Il contributo Schio, “Nuova Schio” e il Lanificio Ross: costruzione e riuso di un caso esemplare esamina l’impatto del lungo processo di industrializzazione alto-vicentino sulla struttura urbana di Schio, partendo dalla fase del grande sviluppo laniero proto industriale e dal tornante sette-ottocentesco, segnato da forti cambiamenti politico-istituzionali ed economici, ma da scarsi riflessi sul tessuto cittadino, per poi analizzare dettagliatamente le profonde trasformazioni accompagnatesi nel corso dell’Ottocento all’avvento del moderno sistema di fabbrica e alla costruzione di grandi stabilimenti ad opera della maggiore società anonima italiana del tempo, il Lanificio Rossi, con tutto il suo apparato di infrastrutture energetiche, ferroviarie, abitative, formative, socio-assistenziali, culturali e religiose. La concentrazione di questo enorme complesso industriale nell’area a monte del centro-storico di epoca veneziana provoca il primo spostamento del baricentro residenziale, direzionale, industriale, culturale ed educativo della città. Lo studio si sofferma in particolare sul vasto complesso di istituzioni operaie create da Alessandro Rossi e sulla realizzazione del nuovo quartiere operaio, l’intervento di maggiore impegno nell’ambito del vasto piano di “paternalismo organico” attuato dall’industriale scledense e proposto come modello a tutti gli industriali italiani, senza trascurare i numerosi altri progetti ed interventi di carattere scolastico, socio-sanitario e urbanistico da lui realizzati “per lo sviluppo intellettuale, materiale e morale” di Schio. Col primo Novecento la città si espande intorno al nuovo asse duomo-stazione ferroviaria, ma l’area dei lanifici rimane il motore pulsante dell’economia scledense che si arricchisce di molte altre industrie insediatesi ai margini o fuori del contesto urbano. Il décalage del vecchio baricentro industriale-urbano di Schio inizierà con l’espansione a macchia d’olio delle periferie negli anni Sessanta del Novecento e con l’esodo della Lanerossi, ancora una volta battistrada di uno storico cambiamento, verso la nuova zona industriale extra-urbana. L’ultimo capitolo del saggio è dedicato agli studi, ai progetti e agli interventi per la conoscenza e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio industriale. Nell’ultimo quarantennio, molte sono state, infatti, le iniziative riguardanti i beni archivistici, architettonici, urbanistici e paesaggistici promosse e realizzate sia dall’amministrazione comunale che dai privati, in particolare con gli importanti piani particolareggiati e di recupero dell’area Lanerossi-Conte e del quartiere “Nuova Schio”, esemplari sotto molti profili, e con gli interventi per il Lanificio Conte, l’Asilo Rossi, il Giardino Jacquard e il Teatro Civico.
Formazione ed evoluzione di una città del lavoro: Schio, "Nuova Schio" e l'industria laniera
FONTANA, GIOVANNI LUIGI
2009
Abstract
Il contributo Schio, “Nuova Schio” e il Lanificio Ross: costruzione e riuso di un caso esemplare esamina l’impatto del lungo processo di industrializzazione alto-vicentino sulla struttura urbana di Schio, partendo dalla fase del grande sviluppo laniero proto industriale e dal tornante sette-ottocentesco, segnato da forti cambiamenti politico-istituzionali ed economici, ma da scarsi riflessi sul tessuto cittadino, per poi analizzare dettagliatamente le profonde trasformazioni accompagnatesi nel corso dell’Ottocento all’avvento del moderno sistema di fabbrica e alla costruzione di grandi stabilimenti ad opera della maggiore società anonima italiana del tempo, il Lanificio Rossi, con tutto il suo apparato di infrastrutture energetiche, ferroviarie, abitative, formative, socio-assistenziali, culturali e religiose. La concentrazione di questo enorme complesso industriale nell’area a monte del centro-storico di epoca veneziana provoca il primo spostamento del baricentro residenziale, direzionale, industriale, culturale ed educativo della città. Lo studio si sofferma in particolare sul vasto complesso di istituzioni operaie create da Alessandro Rossi e sulla realizzazione del nuovo quartiere operaio, l’intervento di maggiore impegno nell’ambito del vasto piano di “paternalismo organico” attuato dall’industriale scledense e proposto come modello a tutti gli industriali italiani, senza trascurare i numerosi altri progetti ed interventi di carattere scolastico, socio-sanitario e urbanistico da lui realizzati “per lo sviluppo intellettuale, materiale e morale” di Schio. Col primo Novecento la città si espande intorno al nuovo asse duomo-stazione ferroviaria, ma l’area dei lanifici rimane il motore pulsante dell’economia scledense che si arricchisce di molte altre industrie insediatesi ai margini o fuori del contesto urbano. Il décalage del vecchio baricentro industriale-urbano di Schio inizierà con l’espansione a macchia d’olio delle periferie negli anni Sessanta del Novecento e con l’esodo della Lanerossi, ancora una volta battistrada di uno storico cambiamento, verso la nuova zona industriale extra-urbana. L’ultimo capitolo del saggio è dedicato agli studi, ai progetti e agli interventi per la conoscenza e la valorizzazione di questo straordinario patrimonio industriale. Nell’ultimo quarantennio, molte sono state, infatti, le iniziative riguardanti i beni archivistici, architettonici, urbanistici e paesaggistici promosse e realizzate sia dall’amministrazione comunale che dai privati, in particolare con gli importanti piani particolareggiati e di recupero dell’area Lanerossi-Conte e del quartiere “Nuova Schio”, esemplari sotto molti profili, e con gli interventi per il Lanificio Conte, l’Asilo Rossi, il Giardino Jacquard e il Teatro Civico.Pubblicazioni consigliate
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