Il saggio considera la possibilità dello sviluppo di una prospettiva di genere nel quadro della nozione di sicurezza umana così come delineata dall'Undp nella prima metà degli anni '90. Le questioni della sicurezza declinate al femminile hanno fatto breccia nei movimenti, come nel dibattito istituzionale solo recentemente, e oggi stanno arricchendo ed innovando in modo sostanziale la stessa nozione di human security che nella prima riflessione organica proposta dal Programma delle Nazioni Unite (Undp) nel 1994 nel V Rapporto sullo sviluppo umano non poneva alcuna attenzione specifica nei riguardi delle donne. Il paradigma della human security si inscrive a pieno titolo nel solco della Carta delle Nazioni Unite, dello sviluppo del diritto internazionale dei diritti umani (standard setting) e della machinery che da questo deriva. La human security nella formulazione originaria presenta quattro caratteristiche: l'universalità dell'estensione geografica e della tipologia di minacce (disoccupazione, povertà, droga, criminalità, terrorismo, inquinamento ambientale, terrorismo, violazioni dei diritti umani); l'interdipendenza delle sue diverse componenti, la prevenzione come modalità di conseguimento degli obiettivi; la centralità della persona in relazione al soddisfacimento dei bisogni/diritti fondamentali. Se è stato impossibile per i movimenti declinare un discorso nel quale si considerasse la dimensione di genere nel quadro delle categorie collegate all'analisi sulla sicurezza secondo la teoria realista, con gli anni Novanta e la messa a punto di una riflessione incentrata sulla persona, sembra più agevole poter pensare agli stati di insicurezza tenendo conto di differenze non evidenziabili utilizzando gli strumenti concettuali tradizionali. La ricerca di una nozione condivisa ed attuale di gender security dovrebbe mettere al centro i bisogni delle donne e con esse quelli delle comunità,. Tale orientamento, seppur ancor debole negli studi dedicati ai temi afferenti all'area della sicurezza, ha fatto si che, attorno ad alcune tematiche identificate come cruciali per la condizione femminile, prendesse vigore il confronto in termini del tutto nuovi sulla presenza delle donne nelle organizzazioni intergovernative, in particolare nelle Nazioni Unite, viste come lo spazio politico più significativo entro il quale lavorare per costruire, in un'ottica di riforma globale, nuove dimensioni di governance e di riflessione politica su questioni che oggi abbracciano anche ambiti si intervento da sempre estranei alle donne. In questo senso assai significative sono una serie di risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle questioni del ruolo delle donne nei processi di pace e piu' in generale sul tema del contrasto e della lotta alla violenza quale snodo essenziale di ogni politica di promozione della condizione femminile.

Per una prospettiva di genere della Sicurezza umana. Note a margine del dibattito odierno

DEGANI, PAOLA
2008

Abstract

Il saggio considera la possibilità dello sviluppo di una prospettiva di genere nel quadro della nozione di sicurezza umana così come delineata dall'Undp nella prima metà degli anni '90. Le questioni della sicurezza declinate al femminile hanno fatto breccia nei movimenti, come nel dibattito istituzionale solo recentemente, e oggi stanno arricchendo ed innovando in modo sostanziale la stessa nozione di human security che nella prima riflessione organica proposta dal Programma delle Nazioni Unite (Undp) nel 1994 nel V Rapporto sullo sviluppo umano non poneva alcuna attenzione specifica nei riguardi delle donne. Il paradigma della human security si inscrive a pieno titolo nel solco della Carta delle Nazioni Unite, dello sviluppo del diritto internazionale dei diritti umani (standard setting) e della machinery che da questo deriva. La human security nella formulazione originaria presenta quattro caratteristiche: l'universalità dell'estensione geografica e della tipologia di minacce (disoccupazione, povertà, droga, criminalità, terrorismo, inquinamento ambientale, terrorismo, violazioni dei diritti umani); l'interdipendenza delle sue diverse componenti, la prevenzione come modalità di conseguimento degli obiettivi; la centralità della persona in relazione al soddisfacimento dei bisogni/diritti fondamentali. Se è stato impossibile per i movimenti declinare un discorso nel quale si considerasse la dimensione di genere nel quadro delle categorie collegate all'analisi sulla sicurezza secondo la teoria realista, con gli anni Novanta e la messa a punto di una riflessione incentrata sulla persona, sembra più agevole poter pensare agli stati di insicurezza tenendo conto di differenze non evidenziabili utilizzando gli strumenti concettuali tradizionali. La ricerca di una nozione condivisa ed attuale di gender security dovrebbe mettere al centro i bisogni delle donne e con esse quelli delle comunità,. Tale orientamento, seppur ancor debole negli studi dedicati ai temi afferenti all'area della sicurezza, ha fatto si che, attorno ad alcune tematiche identificate come cruciali per la condizione femminile, prendesse vigore il confronto in termini del tutto nuovi sulla presenza delle donne nelle organizzazioni intergovernative, in particolare nelle Nazioni Unite, viste come lo spazio politico più significativo entro il quale lavorare per costruire, in un'ottica di riforma globale, nuove dimensioni di governance e di riflessione politica su questioni che oggi abbracciano anche ambiti si intervento da sempre estranei alle donne. In questo senso assai significative sono una serie di risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle questioni del ruolo delle donne nei processi di pace e piu' in generale sul tema del contrasto e della lotta alla violenza quale snodo essenziale di ogni politica di promozione della condizione femminile.
2008
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