La presenza in ambiente montano di strutture rocciose fratturate o fessurate può comportare rischi per la popolazione e/o gli elementi di interesse storico-monumentale; è il caso della “Gusela del Vescovà”, guglia situata nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi che, oltre ad essere il simbolo della città di Belluno, rappresenta un elemento di grande interesse geomorfologico. Le fessure in essa presenti sono di quantità e dimensioni tali da poterne compromettere la stabilità e in definitiva la sua stessa esistenza. L’utilizzo di DTM consente la definizione strutturale e quindi del quadro fessurativo, del monolite in oggetto a partire da fotogrammi acquisiti da terra con camera semimetrica Rollei 6006. I fotogrammi sono stati rasterizzati a 12 micron utilizzando lo scanner fotogrammetrico Wehrli Raster Master RM2; l’orientamento dei modelli, la creazione in automatico del DTM e l’editing a posteriori sono stati effettuati sulla workstation DPW 770 Helava utilizzando il software Socet Set e considerando un sistema di riferimento locale. L’integrazione con metodologie di rilevamento topografico classico e GPS, oltre a fornire le coordinate dei punti fotografici d’appoggio, completa la definizione del quadro fessurativo e consente inoltre di stabilire, attraverso il confronto fra le caratteristiche delle diverse tecniche di rilievo, l’affidabilità di controlli deformativi programmati nel monitoraggio
Estrazione di DTM per la definizione morfometrica di strutture montane: la guglia dolomitica della Gusela del Vescovà
FABRIS, MASSIMO;ACHILLI, VLADIMIRO;MENIN, ANDREA;SALEMI, GIUSEPPE;TARGA, GABRIELE
2002
Abstract
La presenza in ambiente montano di strutture rocciose fratturate o fessurate può comportare rischi per la popolazione e/o gli elementi di interesse storico-monumentale; è il caso della “Gusela del Vescovà”, guglia situata nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi che, oltre ad essere il simbolo della città di Belluno, rappresenta un elemento di grande interesse geomorfologico. Le fessure in essa presenti sono di quantità e dimensioni tali da poterne compromettere la stabilità e in definitiva la sua stessa esistenza. L’utilizzo di DTM consente la definizione strutturale e quindi del quadro fessurativo, del monolite in oggetto a partire da fotogrammi acquisiti da terra con camera semimetrica Rollei 6006. I fotogrammi sono stati rasterizzati a 12 micron utilizzando lo scanner fotogrammetrico Wehrli Raster Master RM2; l’orientamento dei modelli, la creazione in automatico del DTM e l’editing a posteriori sono stati effettuati sulla workstation DPW 770 Helava utilizzando il software Socet Set e considerando un sistema di riferimento locale. L’integrazione con metodologie di rilevamento topografico classico e GPS, oltre a fornire le coordinate dei punti fotografici d’appoggio, completa la definizione del quadro fessurativo e consente inoltre di stabilire, attraverso il confronto fra le caratteristiche delle diverse tecniche di rilievo, l’affidabilità di controlli deformativi programmati nel monitoraggioPubblicazioni consigliate
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