Questo contributo si costruisce attraverso un percorso parallelo di più temi accomunati dal concetto che non è possibile disgiungere il paesaggio rurale dal costruito che gli appartiene, e che non si può descrivere un paesaggio come un insieme di forme e di elementi che lo compongono senza analizzare i differenti e complessi processi che lo hanno generato. Per conservare i valori di un paesaggio è pertanto necessario considerare l’ipotesi dell’inserimento di variabili di trasformazione. Per preservarlo dall’avvizzimento di un certo atteggiamento conservativo occorre inventare nuove regole in grado di generare nuovi processi ed innescare nuovi meccanismi strutturali capaci di organizzare nuove relazioni; atteggiamento, questo, che non tradisce le istanze conservative della tutela del paesaggio, ma che al contrario lo preserva dal pericolo dell’imbalsamazione o dal deterioramento che si verifica laddove le realtà socio-economiche non si sono integrate con la trasformazione del territorio. Sulla base di queste premesse il lavoro riporta i primi risultati di una ricerca condotta su due comuni del trevigiano, tra di loro confinanti, rivolta a verificare le modifiche delle destinazioni d’uso dei fabbricati, descrivendo il fenomeno della trasformazione dalla campagna coltivata in campagna urbanizzata. Le osservazioni sino ad ora condotte hanno consentito di definire gli aspetti architettonici dei manufatti ed il “consumo di suolo”, entrambi visti come la risultante di aspetti economici, sociali e culturali. Il quadro così delineato ha permesso di riconoscere una serie di fasi evolutive, nell’ambito delle quali è stato possibile riconoscere e/o collocare particolari ed effetti che hanno contribuito a modificare il paesaggio rurale. Le prossime tappe della ricerca avranno come obiettivo la progettazione di un “modello di costruzione rurale” in grado di adeguarsi, dal punto di vista sia tipologico che costruttivo, ai nuovi possibili scenari futuri
PER L’IMMAGINARIO DI UN NUOVO PAESAGGIO RURALE
GUERCINI, STEFANO;RUGGIERO, MARIA LUISA
2009
Abstract
Questo contributo si costruisce attraverso un percorso parallelo di più temi accomunati dal concetto che non è possibile disgiungere il paesaggio rurale dal costruito che gli appartiene, e che non si può descrivere un paesaggio come un insieme di forme e di elementi che lo compongono senza analizzare i differenti e complessi processi che lo hanno generato. Per conservare i valori di un paesaggio è pertanto necessario considerare l’ipotesi dell’inserimento di variabili di trasformazione. Per preservarlo dall’avvizzimento di un certo atteggiamento conservativo occorre inventare nuove regole in grado di generare nuovi processi ed innescare nuovi meccanismi strutturali capaci di organizzare nuove relazioni; atteggiamento, questo, che non tradisce le istanze conservative della tutela del paesaggio, ma che al contrario lo preserva dal pericolo dell’imbalsamazione o dal deterioramento che si verifica laddove le realtà socio-economiche non si sono integrate con la trasformazione del territorio. Sulla base di queste premesse il lavoro riporta i primi risultati di una ricerca condotta su due comuni del trevigiano, tra di loro confinanti, rivolta a verificare le modifiche delle destinazioni d’uso dei fabbricati, descrivendo il fenomeno della trasformazione dalla campagna coltivata in campagna urbanizzata. Le osservazioni sino ad ora condotte hanno consentito di definire gli aspetti architettonici dei manufatti ed il “consumo di suolo”, entrambi visti come la risultante di aspetti economici, sociali e culturali. Il quadro così delineato ha permesso di riconoscere una serie di fasi evolutive, nell’ambito delle quali è stato possibile riconoscere e/o collocare particolari ed effetti che hanno contribuito a modificare il paesaggio rurale. Le prossime tappe della ricerca avranno come obiettivo la progettazione di un “modello di costruzione rurale” in grado di adeguarsi, dal punto di vista sia tipologico che costruttivo, ai nuovi possibili scenari futuriPubblicazioni consigliate
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