E’ noto dai dati di letteratura che vi è una stretta correlazione tra patologia psichiatrica ed obesità e problematiche connesse. Tali correlazioni possono essere considerate sotto due punti di vista: come causa che ha condotto alla condizione organica di obesità (depressione maggiore, disturbi del comportamento alimentare, in particolare Binge Eating Disorder o Obesità psicogena, disturbi della personalità), ma anche come conseguenza per la gestione delle implicazioni dovute all’obesità stessa (disturbi dell’immagine corporea, agiti autolesionistici, disturbi affettivi, condotte parasuicidarie). Il presente studio, nato dalla collaborazione tra la Clinica Psichiatrica e la Chirurgia Plastica dell’Università di Padova, vuole evidenziare la presenza/assenza e la natura della psicopatologia precedente o conseguente all’aumento di peso nei pazienti che si sono rivolti all’ambulatorio chirurgico dedicato ad interventi di riduzione della massa adiposa (liposuzione e addominoplastica). Inoltre si sono voluti caratterizzare i tratti temperamentali di questi pazienti per valutare se questi potessero in qualche modo correlarsi alla patologia obesità. Un totale di 28 pazienti, reclutati da marzo 2008 fino a giugno 2011, sono stati confrontati con 25 controlli dalla popolazione generale confrontabile per caratteristiche anagrafiche e di peso. Hanno rifiutato la valutazione psichiatrica 30 pazienti. Sono stati inclusi i soggetti maschi e femmine di età compresa tra i 18 e i 60 anni con BMI non superiore a 34.9 ed esclusi soggetti con patologie organiche debilitanti o francamente causa del sovrappeso/obesità, con deficit cognitivi e/o sensoriali e con disturbi della sfera psicotica franca (schizofrenia, disturbi psicotici acuti o cronici e disturbo schizoaffttivo). Tutti i soggetti sono stati intervistati da un medico psichiatra, che li ha sottoposti alle seguenti valutazioni testistiche: intervista anagrafica, anamnesi clinica e chirurgica, valutazione BMI di partenza (alla prima valutazione ambulatoriale), BMI alla valutazione attuale, Mini International Neuropsychiatric Interview (MINI), Paykel Interview (nei 6 mesi precedenti), Tridimensional Personality Questionaire (TPQ), Beck Depression Inventory (BDI), Body Shape Questionaire (BSQ), Five Factor Inventory (FFI), Yale Brown per i tratti ossessivo-compulsivi. Dopo analisi statistica di confronto tra il gruppo dei casi e dei controlli, sono emerse differenze significative, in accordo con la letteratura, in merito alla maggiore presenza dei casi sui controlli di depressione maggiore in anamnesi e di depressione attuale; è emersa inoltre franca significatività per aspetti di tipo ossessivo-compulsivi sia alla MINI che alla YALE BROWN che alla FFI. Per quanto riguarda i tratti temperamentali è emersa una maggiore tendenza dei casi alla dipendenza dalla ricompensa, e dei controlli rispetto ad aspetti legati alla curiosità e all’apertura verso l’esterno, facendo intravedere la possibilità che tratti ossessivi (maggiori nei casi) con aspetti di controllo siano un fattore importante (oltretutto strutturale) nella psicopatogenesi dell’obesità. Tali dati sono stati analizzati anche in termini comparativi evidenziando che possono compartecipare sicuramente degli aspetti depressivi sulla genesi e sullo sviluppo della problematica dell’aumento di peso, ma che, quando si introduce l’aspetto ossessivo-compulsivo centrato sul corpo (Yale Brown), è questo a determinare il reale fattore di rischio come predisposizione psichica a sviluppare obesità (ad ogni aumento di 1 punteggio della Yale corrisponde un aumento del 37% di essere un soggetto “caso”). C’è inoltre una correlazione proporzionale tra l’aumento di peso e l’aumento del valore complessivo della scala Yale totale (oltre che relativa). In conclusione, da questi dati, emerge una preponderanza degli aspetti ossessivi (e compulsivo/impulsivi) sugli aspetti di tipo depressivo nel determinare patologie legate al sovrappeso; ed inoltre tali aspetti sembrerebbero più di tipo temperamentale che di tipo assiale sintomatologico. Per l’interesse suscitato da questi dati, abbiamo considerato questo studio solamente il punto di partenza per un progetto più ampio. E’ infatti già in atto un follow-up post-intervento allo scopo di individuare ulteriori fattori di vulnerabilità e/o di rischio che potrebbero rivelarsi utili nell’ evitare precoci ricadute post-intervento ed uno studio caso-controllo per valutare l’intervento sui fattori ossessivo-compulsivi vs placebo. Sarebbe inoltre utile considerare la possibilità di un supporto psichiatrico-psicologico sia nella fase pre-intervento che post-intervento, sia nei pazienti che presentino queste caratteristiche temperamentali sia in quelli che presentino una franca turba psicopatologica (DOC, depressione maggiore).

Studio pilota di valutazione psichiatrica in pazienti sovrappeso

MARINI, MASSIMO;BASSETTO, FRANCO;VINDIGNI, VINCENZO;PAVAN, CHIARA
2012

Abstract

E’ noto dai dati di letteratura che vi è una stretta correlazione tra patologia psichiatrica ed obesità e problematiche connesse. Tali correlazioni possono essere considerate sotto due punti di vista: come causa che ha condotto alla condizione organica di obesità (depressione maggiore, disturbi del comportamento alimentare, in particolare Binge Eating Disorder o Obesità psicogena, disturbi della personalità), ma anche come conseguenza per la gestione delle implicazioni dovute all’obesità stessa (disturbi dell’immagine corporea, agiti autolesionistici, disturbi affettivi, condotte parasuicidarie). Il presente studio, nato dalla collaborazione tra la Clinica Psichiatrica e la Chirurgia Plastica dell’Università di Padova, vuole evidenziare la presenza/assenza e la natura della psicopatologia precedente o conseguente all’aumento di peso nei pazienti che si sono rivolti all’ambulatorio chirurgico dedicato ad interventi di riduzione della massa adiposa (liposuzione e addominoplastica). Inoltre si sono voluti caratterizzare i tratti temperamentali di questi pazienti per valutare se questi potessero in qualche modo correlarsi alla patologia obesità. Un totale di 28 pazienti, reclutati da marzo 2008 fino a giugno 2011, sono stati confrontati con 25 controlli dalla popolazione generale confrontabile per caratteristiche anagrafiche e di peso. Hanno rifiutato la valutazione psichiatrica 30 pazienti. Sono stati inclusi i soggetti maschi e femmine di età compresa tra i 18 e i 60 anni con BMI non superiore a 34.9 ed esclusi soggetti con patologie organiche debilitanti o francamente causa del sovrappeso/obesità, con deficit cognitivi e/o sensoriali e con disturbi della sfera psicotica franca (schizofrenia, disturbi psicotici acuti o cronici e disturbo schizoaffttivo). Tutti i soggetti sono stati intervistati da un medico psichiatra, che li ha sottoposti alle seguenti valutazioni testistiche: intervista anagrafica, anamnesi clinica e chirurgica, valutazione BMI di partenza (alla prima valutazione ambulatoriale), BMI alla valutazione attuale, Mini International Neuropsychiatric Interview (MINI), Paykel Interview (nei 6 mesi precedenti), Tridimensional Personality Questionaire (TPQ), Beck Depression Inventory (BDI), Body Shape Questionaire (BSQ), Five Factor Inventory (FFI), Yale Brown per i tratti ossessivo-compulsivi. Dopo analisi statistica di confronto tra il gruppo dei casi e dei controlli, sono emerse differenze significative, in accordo con la letteratura, in merito alla maggiore presenza dei casi sui controlli di depressione maggiore in anamnesi e di depressione attuale; è emersa inoltre franca significatività per aspetti di tipo ossessivo-compulsivi sia alla MINI che alla YALE BROWN che alla FFI. Per quanto riguarda i tratti temperamentali è emersa una maggiore tendenza dei casi alla dipendenza dalla ricompensa, e dei controlli rispetto ad aspetti legati alla curiosità e all’apertura verso l’esterno, facendo intravedere la possibilità che tratti ossessivi (maggiori nei casi) con aspetti di controllo siano un fattore importante (oltretutto strutturale) nella psicopatogenesi dell’obesità. Tali dati sono stati analizzati anche in termini comparativi evidenziando che possono compartecipare sicuramente degli aspetti depressivi sulla genesi e sullo sviluppo della problematica dell’aumento di peso, ma che, quando si introduce l’aspetto ossessivo-compulsivo centrato sul corpo (Yale Brown), è questo a determinare il reale fattore di rischio come predisposizione psichica a sviluppare obesità (ad ogni aumento di 1 punteggio della Yale corrisponde un aumento del 37% di essere un soggetto “caso”). C’è inoltre una correlazione proporzionale tra l’aumento di peso e l’aumento del valore complessivo della scala Yale totale (oltre che relativa). In conclusione, da questi dati, emerge una preponderanza degli aspetti ossessivi (e compulsivo/impulsivi) sugli aspetti di tipo depressivo nel determinare patologie legate al sovrappeso; ed inoltre tali aspetti sembrerebbero più di tipo temperamentale che di tipo assiale sintomatologico. Per l’interesse suscitato da questi dati, abbiamo considerato questo studio solamente il punto di partenza per un progetto più ampio. E’ infatti già in atto un follow-up post-intervento allo scopo di individuare ulteriori fattori di vulnerabilità e/o di rischio che potrebbero rivelarsi utili nell’ evitare precoci ricadute post-intervento ed uno studio caso-controllo per valutare l’intervento sui fattori ossessivo-compulsivi vs placebo. Sarebbe inoltre utile considerare la possibilità di un supporto psichiatrico-psicologico sia nella fase pre-intervento che post-intervento, sia nei pazienti che presentino queste caratteristiche temperamentali sia in quelli che presentino una franca turba psicopatologica (DOC, depressione maggiore).
2012
16° Congresso della Società Italiana di Psicopatologia
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