La vicenda del cattolicesimo e dell’ortodossia nei domini adriatici dell’ultimo secolo della Repubblica va osservata separando il contesto istriano da quello dalmata. Ci sono tuttavia alcune similitudini. Non diversamente di quanto avvenne in Italia dalla fine del Seicento e per tutto il Settecento, crebbe pure in Istria e in Dalmazia il ruolo degli episcopati. Vediamo attivi, in particolare fra il 1720 e il 1760, vescovi dalla spiccata personalità, molto intraprendenti sul piano della prassi pastorale. Furono iniziative parallele, sul piano organizzativo della vita religiosa, di quanto il governo veneto cercava di effettuare nell’amministrazione dei comuni e delle podesterie. Una problematica a sé è quella del rapporto tra cattolici e ortodossi in Dalmazia e del ruolo dello Stato veneziano quale mediatore tra le due parti. Dobbiamo ancora valutare le conseguenze delle forti contrapposizioni fra il clero cattolico e quello serbo ortodosso. Il contrasto, diventato aperto dal 1705 circa, fu lungo, pluridecennale. La memoria collettiva, tra i sudditi ortodossi serbi, di una difficile convivenza con il clero cattolico affiancò la memoria della convivenza sperimentata nella compagine ottomana fino alla metà del Seicento. Una tolleranza reciproca, tra popolazione cattolica e ortodossa, si riscontra negli ultimi decenni della Serenissima, in concomitanza con l'eclissi dell’autorità del clero cattolico. Venezia gestì il contrasto in modo titubante anche quando avrebbe potuto essere più decisa. Prevalse il pragmatismo della Dominante sulla faziosità dei governatori.

Cattolici e ortodossi nell'Adriatico orientale veneto, 1699-1797

IVETIC, EGIDIO
2009

Abstract

La vicenda del cattolicesimo e dell’ortodossia nei domini adriatici dell’ultimo secolo della Repubblica va osservata separando il contesto istriano da quello dalmata. Ci sono tuttavia alcune similitudini. Non diversamente di quanto avvenne in Italia dalla fine del Seicento e per tutto il Settecento, crebbe pure in Istria e in Dalmazia il ruolo degli episcopati. Vediamo attivi, in particolare fra il 1720 e il 1760, vescovi dalla spiccata personalità, molto intraprendenti sul piano della prassi pastorale. Furono iniziative parallele, sul piano organizzativo della vita religiosa, di quanto il governo veneto cercava di effettuare nell’amministrazione dei comuni e delle podesterie. Una problematica a sé è quella del rapporto tra cattolici e ortodossi in Dalmazia e del ruolo dello Stato veneziano quale mediatore tra le due parti. Dobbiamo ancora valutare le conseguenze delle forti contrapposizioni fra il clero cattolico e quello serbo ortodosso. Il contrasto, diventato aperto dal 1705 circa, fu lungo, pluridecennale. La memoria collettiva, tra i sudditi ortodossi serbi, di una difficile convivenza con il clero cattolico affiancò la memoria della convivenza sperimentata nella compagine ottomana fino alla metà del Seicento. Una tolleranza reciproca, tra popolazione cattolica e ortodossa, si riscontra negli ultimi decenni della Serenissima, in concomitanza con l'eclissi dell’autorità del clero cattolico. Venezia gestì il contrasto in modo titubante anche quando avrebbe potuto essere più decisa. Prevalse il pragmatismo della Dominante sulla faziosità dei governatori.
2009
Geografie confessionali. Cattolici e ortodossi nel crepuscolo della Repubblica di Venezia (1718-1797)
9788856811643
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