Di fronte alla difficoltà di ricostruire concettualmente la tutela dell’ambiente come diritto soggettivo si sta facendo strada un approccio che sposta il focus sulla dimensione della doverosità. Secondo questa ricostruzione la tutela dell’ambiente non tenderebbe tanto alla protezione dell’individuo, ma piuttosto a quella dell’intera specie umana. Un esame dalla prospettiva del diritto comparato mostra che esistono profili problematici intrinseci a questa ricostruzione, profili legati alla dimensione culturale del concetto di ambiente, e ad alcune situazioni particolari che rendono difficile tenere insieme il binomio solidarietà dovere. Dal primo profilo viene in rilievo, ad esempio, il caso delle popolazioni autoctone canadesi. La Corte suprema canadese si trova sovente a dover giudicare sui diritti dei popoli autoctoni. Il problema è quasi sempre della stessa natura, e cioè fino a che punto i popoli autoctoni sono titolari di diritti ancestrali che li pongono in una situazione diversa rispetto al resto della popolazione canadese. Non si tratta sempre e solo di privilegi, ma molto più in generale di “esenzioni” da una qualche disciplina generale in virtù di un unico requisito, la cosiddetta “indianità”. La questione è dunque di sapere se, in conseguenza del loro particolare status, le popolazioni autoctone sono esentabili da eventuali doveri di solidarietà gravanti sull’intera collettività. Dal secondo profilo viene invece in evidenza il caso delle royalties sulla produzione di energia nella Provincia dell’Alberta (Canada), che, distribuite in parte ai cittadini della Provincia, rappresentano una situazione completamente diversa rispetto a quella di un dovere di solidarietà. In conseguenza dello sfruttamento dell’ambiente, sui cittadini dell’Alberta non grava un dovere di solidarietà, anzi, essi si trovano in una situazione di vantaggio, ricavandone addirittura un utile. Le difficoltà che si incontrano nella ricostruzione della tutela dell’ambiente come dovere di solidarietà sembrano però non essere tali da spingere ad abbandonare questo nuovo e promettente approccio. La dimensione partecipativa della solidarietà potrebbe essere la chiave di lettura che consente di tenere unito il binomio solidarietà-dovere.
La tutela dell'ambiente come dovere di solidarietà. Qualche spunto di riflessione dal diritto comparato
GEROTTO, SERGIO
2010
Abstract
Di fronte alla difficoltà di ricostruire concettualmente la tutela dell’ambiente come diritto soggettivo si sta facendo strada un approccio che sposta il focus sulla dimensione della doverosità. Secondo questa ricostruzione la tutela dell’ambiente non tenderebbe tanto alla protezione dell’individuo, ma piuttosto a quella dell’intera specie umana. Un esame dalla prospettiva del diritto comparato mostra che esistono profili problematici intrinseci a questa ricostruzione, profili legati alla dimensione culturale del concetto di ambiente, e ad alcune situazioni particolari che rendono difficile tenere insieme il binomio solidarietà dovere. Dal primo profilo viene in rilievo, ad esempio, il caso delle popolazioni autoctone canadesi. La Corte suprema canadese si trova sovente a dover giudicare sui diritti dei popoli autoctoni. Il problema è quasi sempre della stessa natura, e cioè fino a che punto i popoli autoctoni sono titolari di diritti ancestrali che li pongono in una situazione diversa rispetto al resto della popolazione canadese. Non si tratta sempre e solo di privilegi, ma molto più in generale di “esenzioni” da una qualche disciplina generale in virtù di un unico requisito, la cosiddetta “indianità”. La questione è dunque di sapere se, in conseguenza del loro particolare status, le popolazioni autoctone sono esentabili da eventuali doveri di solidarietà gravanti sull’intera collettività. Dal secondo profilo viene invece in evidenza il caso delle royalties sulla produzione di energia nella Provincia dell’Alberta (Canada), che, distribuite in parte ai cittadini della Provincia, rappresentano una situazione completamente diversa rispetto a quella di un dovere di solidarietà. In conseguenza dello sfruttamento dell’ambiente, sui cittadini dell’Alberta non grava un dovere di solidarietà, anzi, essi si trovano in una situazione di vantaggio, ricavandone addirittura un utile. Le difficoltà che si incontrano nella ricostruzione della tutela dell’ambiente come dovere di solidarietà sembrano però non essere tali da spingere ad abbandonare questo nuovo e promettente approccio. La dimensione partecipativa della solidarietà potrebbe essere la chiave di lettura che consente di tenere unito il binomio solidarietà-dovere.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.