Tra le cellule del Follicle-Associated Epithelium (FAE), le cellule M arrivano a rappresentare nel coniglio il 50% della popolazione. Avendo il compito di catturare macromolecole, microrganismi e particelle e di trasportarle ai sottostanti linfociti, sono state studiate in conigli naturalmente infetti mediante lectine, al fine di osservarne le alterazioni a livello di glicoconiugati di superficie quando attivate. Con la collaborazione della sezione Diagnostica dell’IZSVE della sezione di Treviso (necroscopie e successive analisi microbiologiche di routine sul contenuto ciecale, compresa biotipizzazione di E. coli), sono stati raccolti campioni di sacculus rotundus da 98 soggetti di entrambi i sessi, di età compresa tra i 45 e i 60 giorni, moribondi o morti da poco e con sintomi o lesioni da patologie enteriche; tutti i soggetti provenivano da allevamenti di tipo industriale. E’ stato applicato un pannello di 17 lectine, delle quali 7 si sono rivelate non utili (BS II, Con A, ECL, Jacalin, LTL, PNA, SBA) e le restanti si sono suddivise in 2 principali gruppi: marcanti i linfociti (BSI-B4, WGA, PHA-E) e marcanti diverse parti delle cellule M (LCA, DBA, PSA, UEA-I); un terzo piccolo gruppo marcava principalmente i vasi sanguigni (MAL II, SNA, GNL). Differenze sostanziali nella marcatura si sono avute anche in lesioni indotte da diversi batteri, suddivisi in E. coli e non-E. coli (Clostridium spp., Proteus spp., Pseudomonas spp., Klebsiella spp., associazioni di questi). Pur tenendo presente l’estrema variabilità delle cellule M nelle diverse sezioni di intestino e la difficoltà di reperire campioni ottimali da conigli naturalmente infetti, i risultati del presente lavoro pongono importanti basi per successivi studi e aprono nuove interessanti domande.
Applicazione di lectine su sacculus rotundus di conigli naturalmente infetti per uno studio sulle cellule M.
POPPI, LISA;CASTAGNARO, MASSIMO
2011
Abstract
Tra le cellule del Follicle-Associated Epithelium (FAE), le cellule M arrivano a rappresentare nel coniglio il 50% della popolazione. Avendo il compito di catturare macromolecole, microrganismi e particelle e di trasportarle ai sottostanti linfociti, sono state studiate in conigli naturalmente infetti mediante lectine, al fine di osservarne le alterazioni a livello di glicoconiugati di superficie quando attivate. Con la collaborazione della sezione Diagnostica dell’IZSVE della sezione di Treviso (necroscopie e successive analisi microbiologiche di routine sul contenuto ciecale, compresa biotipizzazione di E. coli), sono stati raccolti campioni di sacculus rotundus da 98 soggetti di entrambi i sessi, di età compresa tra i 45 e i 60 giorni, moribondi o morti da poco e con sintomi o lesioni da patologie enteriche; tutti i soggetti provenivano da allevamenti di tipo industriale. E’ stato applicato un pannello di 17 lectine, delle quali 7 si sono rivelate non utili (BS II, Con A, ECL, Jacalin, LTL, PNA, SBA) e le restanti si sono suddivise in 2 principali gruppi: marcanti i linfociti (BSI-B4, WGA, PHA-E) e marcanti diverse parti delle cellule M (LCA, DBA, PSA, UEA-I); un terzo piccolo gruppo marcava principalmente i vasi sanguigni (MAL II, SNA, GNL). Differenze sostanziali nella marcatura si sono avute anche in lesioni indotte da diversi batteri, suddivisi in E. coli e non-E. coli (Clostridium spp., Proteus spp., Pseudomonas spp., Klebsiella spp., associazioni di questi). Pur tenendo presente l’estrema variabilità delle cellule M nelle diverse sezioni di intestino e la difficoltà di reperire campioni ottimali da conigli naturalmente infetti, i risultati del presente lavoro pongono importanti basi per successivi studi e aprono nuove interessanti domande.Pubblicazioni consigliate
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