Il saggio introduce al catalogo della mostra - pure curata dall'autore, insieme a P. Marini e a F. Magani - dedicata alla civiltà pittorica del maturo Settecento a Verona, che per la prima volta mette a fuoco le caratteristiche peculiari di quella importante stagione figurativa, rivelando originalità e autonomia rispetto alle coeve esperienze elaborate a Venezia. Ne risulta un tratto caratterizzante: un fondamentale classicismo che, fondato sullo studio dell'antichità e dei modelli della tradizione emiliano-romana, trova le proprie radici nelle idee anti-barocche di Scipione Maffei e gli interpreti ideali in artisti quali Antonio Balestra (1706-1740) dapprima, poi Pietro Antonio Rotari (1707-1762) e Giambettino Cignaroli (1706-1770). Le loro opere, richieste dalle corti di mezza Europa, partecipano a pieno titolo di uno dei fenomeni più qualificanti della civiltà pittorica europea del XVIII secolo, la diffusione internazionale della pittura veneta, appunto. Lo sguardo è inoltre ampliato alla produzione scultorea che mostra singolari tratti di omogeneità e dialoga strettamente con la pittura, contribuendo a determinare una corrente di gusto che durerà fino ai primi decenni dell'Ottocento.
"Verona, madre e nutrice d'eccellenti pittori"
TOMEZZOLI, ANDREA
2011
Abstract
Il saggio introduce al catalogo della mostra - pure curata dall'autore, insieme a P. Marini e a F. Magani - dedicata alla civiltà pittorica del maturo Settecento a Verona, che per la prima volta mette a fuoco le caratteristiche peculiari di quella importante stagione figurativa, rivelando originalità e autonomia rispetto alle coeve esperienze elaborate a Venezia. Ne risulta un tratto caratterizzante: un fondamentale classicismo che, fondato sullo studio dell'antichità e dei modelli della tradizione emiliano-romana, trova le proprie radici nelle idee anti-barocche di Scipione Maffei e gli interpreti ideali in artisti quali Antonio Balestra (1706-1740) dapprima, poi Pietro Antonio Rotari (1707-1762) e Giambettino Cignaroli (1706-1770). Le loro opere, richieste dalle corti di mezza Europa, partecipano a pieno titolo di uno dei fenomeni più qualificanti della civiltà pittorica europea del XVIII secolo, la diffusione internazionale della pittura veneta, appunto. Lo sguardo è inoltre ampliato alla produzione scultorea che mostra singolari tratti di omogeneità e dialoga strettamente con la pittura, contribuendo a determinare una corrente di gusto che durerà fino ai primi decenni dell'Ottocento.Pubblicazioni consigliate
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