Sebbene non sia l’unico e forse nemmeno il più importante fattore, l’importanza della struttura del settore per la redditività delle imprese è unanimemente condivisa. Tuttavia, prima di procedere nel definire meglio i confini del problema che saranno oggetto della seguente trattazione, è bene preoccuparsi di definire altri confini: quelli del settore stesso. Questo infatti non può essere considerato come un’entità preesistente e univocamente determinabile, quanto piuttosto il frutto di una lunga serie di valutazioni soggettive che ne determinano tanto l’ampiezza, quanto il numero e la natura degli attori in esso presenti. Queste considerazioni devono essere svolte sia per quanto riguarda l’identificazione dei concorrenti che effettivamente esercitano una pressione competitiva, sia per selezionare i clienti o i segmenti di clientela ai quali ci rivolgiamo in essere o in fieri. In altre parole, nessun settore è aprioristicamente definibile, ma è sempre la risultante degli scopi conoscitivi che precedono il bisogno di utilizzarlo come categoria concettuale. Come segnalato da Parolini (1996), diversi attori a priori riconducibili a un medesimo contesto sono in effetti caratterizzati da un posizionamento settoriale a posteriori molto distante. Una volta che i confini sono stati tracciati, possiamo preoccuparci di identificare lo strumento che maggiormente si adatta ai nostri obiettivi e cercare di adattarlo alle specificità contestuali. In altre parole, molto spesso la definizione dei confini settoriali non è altro che la rappresentazione di una mappa concettuale, la proiezione di un modello semplificativo della realtà che trova la sua ragion d’essere nello scopo conoscitivo che l’ha generato (Pelicelli, 2005).

Strumenti per l'analisi di settore: oltre il modello delle 5 forze

ALVISI, ALBERTO
2010

Abstract

Sebbene non sia l’unico e forse nemmeno il più importante fattore, l’importanza della struttura del settore per la redditività delle imprese è unanimemente condivisa. Tuttavia, prima di procedere nel definire meglio i confini del problema che saranno oggetto della seguente trattazione, è bene preoccuparsi di definire altri confini: quelli del settore stesso. Questo infatti non può essere considerato come un’entità preesistente e univocamente determinabile, quanto piuttosto il frutto di una lunga serie di valutazioni soggettive che ne determinano tanto l’ampiezza, quanto il numero e la natura degli attori in esso presenti. Queste considerazioni devono essere svolte sia per quanto riguarda l’identificazione dei concorrenti che effettivamente esercitano una pressione competitiva, sia per selezionare i clienti o i segmenti di clientela ai quali ci rivolgiamo in essere o in fieri. In altre parole, nessun settore è aprioristicamente definibile, ma è sempre la risultante degli scopi conoscitivi che precedono il bisogno di utilizzarlo come categoria concettuale. Come segnalato da Parolini (1996), diversi attori a priori riconducibili a un medesimo contesto sono in effetti caratterizzati da un posizionamento settoriale a posteriori molto distante. Una volta che i confini sono stati tracciati, possiamo preoccuparci di identificare lo strumento che maggiormente si adatta ai nostri obiettivi e cercare di adattarlo alle specificità contestuali. In altre parole, molto spesso la definizione dei confini settoriali non è altro che la rappresentazione di una mappa concettuale, la proiezione di un modello semplificativo della realtà che trova la sua ragion d’essere nello scopo conoscitivo che l’ha generato (Pelicelli, 2005).
2010
Ripensare l'azienda. Approcci generalisti e specialisti tra momenti,funzioni, settori. Atti del XIII Convegno annuale AIDEA‐Giovani
Ripensare l'azienda. Approcci generalisti e specialisti tra momenti, funzioni, settori
9788856823455
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