Il saggio – sulla scorta di ricerche intraprese anni prima, nel corso dell’attività di ricerca post-dottorato dedicata alle realizzazioni pugliesi di Gaetano Minnucci, e di riflessioni più generali sull’architettura del serbatoio di Corigliano d’Otranto (cfr. L. Stendardo, Il serbatoio dell’Acquedotto pugliese a Corigliano d’Otranto di Gaetano Minnucci, in C. D’Amato (a cura di), Città di Pietra, La Biennale di Venezia 10. Mostra Internazionale di Architettura, Marsilio, Venezia 2006, pp. 263-268) – approfondisce il tema del rapporto tra struttura e rivestimento nell’opera costruita e nella produzione teorica e manualistica di Gaetano Minucci, che molta rilevanza hanno avuto nel dibattito architettonico italiano e soprattutto nella formazione di diverse generazioni di tecnici progettisti. La riflessione è condotta attraverso l’analisi puntuale dei rilievi condotti e delle fonti d’archivio – costituite dai grafici di progetto, da relazioni tecniche, computi, annotazioni, carteggi e foto di cantiere – relative al serbatoio e degli scritti di Minnucci e mette in evidenza come talora nell’apparecchiatura costruttiva di un manufatto di ingegneria civile restino intessuti significativi stralci della riflessione teorica che ha alimentato il pensiero ed il dibattito architettonico di un’epoca. La fabbrica non si limita ad essere documento di storia materiale che testimonia del sapere e del saper fare propri di una tékhne, ma si fa enunciato di una teoria, dà conto dell’osservazione della realtà da un punto di vista preciso e consapevole. Una sintesi del percorso formativo, di studi e ricerche, e infine progettuale di Gaetano Minnucci getta le basi per ricollegare gli interessi dell’ingegnere-architetto ai temi della ricerca architettonica del moderno ed in particolare al rapporto tra forma e costruzione. Nel saggio si delineano in particolare i rapporti con il razionalismo del nord Europa, e in particolare Olandese, ma anche con le poetiche dell’Espressionismo tedesco. Ci si sofferma inoltre sulle sperimentazioni costruttive che costituirono l’oggetto di molta della ricerca di Minnucci ed in particolare sul rapporto tra struttura portante in calcestruzzo armato e rivestimento lapideo. Tema declinato con straordinaria maestria nel caso del serbatoio, ma che sarà un motivo dominante del razionalismo italiano, soprattutto di scuola romana. Il rapporto tra tradizione e innovazione e quello tra l’architettura e l’estetica dell’ingegneria permeano la riflessione di Minnucci che sarà condivisa con altri protagonisti dell’architettura italiana, ed in particolare con Adalberto Libera, soprattutto nella fondazione del MIAR e nell’esperienza della costruzione dell’EUR di cui Minnucci dirigerà l’ufficio tecnico.

Struttura e rivestimento in un’opera di ingegneria civile di Gaetano Minnucci

STENDARDO, LUIGI
2008

Abstract

Il saggio – sulla scorta di ricerche intraprese anni prima, nel corso dell’attività di ricerca post-dottorato dedicata alle realizzazioni pugliesi di Gaetano Minnucci, e di riflessioni più generali sull’architettura del serbatoio di Corigliano d’Otranto (cfr. L. Stendardo, Il serbatoio dell’Acquedotto pugliese a Corigliano d’Otranto di Gaetano Minnucci, in C. D’Amato (a cura di), Città di Pietra, La Biennale di Venezia 10. Mostra Internazionale di Architettura, Marsilio, Venezia 2006, pp. 263-268) – approfondisce il tema del rapporto tra struttura e rivestimento nell’opera costruita e nella produzione teorica e manualistica di Gaetano Minucci, che molta rilevanza hanno avuto nel dibattito architettonico italiano e soprattutto nella formazione di diverse generazioni di tecnici progettisti. La riflessione è condotta attraverso l’analisi puntuale dei rilievi condotti e delle fonti d’archivio – costituite dai grafici di progetto, da relazioni tecniche, computi, annotazioni, carteggi e foto di cantiere – relative al serbatoio e degli scritti di Minnucci e mette in evidenza come talora nell’apparecchiatura costruttiva di un manufatto di ingegneria civile restino intessuti significativi stralci della riflessione teorica che ha alimentato il pensiero ed il dibattito architettonico di un’epoca. La fabbrica non si limita ad essere documento di storia materiale che testimonia del sapere e del saper fare propri di una tékhne, ma si fa enunciato di una teoria, dà conto dell’osservazione della realtà da un punto di vista preciso e consapevole. Una sintesi del percorso formativo, di studi e ricerche, e infine progettuale di Gaetano Minnucci getta le basi per ricollegare gli interessi dell’ingegnere-architetto ai temi della ricerca architettonica del moderno ed in particolare al rapporto tra forma e costruzione. Nel saggio si delineano in particolare i rapporti con il razionalismo del nord Europa, e in particolare Olandese, ma anche con le poetiche dell’Espressionismo tedesco. Ci si sofferma inoltre sulle sperimentazioni costruttive che costituirono l’oggetto di molta della ricerca di Minnucci ed in particolare sul rapporto tra struttura portante in calcestruzzo armato e rivestimento lapideo. Tema declinato con straordinaria maestria nel caso del serbatoio, ma che sarà un motivo dominante del razionalismo italiano, soprattutto di scuola romana. Il rapporto tra tradizione e innovazione e quello tra l’architettura e l’estetica dell’ingegneria permeano la riflessione di Minnucci che sarà condivisa con altri protagonisti dell’architettura italiana, ed in particolare con Adalberto Libera, soprattutto nella fondazione del MIAR e nell’esperienza della costruzione dell’EUR di cui Minnucci dirigerà l’ufficio tecnico.
2008
Storia dell’ingegneria
9788887998863
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