Il lavoro si propone di ricostruire alcuni profili della disciplina degli «atti di destinazione», istituto recentemente introdotto con una disposizione dal contenuto vago e in una equivoca sedes materiae (art. 2645 ter c.c., inserito nel contesto della disciplina della trascrizione). L’autrice si sofferma in particolare sulle principali macro-questioni sollevate dall’art. 2645 ter c.c., chiedendosi se il legislatore abbia inteso introdurre nell’ordinamento il «negozio di destinazione» o solo un effetto di destinazione; se il vaglio di meritevolezza degli interessi perseguiti - imposto dalla lettera della disposizione - coincida o meno con quello tradizionalmente richiesto dall’art. 1322 c.c.; e, infine, quali siano i peculiari effetti della trascrizione dell’atto di destinazione.
L'interprete e le sabbie mobili dell'art. 2645 ter cod. civ.: qualche riflessione a margine di una prima (non) applicazione giurisprudenziale.
CINQUE, MADDALENA
2007
Abstract
Il lavoro si propone di ricostruire alcuni profili della disciplina degli «atti di destinazione», istituto recentemente introdotto con una disposizione dal contenuto vago e in una equivoca sedes materiae (art. 2645 ter c.c., inserito nel contesto della disciplina della trascrizione). L’autrice si sofferma in particolare sulle principali macro-questioni sollevate dall’art. 2645 ter c.c., chiedendosi se il legislatore abbia inteso introdurre nell’ordinamento il «negozio di destinazione» o solo un effetto di destinazione; se il vaglio di meritevolezza degli interessi perseguiti - imposto dalla lettera della disposizione - coincida o meno con quello tradizionalmente richiesto dall’art. 1322 c.c.; e, infine, quali siano i peculiari effetti della trascrizione dell’atto di destinazione.Pubblicazioni consigliate
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