L’idea di una Dalmazia territorialmente unitaria si affermò nel primo Ottocento, con il definitivo dominio asburgico e il nuovo assetto amministrativo (dal 1813-15). Alla Dalmazia fu assegnato lo status di regno, come la parte più meridionale e marittima dell'impero d'Austria. La diversità tra la Dalmazia veneta, la repubblica di Ragusa (entrata formalmente a far parte dei contesti asburgici solo nel 1815) e l’Albania veneta, cioè le Bocche di Cattaro assieme a Budua, sarebbe rimasta viva per tutto l’Ottocento. L’amministrazione asburgica nei primi anni della Restaurazione non si discostò dal percorso avviato nell’ultimo dominio veneto, attenta a non stravolgere le gerarchie territoriali precedenti e a riconoscere le particolarità, come nei casi di Ragusa e Cattaro. Solo con gli anni Venti furono mossi i primi passi verso una ristrutturazione provinciale del regno. I risultati, per quanto non percepibili nell’immediato, si ebbero nella ridefinizione dei ruoli dei ceti dirigenti locali, sempre più inseriti nell’ordine austriaco, giudiziario e fiscale. La comunità aveva un ruolo sociale ancora totalizzante e l’antico regime non era certo tramontato con il 1797. Secondo la storiografia croata, si trattava di “particolarismo dalmata” a livello di identità locali, cittadine/urbane e rurali e a livello più ampio di regione. Un regionalismo inteso come ostacolo nello sviluppo dell’ identità nazionale croata.
La patria del Tommaseo. La Dalmazia tra il 1815 e il 1860
IVETIC, EGIDIO
2004
Abstract
L’idea di una Dalmazia territorialmente unitaria si affermò nel primo Ottocento, con il definitivo dominio asburgico e il nuovo assetto amministrativo (dal 1813-15). Alla Dalmazia fu assegnato lo status di regno, come la parte più meridionale e marittima dell'impero d'Austria. La diversità tra la Dalmazia veneta, la repubblica di Ragusa (entrata formalmente a far parte dei contesti asburgici solo nel 1815) e l’Albania veneta, cioè le Bocche di Cattaro assieme a Budua, sarebbe rimasta viva per tutto l’Ottocento. L’amministrazione asburgica nei primi anni della Restaurazione non si discostò dal percorso avviato nell’ultimo dominio veneto, attenta a non stravolgere le gerarchie territoriali precedenti e a riconoscere le particolarità, come nei casi di Ragusa e Cattaro. Solo con gli anni Venti furono mossi i primi passi verso una ristrutturazione provinciale del regno. I risultati, per quanto non percepibili nell’immediato, si ebbero nella ridefinizione dei ruoli dei ceti dirigenti locali, sempre più inseriti nell’ordine austriaco, giudiziario e fiscale. La comunità aveva un ruolo sociale ancora totalizzante e l’antico regime non era certo tramontato con il 1797. Secondo la storiografia croata, si trattava di “particolarismo dalmata” a livello di identità locali, cittadine/urbane e rurali e a livello più ampio di regione. Un regionalismo inteso come ostacolo nello sviluppo dell’ identità nazionale croata.Pubblicazioni consigliate
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