INTRODUZIONE. La scala Symptom Checklist-90 Revised (SCL-90-R; Derogatis, 1983) è una delle più note ed utilizzate misure di self-report in ambito psicopatologico. La SCL-90-R, ideata principalmente per riflettere i pattern di sintomi psicologici di pazienti psichiatrici e “non pazienti”, secondo l’autore ha quattro scopi principali: (1) individuare la presenza di sintomatologia in persone apparentemente normali; (2) valutare eventuali cambiamenti nella sintomatologia, sia specifici sia generali; (3) costituire la base per previsioni e prognosi cliniche; (4) aiutare il clinico a formulare la diagnosi in accordo al DSM, tramite un’appropriata valutazione del profilo fattoriale del paziente. Tale scala è stata oggetto di molti studi di validazione in campo internazionale, che hanno evidenziato sia aspetti di forza sia di debolezza dello strumento. Da un lato, numerose conferme sono state presentate riguardo alla consistenza interna dello strumento e alla validità convergente delle sue scale. Dall’altro, molte critiche sono state sollevate circa la validità discriminante della SCL-90 e la sua invarianza e stabilità fattoriale. Secondo vari autori, infine, più che misurare vere e proprie dimensioni psicopatologiche distinte, la SCL-90 tenderebbe a fornire una misura complessiva del disagio psicologico del soggetto (Cyr et al., 1985). Mancano, al momento, studi di validazione della SCL-90-R in ambito italiano. Lo scopo di questo lavoro è, quindi, quello di fornire un primo contributo alla validazione della versione italiana della scala, tradotta e pubblicata da Conti (Conti, 1999), applicata ad un ampio campione della popolazione normativa degli studenti universitari. Gli obiettivi della ricerca erano di verificare: (1) l’applicabilità dello strumento ed eventuali difficoltà di compilazione, (2) la distribuzione degli items e delle scale, (3) la consistenza interna delle scale, (4) la presenza di eventuali differenze dovute al genere, all’età o alla Facoltà, (5) la validità Convergente e Discriminante di quattro sottoscale: Somatizzazione, Ansia, Depressione e di Ossessività-Compulsività e di (6) studiare la struttura fattoriale dello strumento, tramite analisi fattoriale esplorativa e confermativa (per verificare l’aderenza dei dati raccolti al modello teorico di riferimento e alle strutture fattoriali riscontrate in letteratura, nonché ricercare conferme circa la unidimensionalità vs. multidimensionalità dello strumento; Cyr et al., 1985). METODO. Alla ricerca hanno partecipato quattro differenti gruppi di studenti universitari (appartenenti a Facoltà differenti), per un totale di 631 soggetti. A tutti i partecipanti sono stati somministrati due strumenti, il questionario SCL-90-R, e un questionario differente per ciascun gruppo. Al primo gruppo (studenti di Psicologia del Secondo Anno di corso) è stato somministrato il Questionario D (Sanavio et al., 1997), per rilevare la presenza di manifestazioni depressive. Al secondo gruppo (studenti del quarto anno di Psicologia) è stata somministrata la versione italiana dello State-Trait Anxiety Inventory, Forma Y (Spielberger, 1989), per la valutazione dell’ansia di stato e ansia di tratto. Al terzo gruppo (studenti di Biologia) è stato somministrato il Questionario Psicofisiologico, Forma Ridotta (QPF-R; Sanavio et al., 1997), per la valutazione della presenza di reazioni e disturbi psicofisiologici. Al quarto gruppo (studenti di Lettere e Filosofia) è stato somministrato il Maudsley Obsessive-Compulsive Questionnaire, nella versione tradotta, adattata e ridotta da parte del CBA Team (Sanavio et al., 1997), per la valutazione delle ossessioni e compulsioni. Per verificare le ipotesi sono state utilizzate diverse metodologie di verifica statistica: correlazioni bivariate di Pearsons (per la correlazione fra misure e scale differenti), analisi della varianza e t-test (per le differenze nella media dei punteggi di sottogruppi diversi), alfa di Cronbach (per il calcolo della consistenza interna delle scale), analisi fattoriali esplorative (metodo delle componenti principali con rotazione varimax) e analisi fattoriali confermative (metodo della massima verosimiglianza). RISULTATI. I risultati della ricerca hanno evidenziato aspetti positivi e negativi circa le caratteristiche psicometriche della SCL-90-R. Per quanto concerne l’affidabilità, tutte le scale hanno mostrato una consistenza interna elevata, superiore a .70. Riguardo alla validità convergente e discriminante di quattro scale dello strumento, verificata con un approccio Multitratto-Multimetodo (MTMM), i risultati sono contrastanti. La scala di Somatizzazione (SOM), infatti, presenta una buona validità convergente e adeguata validità discriminante. La scala di Ossessività-Compulsività (O-C), invece, non sembra trovare conferme né per la validità convergente, né per quella discriminante. Le scale di Depressione e di Ansia, infine, trovano conferme riguardo alla validità convergente, ma non riguardo alla validità discriminante. Per quanto concerne la validità fattoriale, l’Analisi Fattoriale Esplorativa, condotta richiedendo l’estrazione di nove fattori, sembra riprodurre solo marginalmente la struttura teorica del test ideata dagli autori. Analogamente, le Analisi Fattoriali Confermative (CFA) sembrano sollevare interrogativi sulla validità fattoriale del test, o perlomeno su una parte delle scale. Gli indici statistici della CFA, infatti, sembrano indicare che solo in tre scale il modello teorico possiede un buon adattamento ai dati (Ideazione Paranoide, di Ansia Fobica e di Ostilità) Parallelemente, i risultati, in particolare l’Analisi Fattoriale Esplorativa, non sembrano evidenziare conferme riguardo la multidimensionalità dello strumento. Diversi elementi, infatti, fanno propendere l’interpretazione verso l’ipotesi di unidimensionalità (Cyr et al., 1985). CONCLUSIONI. I risultati della ricerca sembrano evidenziare alcuni pregi ma anche diversi limiti psicometrici della SCL-90-R e suggeriscono che lo strumento tenderebbe a fornire una misura complessiva del disagio psicologico del soggetto, più che misurare vere e proprie dimensioni psicopatologiche distinte (Cyr et al., 1985).

Aspetti di validazione della versione italiana della scala SCL-90-R applicata a studenti universitari

CALVO, VINCENZO;
2005

Abstract

INTRODUZIONE. La scala Symptom Checklist-90 Revised (SCL-90-R; Derogatis, 1983) è una delle più note ed utilizzate misure di self-report in ambito psicopatologico. La SCL-90-R, ideata principalmente per riflettere i pattern di sintomi psicologici di pazienti psichiatrici e “non pazienti”, secondo l’autore ha quattro scopi principali: (1) individuare la presenza di sintomatologia in persone apparentemente normali; (2) valutare eventuali cambiamenti nella sintomatologia, sia specifici sia generali; (3) costituire la base per previsioni e prognosi cliniche; (4) aiutare il clinico a formulare la diagnosi in accordo al DSM, tramite un’appropriata valutazione del profilo fattoriale del paziente. Tale scala è stata oggetto di molti studi di validazione in campo internazionale, che hanno evidenziato sia aspetti di forza sia di debolezza dello strumento. Da un lato, numerose conferme sono state presentate riguardo alla consistenza interna dello strumento e alla validità convergente delle sue scale. Dall’altro, molte critiche sono state sollevate circa la validità discriminante della SCL-90 e la sua invarianza e stabilità fattoriale. Secondo vari autori, infine, più che misurare vere e proprie dimensioni psicopatologiche distinte, la SCL-90 tenderebbe a fornire una misura complessiva del disagio psicologico del soggetto (Cyr et al., 1985). Mancano, al momento, studi di validazione della SCL-90-R in ambito italiano. Lo scopo di questo lavoro è, quindi, quello di fornire un primo contributo alla validazione della versione italiana della scala, tradotta e pubblicata da Conti (Conti, 1999), applicata ad un ampio campione della popolazione normativa degli studenti universitari. Gli obiettivi della ricerca erano di verificare: (1) l’applicabilità dello strumento ed eventuali difficoltà di compilazione, (2) la distribuzione degli items e delle scale, (3) la consistenza interna delle scale, (4) la presenza di eventuali differenze dovute al genere, all’età o alla Facoltà, (5) la validità Convergente e Discriminante di quattro sottoscale: Somatizzazione, Ansia, Depressione e di Ossessività-Compulsività e di (6) studiare la struttura fattoriale dello strumento, tramite analisi fattoriale esplorativa e confermativa (per verificare l’aderenza dei dati raccolti al modello teorico di riferimento e alle strutture fattoriali riscontrate in letteratura, nonché ricercare conferme circa la unidimensionalità vs. multidimensionalità dello strumento; Cyr et al., 1985). METODO. Alla ricerca hanno partecipato quattro differenti gruppi di studenti universitari (appartenenti a Facoltà differenti), per un totale di 631 soggetti. A tutti i partecipanti sono stati somministrati due strumenti, il questionario SCL-90-R, e un questionario differente per ciascun gruppo. Al primo gruppo (studenti di Psicologia del Secondo Anno di corso) è stato somministrato il Questionario D (Sanavio et al., 1997), per rilevare la presenza di manifestazioni depressive. Al secondo gruppo (studenti del quarto anno di Psicologia) è stata somministrata la versione italiana dello State-Trait Anxiety Inventory, Forma Y (Spielberger, 1989), per la valutazione dell’ansia di stato e ansia di tratto. Al terzo gruppo (studenti di Biologia) è stato somministrato il Questionario Psicofisiologico, Forma Ridotta (QPF-R; Sanavio et al., 1997), per la valutazione della presenza di reazioni e disturbi psicofisiologici. Al quarto gruppo (studenti di Lettere e Filosofia) è stato somministrato il Maudsley Obsessive-Compulsive Questionnaire, nella versione tradotta, adattata e ridotta da parte del CBA Team (Sanavio et al., 1997), per la valutazione delle ossessioni e compulsioni. Per verificare le ipotesi sono state utilizzate diverse metodologie di verifica statistica: correlazioni bivariate di Pearsons (per la correlazione fra misure e scale differenti), analisi della varianza e t-test (per le differenze nella media dei punteggi di sottogruppi diversi), alfa di Cronbach (per il calcolo della consistenza interna delle scale), analisi fattoriali esplorative (metodo delle componenti principali con rotazione varimax) e analisi fattoriali confermative (metodo della massima verosimiglianza). RISULTATI. I risultati della ricerca hanno evidenziato aspetti positivi e negativi circa le caratteristiche psicometriche della SCL-90-R. Per quanto concerne l’affidabilità, tutte le scale hanno mostrato una consistenza interna elevata, superiore a .70. Riguardo alla validità convergente e discriminante di quattro scale dello strumento, verificata con un approccio Multitratto-Multimetodo (MTMM), i risultati sono contrastanti. La scala di Somatizzazione (SOM), infatti, presenta una buona validità convergente e adeguata validità discriminante. La scala di Ossessività-Compulsività (O-C), invece, non sembra trovare conferme né per la validità convergente, né per quella discriminante. Le scale di Depressione e di Ansia, infine, trovano conferme riguardo alla validità convergente, ma non riguardo alla validità discriminante. Per quanto concerne la validità fattoriale, l’Analisi Fattoriale Esplorativa, condotta richiedendo l’estrazione di nove fattori, sembra riprodurre solo marginalmente la struttura teorica del test ideata dagli autori. Analogamente, le Analisi Fattoriali Confermative (CFA) sembrano sollevare interrogativi sulla validità fattoriale del test, o perlomeno su una parte delle scale. Gli indici statistici della CFA, infatti, sembrano indicare che solo in tre scale il modello teorico possiede un buon adattamento ai dati (Ideazione Paranoide, di Ansia Fobica e di Ostilità) Parallelemente, i risultati, in particolare l’Analisi Fattoriale Esplorativa, non sembrano evidenziare conferme riguardo la multidimensionalità dello strumento. Diversi elementi, infatti, fanno propendere l’interpretazione verso l’ipotesi di unidimensionalità (Cyr et al., 1985). CONCLUSIONI. I risultati della ricerca sembrano evidenziare alcuni pregi ma anche diversi limiti psicometrici della SCL-90-R e suggeriscono che lo strumento tenderebbe a fornire una misura complessiva del disagio psicologico del soggetto, più che misurare vere e proprie dimensioni psicopatologiche distinte (Cyr et al., 1985).
2005
the Congresso Nazionale AIP. Sezione di Psicologia Clinica
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