Il Libro d'ore Durazzo (Genova, Biblioteca Berio, ms. Arm. 1) è miniato allo scadere del Quattrocento, dal parmense Francesco Marmitta, pittore, miniatore e orafo uno dei rappresentanti della cultura protoclassica di fine Quattrocento. E' caratterizzato dall'essere interamente costituito da fogli in pergamena purpurea. Tale peculiarità è stata la ragione della stesura del saggio nel quale viene analizzata questa particolare tipologia di codice che ha le sue origini nei manoscritti tardoantichi e che viene ripresa in età Altomedievale, nei codici carolingi e ottoniani, e di nuovo rivive nel Rinascimento italiano in particolare nella scuola veneta e grazie a Bartolomeo Sanvito. Si sono presi in esame i principali testimoni anche esaminando come le prassi esecutive e i materiali impiegati per colorare la pergamena varino nel tempo, ma cercando altresì di individuare il carattere antiquario e la valenza simbolica data di volta in volta a tali codici. Un'analisi puntuale è stata fatta per quanto riguarda gli esemplari purpurei dell'atelier di Bartolomeo Sanvito nei quali è verosimile rintracciare i modelli di Francesco Marmitta.
Oro e colori sulla porpora: valenze antiquarie e risonanze simboliche di una scelta esemplare
TONIOLO, FEDERICA
2008
Abstract
Il Libro d'ore Durazzo (Genova, Biblioteca Berio, ms. Arm. 1) è miniato allo scadere del Quattrocento, dal parmense Francesco Marmitta, pittore, miniatore e orafo uno dei rappresentanti della cultura protoclassica di fine Quattrocento. E' caratterizzato dall'essere interamente costituito da fogli in pergamena purpurea. Tale peculiarità è stata la ragione della stesura del saggio nel quale viene analizzata questa particolare tipologia di codice che ha le sue origini nei manoscritti tardoantichi e che viene ripresa in età Altomedievale, nei codici carolingi e ottoniani, e di nuovo rivive nel Rinascimento italiano in particolare nella scuola veneta e grazie a Bartolomeo Sanvito. Si sono presi in esame i principali testimoni anche esaminando come le prassi esecutive e i materiali impiegati per colorare la pergamena varino nel tempo, ma cercando altresì di individuare il carattere antiquario e la valenza simbolica data di volta in volta a tali codici. Un'analisi puntuale è stata fatta per quanto riguarda gli esemplari purpurei dell'atelier di Bartolomeo Sanvito nei quali è verosimile rintracciare i modelli di Francesco Marmitta.Pubblicazioni consigliate
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