Il presente contributo affronta il tema delle competenze, concetto evocativo ma sfocato, che viene utilizzato e adattato nell’uso quotidiano, inizialmente, attraverso un excursus storico che ne evidenzia la complessità e la difficoltà di definizione. Il termine competenza, che non equivale a quello di performance, è piuttosto ambiguo sia quando viene utilizzato “al plurale” considerandolo quasi come un sinonimo di diverse capacità di azione messe in atto da una persona in un contesto definito sulla base del possesso di conoscenze, skill, atteggiamenti, sia “al singolare” come capacità generale che una persona possiede riferita ad una specifica area di lavoro. L’attenzione si deve, pertanto, focalizzare sull’esperienza professionale come spazio costitutivo sia di strategie che di risposte, in quanto sede di problemi da risolvere Le diverse esperienze professionali descritte dal nostro campione trovano sostegno nei modelli interpretativi e fenomenologici che esplorano la relazione tra persona e lavoro, cioè la competenza come “sapere in uso”, come esperienza personale e costruzione collettiva, come partecipazione a una comunità di pratiche professionali. Diviene, di conseguenza, fondamentale lo sviluppo di una mentalità di ricerca intesa come nucleo centrale della competenza che non deriva solo da una esperienza formativa e prevede la capacità di riflettere e valorizzare le diverse esperienze della persona. Il contributo prende in esame i dati relativi al campione di laureati a sei mesi dalla laurea, relativi a tutte le Facoltà dell’Ateneo di Padova, considerato nella sua complessità. Focus del lavoro è l’analisi delle competenze utilizzate e di quelle ritenute carenti nella fase di inserimento nel mondo del lavoro, da parte dei neolaureati del nostro Ateneo. La valutazione del percorso formativo tiene conto di alcune variabili indipendenti quali il lavorare o meno ( a sei mesi dalla laurea) o l’aver lavorato durante il periodo di studi. In particolare, si riscontra una discreta soddisfazione per l’attività professionale svolta (attività non necessariamente in linea con il percorso formativo) nonché una valutazione positiva della relazione tra“forma mentis” acquisita nella formazione universitaria e l’attività professionale. Va tenuto presente che al momento del conseguimento del titolo di studio il 34% dei rispondenti lavorava.
Le competenze utilizzate e quelle carenti secondo i laureati
MAERAN, ROBERTA;
2010
Abstract
Il presente contributo affronta il tema delle competenze, concetto evocativo ma sfocato, che viene utilizzato e adattato nell’uso quotidiano, inizialmente, attraverso un excursus storico che ne evidenzia la complessità e la difficoltà di definizione. Il termine competenza, che non equivale a quello di performance, è piuttosto ambiguo sia quando viene utilizzato “al plurale” considerandolo quasi come un sinonimo di diverse capacità di azione messe in atto da una persona in un contesto definito sulla base del possesso di conoscenze, skill, atteggiamenti, sia “al singolare” come capacità generale che una persona possiede riferita ad una specifica area di lavoro. L’attenzione si deve, pertanto, focalizzare sull’esperienza professionale come spazio costitutivo sia di strategie che di risposte, in quanto sede di problemi da risolvere Le diverse esperienze professionali descritte dal nostro campione trovano sostegno nei modelli interpretativi e fenomenologici che esplorano la relazione tra persona e lavoro, cioè la competenza come “sapere in uso”, come esperienza personale e costruzione collettiva, come partecipazione a una comunità di pratiche professionali. Diviene, di conseguenza, fondamentale lo sviluppo di una mentalità di ricerca intesa come nucleo centrale della competenza che non deriva solo da una esperienza formativa e prevede la capacità di riflettere e valorizzare le diverse esperienze della persona. Il contributo prende in esame i dati relativi al campione di laureati a sei mesi dalla laurea, relativi a tutte le Facoltà dell’Ateneo di Padova, considerato nella sua complessità. Focus del lavoro è l’analisi delle competenze utilizzate e di quelle ritenute carenti nella fase di inserimento nel mondo del lavoro, da parte dei neolaureati del nostro Ateneo. La valutazione del percorso formativo tiene conto di alcune variabili indipendenti quali il lavorare o meno ( a sei mesi dalla laurea) o l’aver lavorato durante il periodo di studi. In particolare, si riscontra una discreta soddisfazione per l’attività professionale svolta (attività non necessariamente in linea con il percorso formativo) nonché una valutazione positiva della relazione tra“forma mentis” acquisita nella formazione universitaria e l’attività professionale. Va tenuto presente che al momento del conseguimento del titolo di studio il 34% dei rispondenti lavorava.Pubblicazioni consigliate
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