La diversità biologica della Laguna di Venezia, luogo di transizione delicato e complesso tra le acque dolci e salate, composto da una serie continua di diversi sistemi naturali in cui l'impatto antropico è andato aumentando nel corso dei secoli, è un indicatore dello stato dell'ecosistema. Quest'ultimo rivela una diversità di specie che si sono adattate nel tempo all'interno di ogni singolo sistema naturale di cui è composto e che mantengono a loro volta la funzionalità dell'intero ecosistema: lo stato della biodiversità rappresenta pertanto un parametro molto importante per capire come sta evolvendo la Laguna, la quale, considerata per secoli unicamente in relazione alle attività di piccola pesca, oggi subisce la convergenza di molti interessi e attività antropiche che ne minacciano seriamente la biodiversità. Molte sostanze contaminanti, con biodisponibiltà e bioaccumulo diversi e con effetti deleteri a lungo termine - anche potenzialmente sinergici - sulle biocenosi marine costiere, sono state introdotte indiscriminatamente nella Laguna negli ultimi trent'anni da fonti inquinanti, sia dirette che indirette, in seguito all'incremento della produttività agricolo-industriale e delle attività portuali sia turistiche che commerciali del Nord-Est. E' ora prioritario e di fondamentale importanza comprendere il "metabolismo" della Laguna includendo i fattori biotici e abiotici in vista di una valutazione del rischio ecologico. A partire dalla seconda metà degli anni Settanta sono stati introdotti massicciamente composti biocidi a base di stannorganici (TBT, TPT e loro derivati) nella formulazione delle vernici antivegetative utilizzate per la protezione dall'insediamento di vari organismi acquatici sessili di materiali impiegati per strutture che devono rimanere sommerse a lungo come scafi ed eliche di imbarcazioni, boe e moli. Queste sostanze si sono rivelate molto dannose per le biocenosi bentoniche marine, in particolare per gli organismi filtratori, e inoltre risultano persistenti nell'ambiente. Dopo la messa al bando degli stannorganici sulle imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 25 m e la proposta da parte dell'IMO del divieto totale a partire dal 2008, l'industria delle vernici antivegetative ha rivolto la sua attenzione alla ricerca di combinazioni di biocidi di nuova sintesi o provenienti dall'industria farmaceutica (antibatterici) e dall'agricoltura (erbicidi e fungicidi). Dal momento che il rischio ambientale dei composti antivegetativi è funzione della concentrazione ambientale e della loro tossicità abbiamo voluto verificare i meccanismi attraverso i quali tali composti esplicano la loro attività e i loro effetti su popolazioni di specie sessili. A tal fine abbiamo affrontato lo studio sia su modelli sperimentali in laboratorio che in natura. In particolare abbiamo effettuato saggi di laboratorio per valutare le alterazioni delle risposte immunitarie, importanti per la sopravvivenza degli organismi, da parte di alcuni principi attivi usati nella formulazione di vernici antivegetative su colture di emociti dell'ascidia coloniale Botryllus schlosseri, ampiamente diffusa in Laguna e rivelatasi molto sensibile agli stannorganici. I risultati ottenuti finora suggeriscono un potente effetto immunodepressivo da parte di alcune sostanze che rende gli organismi più vulnerabili ad agenti patogeni e ad altri xenobiotici. Parallelamente sono state introdotte, in alcune stazioni nella Laguna Sud, serie di pannelli rivestiti di vernici antivegetative attualmente in uso nell'area lagunare per valutare la capacità di insediamento da parte dei diversi gruppi di organismi incrostanti. Anche in questo caso i risultati, tuttora in fase di elaborazione, corroborano l’idea di un'influenza non trascurabile di tali composti sull’insediamento di diverse specie bentoniche, causando spesso il decremento della popolazione e la selezione di specie dominanti più resistenti. Ne deriva un’alterazione della composizione e della struttura funzionale delle comunità con tendenza alla riduzione della ricchezza in specie.

Biodiversità nella Laguna di Venezia: effetto di composti antivegetativi su insediamento e sopravvivenza di specie sessili

CIMA, FRANCESCA;BALLARIN, LORIANO
2003

Abstract

La diversità biologica della Laguna di Venezia, luogo di transizione delicato e complesso tra le acque dolci e salate, composto da una serie continua di diversi sistemi naturali in cui l'impatto antropico è andato aumentando nel corso dei secoli, è un indicatore dello stato dell'ecosistema. Quest'ultimo rivela una diversità di specie che si sono adattate nel tempo all'interno di ogni singolo sistema naturale di cui è composto e che mantengono a loro volta la funzionalità dell'intero ecosistema: lo stato della biodiversità rappresenta pertanto un parametro molto importante per capire come sta evolvendo la Laguna, la quale, considerata per secoli unicamente in relazione alle attività di piccola pesca, oggi subisce la convergenza di molti interessi e attività antropiche che ne minacciano seriamente la biodiversità. Molte sostanze contaminanti, con biodisponibiltà e bioaccumulo diversi e con effetti deleteri a lungo termine - anche potenzialmente sinergici - sulle biocenosi marine costiere, sono state introdotte indiscriminatamente nella Laguna negli ultimi trent'anni da fonti inquinanti, sia dirette che indirette, in seguito all'incremento della produttività agricolo-industriale e delle attività portuali sia turistiche che commerciali del Nord-Est. E' ora prioritario e di fondamentale importanza comprendere il "metabolismo" della Laguna includendo i fattori biotici e abiotici in vista di una valutazione del rischio ecologico. A partire dalla seconda metà degli anni Settanta sono stati introdotti massicciamente composti biocidi a base di stannorganici (TBT, TPT e loro derivati) nella formulazione delle vernici antivegetative utilizzate per la protezione dall'insediamento di vari organismi acquatici sessili di materiali impiegati per strutture che devono rimanere sommerse a lungo come scafi ed eliche di imbarcazioni, boe e moli. Queste sostanze si sono rivelate molto dannose per le biocenosi bentoniche marine, in particolare per gli organismi filtratori, e inoltre risultano persistenti nell'ambiente. Dopo la messa al bando degli stannorganici sulle imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 25 m e la proposta da parte dell'IMO del divieto totale a partire dal 2008, l'industria delle vernici antivegetative ha rivolto la sua attenzione alla ricerca di combinazioni di biocidi di nuova sintesi o provenienti dall'industria farmaceutica (antibatterici) e dall'agricoltura (erbicidi e fungicidi). Dal momento che il rischio ambientale dei composti antivegetativi è funzione della concentrazione ambientale e della loro tossicità abbiamo voluto verificare i meccanismi attraverso i quali tali composti esplicano la loro attività e i loro effetti su popolazioni di specie sessili. A tal fine abbiamo affrontato lo studio sia su modelli sperimentali in laboratorio che in natura. In particolare abbiamo effettuato saggi di laboratorio per valutare le alterazioni delle risposte immunitarie, importanti per la sopravvivenza degli organismi, da parte di alcuni principi attivi usati nella formulazione di vernici antivegetative su colture di emociti dell'ascidia coloniale Botryllus schlosseri, ampiamente diffusa in Laguna e rivelatasi molto sensibile agli stannorganici. I risultati ottenuti finora suggeriscono un potente effetto immunodepressivo da parte di alcune sostanze che rende gli organismi più vulnerabili ad agenti patogeni e ad altri xenobiotici. Parallelamente sono state introdotte, in alcune stazioni nella Laguna Sud, serie di pannelli rivestiti di vernici antivegetative attualmente in uso nell'area lagunare per valutare la capacità di insediamento da parte dei diversi gruppi di organismi incrostanti. Anche in questo caso i risultati, tuttora in fase di elaborazione, corroborano l’idea di un'influenza non trascurabile di tali composti sull’insediamento di diverse specie bentoniche, causando spesso il decremento della popolazione e la selezione di specie dominanti più resistenti. Ne deriva un’alterazione della composizione e della struttura funzionale delle comunità con tendenza alla riduzione della ricchezza in specie.
2003
Atti II Riunione Annulae Programma di Ricerca Co.Ri.La. I Fase 2000-2004
Riunione Annulae Programma di Ricerca Co.Ri.La. I Fase 2000-2004
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