In Italia, ed in particolare nell’area padana, l’applicazione della Direttiva Nitrati è ormai una realtà, pur essendo ancora molte le incertezze e le perplessità da parte degli allevatori. In estrema sintesi, la questione fondamentale della sua applicazione a livello aziendale consiste nel verificare se i terreni di cui ciascun allevatore dispone sono compatibili o meno con il quantitativo di azoto netto al campo prodotto dall’allevamento. La disponibilità, totale o parziale, di terreni raggiungibili a costi sostenibili determinerà le scelte gestionali verso soluzioni che, con riferimento all’azoto, potranno essere di tipo conservativo (nel caso in cui si disponga di una adeguata superficie per la distribuzione) o di tipo riduttivo (quando la superficie necessaria risulta insufficiente). La soluzione di questa, in apparenza, semplice equazione, avviene dall’ottimizzazione di un sistema gestionale scomponibile in tre fasi. La prima riguarda l’alimentazione animale che influenza l’entità dell’azoto escreto, la seconda è relativa al tipo di stabulazione e di trattamento dei reflui zootecnici; l’ultima riguarda, invece, l’impiego agronomico dell’azoto disponibile che include la distribuzione e l’assimilazione da parte delle colture. In ciascuna fase sono coinvolte questioni di tipo tecnico ed economico dove i risultati di una si ripercuotono inevitabilmente nelle scelte delle altre. Il lavoro in oggetto sintetizza i risultati ottenuti da un modello di simulazione capace di integrare le tre fasi in modo la stimare il costo di applicazione della “Direttiva Nitrati” a livello aziendale sotto diverse ipotesi di trattamento degli effluenti, disponibilità di suoli agricoli e situazione territoriale di contorno.
Strategie gestionali inerenti la gestione degli effluenti negli allevamenti di bovini da latte in ambiti di pianura
GUERCINI, STEFANO;ROSATO, PAOLO;
2009
Abstract
In Italia, ed in particolare nell’area padana, l’applicazione della Direttiva Nitrati è ormai una realtà, pur essendo ancora molte le incertezze e le perplessità da parte degli allevatori. In estrema sintesi, la questione fondamentale della sua applicazione a livello aziendale consiste nel verificare se i terreni di cui ciascun allevatore dispone sono compatibili o meno con il quantitativo di azoto netto al campo prodotto dall’allevamento. La disponibilità, totale o parziale, di terreni raggiungibili a costi sostenibili determinerà le scelte gestionali verso soluzioni che, con riferimento all’azoto, potranno essere di tipo conservativo (nel caso in cui si disponga di una adeguata superficie per la distribuzione) o di tipo riduttivo (quando la superficie necessaria risulta insufficiente). La soluzione di questa, in apparenza, semplice equazione, avviene dall’ottimizzazione di un sistema gestionale scomponibile in tre fasi. La prima riguarda l’alimentazione animale che influenza l’entità dell’azoto escreto, la seconda è relativa al tipo di stabulazione e di trattamento dei reflui zootecnici; l’ultima riguarda, invece, l’impiego agronomico dell’azoto disponibile che include la distribuzione e l’assimilazione da parte delle colture. In ciascuna fase sono coinvolte questioni di tipo tecnico ed economico dove i risultati di una si ripercuotono inevitabilmente nelle scelte delle altre. Il lavoro in oggetto sintetizza i risultati ottenuti da un modello di simulazione capace di integrare le tre fasi in modo la stimare il costo di applicazione della “Direttiva Nitrati” a livello aziendale sotto diverse ipotesi di trattamento degli effluenti, disponibilità di suoli agricoli e situazione territoriale di contorno.Pubblicazioni consigliate
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