Questo lavoro riprende il tema del fondamento e della natura delle norme deontologiche sulla cui giuridicità – sebbene oggi riconosciuta esplicitamente anche dalla massima giurisprudenza - esistono tuttavia delle questioni teoriche non compiutamente risolte. Affrontare tali questioni è oggi ineludibile dal momento che sui valori propri della professione forense si gioca la possibilità di individuare un limite costitutivo all’azione di poteri efficaci quali quello del Consiglio Nazionale Forense (CNF), della giurisprudenza di legittimità o anche del legislatore che con la loro opera travisino eventualmente il senso specifico di una delle professioni più costituzionalmente delicate. Verrà evidenziato come sia possibile ritrovare una certa coerenza tra alcuni recenti sviluppi giurisprudenziali in materia di giuridicità delle norme deontologiche e gli ultimi interventi normativi in materia di libere professioni, coerenza che, però, va nella direzione di un drastico ridimensionamento dell’autonomia tradizionalmente riconosciuta all’Ordine. Ebbene, verrà mostrato come proprio a partire dalla mancanza di approfondimento del tema della giuridicità delle norme deontologiche si sia avviato un processo di svuotamento giurisprudenziale dell’autonomia dell’Ordine e come ciò sia in linea con i più recenti interventi del legislatore. Inoltre, in chiusura si offre alla discussione una proposta de iure condendo che vada invece nel senso della necessità di un’affermazione al massimo livello legislativo, quello costituzionale, del ruolo e della funzione forense in quanto, a parere di chi scrive, essa è irriducibile ad ogni altra professione e il rafforzamento della sua autonomia, in quanto tuteli la libertà del suo esercizio, è conforme ai principi supremi dell’ordinamento e non può pertanto essere in balìa né del legislatore ordinario, né della magistratura

Il potere normativo del COnsiglio Nazionale Forense: prime considerazioni per una necessaria rivisitazione del problema

SARRA, CLAUDIO
2009

Abstract

Questo lavoro riprende il tema del fondamento e della natura delle norme deontologiche sulla cui giuridicità – sebbene oggi riconosciuta esplicitamente anche dalla massima giurisprudenza - esistono tuttavia delle questioni teoriche non compiutamente risolte. Affrontare tali questioni è oggi ineludibile dal momento che sui valori propri della professione forense si gioca la possibilità di individuare un limite costitutivo all’azione di poteri efficaci quali quello del Consiglio Nazionale Forense (CNF), della giurisprudenza di legittimità o anche del legislatore che con la loro opera travisino eventualmente il senso specifico di una delle professioni più costituzionalmente delicate. Verrà evidenziato come sia possibile ritrovare una certa coerenza tra alcuni recenti sviluppi giurisprudenziali in materia di giuridicità delle norme deontologiche e gli ultimi interventi normativi in materia di libere professioni, coerenza che, però, va nella direzione di un drastico ridimensionamento dell’autonomia tradizionalmente riconosciuta all’Ordine. Ebbene, verrà mostrato come proprio a partire dalla mancanza di approfondimento del tema della giuridicità delle norme deontologiche si sia avviato un processo di svuotamento giurisprudenziale dell’autonomia dell’Ordine e come ciò sia in linea con i più recenti interventi del legislatore. Inoltre, in chiusura si offre alla discussione una proposta de iure condendo che vada invece nel senso della necessità di un’affermazione al massimo livello legislativo, quello costituzionale, del ruolo e della funzione forense in quanto, a parere di chi scrive, essa è irriducibile ad ogni altra professione e il rafforzamento della sua autonomia, in quanto tuteli la libertà del suo esercizio, è conforme ai principi supremi dell’ordinamento e non può pertanto essere in balìa né del legislatore ordinario, né della magistratura
2009
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