Il governo del territorio costituisce una delle maggiori issues da affrontare per un’area come quella del Nord Est italiano che ambisce a qualificarsi come una delle regioni europee, non solo più ricche, ma anche più evolute e innovative. Tuttavia, come diverse ricerche hanno messo in luce, questo “salto di qualità” è ostacolato da una serie di condizioni strutturali, endemiche del modo di sviluppo e di regolazione locale, che è opportuno richiamare, per poter comprendere più a fondo i rischi e le opportunità che si presentano oggi al governo di un territorio divenuto così articolato e complesso. In particolare, il Veneto di oggi si presenta infatti come una “città diffusa” e “preterintenzionale” che cerca di configurarsi come un nodo del sistema globale che sperimenta nuovi modelli di impresa, di rete e di integrazione tra manifattura e servizi che producono innovazione, senza tuttavia riuscire a definirsi come “città compatta” in grado di garantire servizi integrati di qualità . Si tratta di un sistema che vive le contraddizioni tipiche di una società multi-etnica, non diversamente da quelle presenti in altre aree metropolitane occidentali più antiche e consolidate, sia pure con minori livelli di violenza e disuguaglianza sociale. Tuttavia, come “area metropolitana”, il Veneto presenta un difetto evidente: manca di visibilità, di capacità di auto-rappresentazione ma, soprattutto, di rappresentanza istituzionale. Questo perché le istituzioni e le associazioni di rappresentanza degli interessi locali sono ancora troppo allineate in difesa di un’ideologia manifatturiera, superata dai fatti, e di tradizioni localistiche che non sono più riferimento né dei ceti produttivi innovativi, né delle giovani generazioni. Per di più, Veneto, Friuli e Trentino hanno città troppo piccole e nessuna metropoli che possa fare da catalizzatore ai professionisti del terziario avanzato che caratterizzano l’economia della conoscenza. Per questa ragione le città, ma anche le Regioni e le Province del Nord Est dovrebbero iniziare a pensare di mettere in comune servizi, in una logica di federalismo funzionale e dis ervizi integrati di area vasta

Dalla città diffusa alla città compatta? Per una governance integrata di area vasta

MESSINA, PATRIZIA
2009

Abstract

Il governo del territorio costituisce una delle maggiori issues da affrontare per un’area come quella del Nord Est italiano che ambisce a qualificarsi come una delle regioni europee, non solo più ricche, ma anche più evolute e innovative. Tuttavia, come diverse ricerche hanno messo in luce, questo “salto di qualità” è ostacolato da una serie di condizioni strutturali, endemiche del modo di sviluppo e di regolazione locale, che è opportuno richiamare, per poter comprendere più a fondo i rischi e le opportunità che si presentano oggi al governo di un territorio divenuto così articolato e complesso. In particolare, il Veneto di oggi si presenta infatti come una “città diffusa” e “preterintenzionale” che cerca di configurarsi come un nodo del sistema globale che sperimenta nuovi modelli di impresa, di rete e di integrazione tra manifattura e servizi che producono innovazione, senza tuttavia riuscire a definirsi come “città compatta” in grado di garantire servizi integrati di qualità . Si tratta di un sistema che vive le contraddizioni tipiche di una società multi-etnica, non diversamente da quelle presenti in altre aree metropolitane occidentali più antiche e consolidate, sia pure con minori livelli di violenza e disuguaglianza sociale. Tuttavia, come “area metropolitana”, il Veneto presenta un difetto evidente: manca di visibilità, di capacità di auto-rappresentazione ma, soprattutto, di rappresentanza istituzionale. Questo perché le istituzioni e le associazioni di rappresentanza degli interessi locali sono ancora troppo allineate in difesa di un’ideologia manifatturiera, superata dai fatti, e di tradizioni localistiche che non sono più riferimento né dei ceti produttivi innovativi, né delle giovani generazioni. Per di più, Veneto, Friuli e Trentino hanno città troppo piccole e nessuna metropoli che possa fare da catalizzatore ai professionisti del terziario avanzato che caratterizzano l’economia della conoscenza. Per questa ragione le città, ma anche le Regioni e le Province del Nord Est dovrebbero iniziare a pensare di mettere in comune servizi, in una logica di federalismo funzionale e dis ervizi integrati di area vasta
2009
Nord Est 2009. X Rapporto sulla società e l'economia
9788831798013
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