I gravi scandali finanziari che, in tempi recenti, hanno interessato alcune grandi imprese ed istituzioni finanziarie quotate sui maggiori mercati finanziari mondiali hanno evidenziato la centralità dei sistemi di controllo interno come meccanismi di governance aziendale. I sistemi di controllo interno (SCI) contribuiscono alla protezione degli interessi degli investitori (e degli altri stakeholder) non solo promuovendo l’affidabilità dell’informativa finanziaria, ma più in generale orientando l’azione del management, a tutti i livelli, ad un governo consapevole dei rischi che gravano sulle possibilità di conseguimento degli obiettivi aziendali, siano essi obiettivi di compliance con la normativa ovvero di governo economico dell’impresa. La centralità di tali sistemi è ormai ampiamente riconosciuta non solo dai principali codici di corporate governance, ma anche da numerose disposizioni normative in materia di protezione del risparmio (tra le altre, Sarbanes-Oxley Act/2002 e DLgs 262/2005). Nonostante tale oramai riconosciuta rilevanza, la natura di meccanismi di governo interni all’organizzazione impedisce la diretta osservazione dei SCI da parte degli investitori, i quali possono maturare un proprio giudizio sulla qualità della loro struttura e l’efficacia del loro funzionamento solo attraverso la diffusione di informazioni fornite dal management. Essendo tale disclosure in larga misura effettuata su base volontaristica, e comunque in assenza di stringenti schemi di rappresentazione, è opportuno interrogarsi sulle determinanti della decisione che il management prenderà sul quanto e cosa comunicare all’esterno in materia di SCI. La teoria dell’agenzia offre un’utile prospettiva di indagine, suggerendo che il management avrà maggiori incentivi alla disclosure quanto più rilevanti siano i costi di agenzia che esso deve sostenere ovvero quanto più deboli sono i meccanismi di governo aziendale. In particolare questo lavoro indaga in merito alla esistenza di un rapporto di sostituzione fra disclosure sui SCI ed altri meccanismi di monitoring riconducibili in essenza alla struttura proprietaria dell’impresa ed alla composizione dei massimi organi di governo aziendale. L’ipotesi di sostituzione viene esaminata in differenti contesti istituzionali attraverso l’analisi della disclosure sui SCI di 160 società europee quotate su quattro differenti mercati finanziari (Londra, Parigi, Francoforte, Milano) per il triennio 2003-2005. Le evidenze raccolte e le analisi condotte testimoniano l’esistenza di tale rapporto di sostituzione, contribuendo a chiarire le logiche di utilizzo discrezionale della disclosure da parte del management.

La comunicazione delle caratteristiche del Sistema di Controllo Interno quale meccanismo di governance: un'indagine empirica

BERETTA, SERGIO;BOZZOLAN, SAVERIO;MICHELON, GIOVANNA
2010

Abstract

I gravi scandali finanziari che, in tempi recenti, hanno interessato alcune grandi imprese ed istituzioni finanziarie quotate sui maggiori mercati finanziari mondiali hanno evidenziato la centralità dei sistemi di controllo interno come meccanismi di governance aziendale. I sistemi di controllo interno (SCI) contribuiscono alla protezione degli interessi degli investitori (e degli altri stakeholder) non solo promuovendo l’affidabilità dell’informativa finanziaria, ma più in generale orientando l’azione del management, a tutti i livelli, ad un governo consapevole dei rischi che gravano sulle possibilità di conseguimento degli obiettivi aziendali, siano essi obiettivi di compliance con la normativa ovvero di governo economico dell’impresa. La centralità di tali sistemi è ormai ampiamente riconosciuta non solo dai principali codici di corporate governance, ma anche da numerose disposizioni normative in materia di protezione del risparmio (tra le altre, Sarbanes-Oxley Act/2002 e DLgs 262/2005). Nonostante tale oramai riconosciuta rilevanza, la natura di meccanismi di governo interni all’organizzazione impedisce la diretta osservazione dei SCI da parte degli investitori, i quali possono maturare un proprio giudizio sulla qualità della loro struttura e l’efficacia del loro funzionamento solo attraverso la diffusione di informazioni fornite dal management. Essendo tale disclosure in larga misura effettuata su base volontaristica, e comunque in assenza di stringenti schemi di rappresentazione, è opportuno interrogarsi sulle determinanti della decisione che il management prenderà sul quanto e cosa comunicare all’esterno in materia di SCI. La teoria dell’agenzia offre un’utile prospettiva di indagine, suggerendo che il management avrà maggiori incentivi alla disclosure quanto più rilevanti siano i costi di agenzia che esso deve sostenere ovvero quanto più deboli sono i meccanismi di governo aziendale. In particolare questo lavoro indaga in merito alla esistenza di un rapporto di sostituzione fra disclosure sui SCI ed altri meccanismi di monitoring riconducibili in essenza alla struttura proprietaria dell’impresa ed alla composizione dei massimi organi di governo aziendale. L’ipotesi di sostituzione viene esaminata in differenti contesti istituzionali attraverso l’analisi della disclosure sui SCI di 160 società europee quotate su quattro differenti mercati finanziari (Londra, Parigi, Francoforte, Milano) per il triennio 2003-2005. Le evidenze raccolte e le analisi condotte testimoniano l’esistenza di tale rapporto di sostituzione, contribuendo a chiarire le logiche di utilizzo discrezionale della disclosure da parte del management.
2010
Scritti in onore di Vittorio Coda
9788823811041
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