Il reato continuato

BORSARI, RICCARDO
2011

Abstract

Versione aggiornata dell’omologo contributo elaborato per la prima edizione dell’opera (2008), la quale – con scelta innovativa per un commentario – ha ad oggetto immediato non i singoli articoli del codice, nella loro sequenza numerica, ma i vari istituti, ricostruiti in base al complesso delle disposizioni normative che li disciplinano. Per scelta del Direttore, il reato continuato (recte: la continuazione di reati) è trattato separatamente rispetto al concorso di reati, pur costituendo nient’altro che una particolare forma di concorso materiale. Data per scontata la questione relativa all’unità e pluralità di reati, e solo sfiorata quella tra unità e pluralità di azioni od omissioni – temi che trovano sede più consona nel capitolo dedicato a concorso materiale e formale –, la continuazione è sviscerata in tutti i suoi aspetti: ratio, natura giuridica, elementi costitutivi (con particolare riguardo alla definizione dell’unicità del disegno criminoso e alle ripercussioni della stessa sul piano dell’ambito di applicabilità dell’istituto, nonché ai problemi che essa pone sotto il profilo probatorio) e, ovviamente, conseguenze normative di disciplina – id est: unificazione – in punto di pena e prescrizione (per quest’ultima, sottolineandosi, però, l’innovazione apportata dalla l. 251/2005), ma anche ad ulteriori effetti non espressamente previsti dalla legge, ma desumibili dalla ratio dell’istituto (per es., sospensione condizionale della pena). Quanto, in particolare, al trattamento sanzionatorio, oltre al calcolo della pena, anche per il caso di reati in continuazione puniti con pene eterogenee o proporzionali, si discernono gli effetti della continuazione in ordine alle pene accessorie, alle misure di sicurezza e alle sanzioni sostitutive. Seguono alcuni profili problematici, attinenti al rapporto tra continuazione e altri istituti di diritto penale sostanziale e processuale, come il giudicato, la recidiva e l’aggravante del nesso teleologico, e all’atteggiarsi della continuazione nei reati associativi. Dopo alcuni cenni sulla continuazione in materia di illeciti tributari, il contributo si chiude con un breve excursus degli effetti di natura processuale della continuazione. Per tutti questi temi, secondo il piano dell’opera, all’esposizione teorica, per il tramite delle opinioni della dottrina, si accompagna la citazione ragionata delle pronunce giurisprudenziali.
2011
Il reato
9788808193940
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