Nelle lagune poco profonde, come ad esempio la Laguna di Venezia, le aree di bassofondo sono caratte-rizzate da differenze in elevazione relativamente ridotte e giacciono al di sotto del livello del mare mentre le barene si posizionano altimetricamente ad una quota maggiore con qualche variazione legata alle lo-cali caratteristiche ecologiche e sedimentologiche. Le quote intermedie rispetto a queste due formazioni geomorfologiche sono decisamente poco frequenti. Ciò suggerisce che i processi che governano erosione e deposizione all’interno di questi bacini lagunari producano distintamente bassifondi o barene esclu-dendo la possibilità di formazioni stabili caratterizzate da elevazioni intermedie. Le correnti di marea producono sforzi di attrito al fondo in grado di risospendere i sedimenti solo in cor-rispondenza dei canali principali che si dipartono dalle bocche e non sono perciò in grado di spiegare da sole questa brusca transizione. La risospensione sui bassifondi e sulle barene che caratterizzano le aree più interne della laguna è dovuta infatti principalmente all’azione delle onde generate dal vento. La discontinuità nella distribuzione delle quote del fondo può, pertanto, essere indagata attraverso l’analisi della risospensione prodotta dallo sforzo di attrito al fondo generato dalle onde da vento. Lo studio di questo comportamento ha portato alla formulazione di un modello concettuale per descrivere la tendenza evolutiva riscontrata. L’analisi degli sforzi di attrito al fondo prodotti dall’azione del moto on-doso in funzione del tirante d’acqua locale porta all’individuazione di una curva a campana sulla quale semplici ragionamenti legati al bilancio tra il tasso di erosione e di deposizione consentono di trarre in-formazioni sulla tendenza evolutiva delle varie zone. Il modello concettuale, basato su questa curva di stabilità, dimostra che le zone di bassofondo (quote comprese tra -0.6 m e -2.0 m s.m.m.) o di barena (quote comprese tra -0.6 m e +0.1 m s.m.m.) sono tendenzialmente stabili mentre le aree caratterizzate da una elevazione intermedia sono intrinsecamente instabili e tendono inevitabilmente ad evolvere verso una delle due conformazioni morfologiche stabili. Il modello concettuale è stato validato mediante l’applicazione di un modello numerico bidimensionale accoppiato in grado di descrivere contemporaneamente l’idrodinamica e la generazione e propagazione del moto ondoso all’interno di bacini lagunari caratterizzati da una morfologia irregolare e da tiranti modesti che durante l’alternanza delle fasi di alta e bassa marea possono comportare la momentanea e parziale alternanza di allagamento o emersione delle aree barenali. L’applicazione al caso specifico della Laguna di Venezia ha consentito di verificare l’applicabilità del modello concettuale alle numerose zone che rispettano le ipotesi fondamentali su cui il modello stesso si basa ossia l’assenza di limitazioni al completo sviluppo del moto ondoso e la trascurabilità del contribu-to delle correnti di marea in termini di sforzo di attrito al fondo. In base ai risultati ottenuti con il model-lo bidimensionale è stata infine riprodotta la curva di distribuzione delle quote del fondo della laguna di Venezia nella sua configurazione attuale che ha permesso di confermare le conclusioni tratte in base al modello concettuale relativamente all’instabilità delle zone caratterizzate da profondità intermedie ri-spetto a quelle dei bassifondi e delle barene.

Transizione bassofondo-barena nei bacini a marea poco profondi per effetto del moto ondoso da vento

CARNIELLO, LUCA;DEFINA, ANDREA;D'ALPAOS, LUIGI
2006

Abstract

Nelle lagune poco profonde, come ad esempio la Laguna di Venezia, le aree di bassofondo sono caratte-rizzate da differenze in elevazione relativamente ridotte e giacciono al di sotto del livello del mare mentre le barene si posizionano altimetricamente ad una quota maggiore con qualche variazione legata alle lo-cali caratteristiche ecologiche e sedimentologiche. Le quote intermedie rispetto a queste due formazioni geomorfologiche sono decisamente poco frequenti. Ciò suggerisce che i processi che governano erosione e deposizione all’interno di questi bacini lagunari producano distintamente bassifondi o barene esclu-dendo la possibilità di formazioni stabili caratterizzate da elevazioni intermedie. Le correnti di marea producono sforzi di attrito al fondo in grado di risospendere i sedimenti solo in cor-rispondenza dei canali principali che si dipartono dalle bocche e non sono perciò in grado di spiegare da sole questa brusca transizione. La risospensione sui bassifondi e sulle barene che caratterizzano le aree più interne della laguna è dovuta infatti principalmente all’azione delle onde generate dal vento. La discontinuità nella distribuzione delle quote del fondo può, pertanto, essere indagata attraverso l’analisi della risospensione prodotta dallo sforzo di attrito al fondo generato dalle onde da vento. Lo studio di questo comportamento ha portato alla formulazione di un modello concettuale per descrivere la tendenza evolutiva riscontrata. L’analisi degli sforzi di attrito al fondo prodotti dall’azione del moto on-doso in funzione del tirante d’acqua locale porta all’individuazione di una curva a campana sulla quale semplici ragionamenti legati al bilancio tra il tasso di erosione e di deposizione consentono di trarre in-formazioni sulla tendenza evolutiva delle varie zone. Il modello concettuale, basato su questa curva di stabilità, dimostra che le zone di bassofondo (quote comprese tra -0.6 m e -2.0 m s.m.m.) o di barena (quote comprese tra -0.6 m e +0.1 m s.m.m.) sono tendenzialmente stabili mentre le aree caratterizzate da una elevazione intermedia sono intrinsecamente instabili e tendono inevitabilmente ad evolvere verso una delle due conformazioni morfologiche stabili. Il modello concettuale è stato validato mediante l’applicazione di un modello numerico bidimensionale accoppiato in grado di descrivere contemporaneamente l’idrodinamica e la generazione e propagazione del moto ondoso all’interno di bacini lagunari caratterizzati da una morfologia irregolare e da tiranti modesti che durante l’alternanza delle fasi di alta e bassa marea possono comportare la momentanea e parziale alternanza di allagamento o emersione delle aree barenali. L’applicazione al caso specifico della Laguna di Venezia ha consentito di verificare l’applicabilità del modello concettuale alle numerose zone che rispettano le ipotesi fondamentali su cui il modello stesso si basa ossia l’assenza di limitazioni al completo sviluppo del moto ondoso e la trascurabilità del contribu-to delle correnti di marea in termini di sforzo di attrito al fondo. In base ai risultati ottenuti con il model-lo bidimensionale è stata infine riprodotta la curva di distribuzione delle quote del fondo della laguna di Venezia nella sua configurazione attuale che ha permesso di confermare le conclusioni tratte in base al modello concettuale relativamente all’instabilità delle zone caratterizzate da profondità intermedie ri-spetto a quelle dei bassifondi e delle barene.
2006
Atti del XXX Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche
IDRA2006
9788887242812
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