Cosa significa studiare il paesaggio? Il solo fatto di poterlo studiare, se consideriamo le molteplici accezioni di questo verbo, ci condurrebbe a poterlo: scrutare, considerare, esaminare, leggere, pensare, preparare, ricercare e, volendone anche considerare l’etimologia latina, desiderare! Azioni queste che certamente si attagliano meglio ad ambiti per così dire culturali. Se poi prendiamo in considerazione i significati del termine paesaggio, da quello etimologico a quello legislativo – per non parlare della sua relazione con l’architettura –, possiamo scorgere che detto paesaggio è certamente legato alla cultura. Quindi, il paesaggio inteso come sfondo, oppure il paesaggio quale spazio verde, oppure il paesaggio quale architettura o insieme di architetture, o anche inteso come panorama: tutte queste accezioni lo configurano come momento culturale. E non solo. Riscontrando, nel paesaggio inteso come l'insieme delle modificazioni introdotte dall'uomo sulla natura, oltre a fattori culturali anche fattori naturali, in esso certamente va ad esplicitarsi l’illuministico dualismo tra natus e cultus, tra innato e coltivato, tra ereditato ed indotto, tra sentimento e ragione, istinto e volontà, con tutte le conseguenze che tutti questi opposti possono “provocare”. Da questa premessa scaturiscono delle domande: come studiare il paesaggio? Quale tipo di studio per il paesaggio o per quale paesaggio? Può la disciplina della rappresentazione esserci d’ausilio? Se consideriamo il fatto che il paesaggio è, prima di tutto, spazio – così riconducendolo ad una dimensione per così dire cartesiana –, la risposta è affermativa, proprio perché attraverso i metodi della rappresentazione si rappresenta appunto lo spazio. La rappresentazione del paesaggio si configura come momento di “riflessione oggettiva” nei confronti di qualsiasi proposta di trasformazione del territoriale Ma è l’accezione ampliata di detta disciplina che ci consente di scrutare, considerare, esaminare, leggere, pensare, preparare, ricercare e, volendone anche considerare l’etimologia latina, desiderare: in una studiare il paesaggio.
Il disegno del paesaggio: digitale e tradizione a confronto
GIORDANO, ANDREA
2008
Abstract
Cosa significa studiare il paesaggio? Il solo fatto di poterlo studiare, se consideriamo le molteplici accezioni di questo verbo, ci condurrebbe a poterlo: scrutare, considerare, esaminare, leggere, pensare, preparare, ricercare e, volendone anche considerare l’etimologia latina, desiderare! Azioni queste che certamente si attagliano meglio ad ambiti per così dire culturali. Se poi prendiamo in considerazione i significati del termine paesaggio, da quello etimologico a quello legislativo – per non parlare della sua relazione con l’architettura –, possiamo scorgere che detto paesaggio è certamente legato alla cultura. Quindi, il paesaggio inteso come sfondo, oppure il paesaggio quale spazio verde, oppure il paesaggio quale architettura o insieme di architetture, o anche inteso come panorama: tutte queste accezioni lo configurano come momento culturale. E non solo. Riscontrando, nel paesaggio inteso come l'insieme delle modificazioni introdotte dall'uomo sulla natura, oltre a fattori culturali anche fattori naturali, in esso certamente va ad esplicitarsi l’illuministico dualismo tra natus e cultus, tra innato e coltivato, tra ereditato ed indotto, tra sentimento e ragione, istinto e volontà, con tutte le conseguenze che tutti questi opposti possono “provocare”. Da questa premessa scaturiscono delle domande: come studiare il paesaggio? Quale tipo di studio per il paesaggio o per quale paesaggio? Può la disciplina della rappresentazione esserci d’ausilio? Se consideriamo il fatto che il paesaggio è, prima di tutto, spazio – così riconducendolo ad una dimensione per così dire cartesiana –, la risposta è affermativa, proprio perché attraverso i metodi della rappresentazione si rappresenta appunto lo spazio. La rappresentazione del paesaggio si configura come momento di “riflessione oggettiva” nei confronti di qualsiasi proposta di trasformazione del territoriale Ma è l’accezione ampliata di detta disciplina che ci consente di scrutare, considerare, esaminare, leggere, pensare, preparare, ricercare e, volendone anche considerare l’etimologia latina, desiderare: in una studiare il paesaggio.Pubblicazioni consigliate
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