Il rilievo tridimensionale di oggetti in ambito archeologico, architettonico e dei beni culturali ha lo scopo di definirne accuratamente le caratteristiche geometriche per l’acquisizione di informazioni necessarie in differenti operazioni quali la conoscenza, la documentazione, l’archiviazione, l’anastilosi virtuale, il monitoraggio ed il restauro, anche mediante analisi strutturali, degli oggetti stessi. Le metodologie 3D che vengono impiegate maggiormente sono quelle laser scanning e fotogrammetriche, spesso integrate con le tecniche topografiche classiche. La fotogrammetria permette l’estrazione di caratteristiche metriche dell’oggetto dall’analisi di immagini acquisite opportunamente. Il laser a scansione è un sistema in grado di rilevare molti punti misurando il tempo impiegato dal generico raggio laser per percorrere la distanza centro strumentale-superficie dell’oggetto. Le due metodologie di rilievo, pur partendo da principi fisici molto diversi, permettono di ottenere risultati finali del tutto simili e confrontabili: l’integrazione, poi, appare particolarmente utile per superare i limiti di ciascuna allo scopo di arrivare al rilievo completo, il più dettagliato possibile e preciso dell’oggetto. L’integrazione con la topografia classica spesso si rende indispensabile allo scopo di ottenere la co-registrazione dei rilievi 3D nei sistemi di riferimento locali o globali: questo si realizza misurando alcuni specifici e ben visibili punti naturali o artificiali dell’oggetto, sia rispetto al sistema locale di acquisizione 3D, sia rispetto a quello di riferimento internazionale, nazionale o locale nel quale si vogliono georiferire i rilievi. In questo modo sarà quindi possibile la roto-traslazione con fattore di scala per mezzo delle coordinate doppie note di questi punti rispetto ai due sistemi di riferimento. La procedura appare particolarmente adatta anche per collegare scansioni che non presentano sovrapposizioni reciproche come, ad esempio, le porzioni interna ed esterna di una muratura che, in questo modo, possono essere allineate utilizzando le coordinate note nello stesso sistema di riferimento di opportuni punti naturali o artificiali. In questo lavoro vengono presentate due applicazioni che si riferiscono al rilievo 3D di altrettanti edifici residenziali medievali a Padova: l’edificio sito tra via S. Lucia, via Boccalerie e via Pietro D’Abano e la Torre degli Anziani per i quali sono state utilizzate le metodologie laser scanning terrestri; un’altra applicazione, effettuata utilizzando le metodologie fotogrammetriche digitali, riguarda la Casa dell’Angelo che viene descritta nel contributo di Mattia Pavan: in entrambi i casi le tecniche 3D sono state integrate con quelle topografiche classiche per la definizione della rete topografica di inquadramento e la misura di adeguati punti d’appoggio
Metodologie geomatiche integrate per il rilievo 3D di architetture medievali
ACHILLI, VLADIMIRO;BRAGAGNOLO, DENIS;FABRIS, MASSIMO;MENIN, ANDREA
2011
Abstract
Il rilievo tridimensionale di oggetti in ambito archeologico, architettonico e dei beni culturali ha lo scopo di definirne accuratamente le caratteristiche geometriche per l’acquisizione di informazioni necessarie in differenti operazioni quali la conoscenza, la documentazione, l’archiviazione, l’anastilosi virtuale, il monitoraggio ed il restauro, anche mediante analisi strutturali, degli oggetti stessi. Le metodologie 3D che vengono impiegate maggiormente sono quelle laser scanning e fotogrammetriche, spesso integrate con le tecniche topografiche classiche. La fotogrammetria permette l’estrazione di caratteristiche metriche dell’oggetto dall’analisi di immagini acquisite opportunamente. Il laser a scansione è un sistema in grado di rilevare molti punti misurando il tempo impiegato dal generico raggio laser per percorrere la distanza centro strumentale-superficie dell’oggetto. Le due metodologie di rilievo, pur partendo da principi fisici molto diversi, permettono di ottenere risultati finali del tutto simili e confrontabili: l’integrazione, poi, appare particolarmente utile per superare i limiti di ciascuna allo scopo di arrivare al rilievo completo, il più dettagliato possibile e preciso dell’oggetto. L’integrazione con la topografia classica spesso si rende indispensabile allo scopo di ottenere la co-registrazione dei rilievi 3D nei sistemi di riferimento locali o globali: questo si realizza misurando alcuni specifici e ben visibili punti naturali o artificiali dell’oggetto, sia rispetto al sistema locale di acquisizione 3D, sia rispetto a quello di riferimento internazionale, nazionale o locale nel quale si vogliono georiferire i rilievi. In questo modo sarà quindi possibile la roto-traslazione con fattore di scala per mezzo delle coordinate doppie note di questi punti rispetto ai due sistemi di riferimento. La procedura appare particolarmente adatta anche per collegare scansioni che non presentano sovrapposizioni reciproche come, ad esempio, le porzioni interna ed esterna di una muratura che, in questo modo, possono essere allineate utilizzando le coordinate note nello stesso sistema di riferimento di opportuni punti naturali o artificiali. In questo lavoro vengono presentate due applicazioni che si riferiscono al rilievo 3D di altrettanti edifici residenziali medievali a Padova: l’edificio sito tra via S. Lucia, via Boccalerie e via Pietro D’Abano e la Torre degli Anziani per i quali sono state utilizzate le metodologie laser scanning terrestri; un’altra applicazione, effettuata utilizzando le metodologie fotogrammetriche digitali, riguarda la Casa dell’Angelo che viene descritta nel contributo di Mattia Pavan: in entrambi i casi le tecniche 3D sono state integrate con quelle topografiche classiche per la definizione della rete topografica di inquadramento e la misura di adeguati punti d’appoggioPubblicazioni consigliate
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