Nel corso del biennio 2005-2006 si è assistito all’introduzione di due specie parassitarie che non risultavano fino ad allora descritte sul territorio nazionale, Triaenophorus crassus (Cestoda: Triaenophoridae) e Cystidicola farionis (Nematoda: Cystidicolidae) in popolazioni di salmonidi presenti nelle acque pubbliche dell’Alto-Adige. Per quanto riguarda T. crassus, dopo che la sua presenza era stata segnalata nel 2005 in coregoni (Coregonus spp.) di un lago della provincia di Bolzano, successive indagini parassitologiche hanno permesso di individuarne la presenza in tutti gli ospiti coinvolti nel suo ciclo biologico: Esox lucius quale ospite definitivo, alcune specie di salmonidi (coregoni e Salmo trutta m. fario) come secondi ospiti intermedi e crostacei copepodi quali primi ospiti intermedi, indicando una stabile colonizzazione del parassita nell’ecosistema in studio. In riferimento al nematode C. farionis, rinvenuto per la prima volta nel 2006 da un pescatore non professionista in trote iridee (Oncorhynchus mykiss) pescate in un corso d’acqua in prossimità di Merano (BZ), indagini parassitologiche hanno permesso di individuare questo parassita, fino ad allora descritto solo in Europa settentrionale, Asia e Nord America, in diverse specie ittiche nostrane. In particolare, prevalenze elevate (80,8%) con intensità d’infestazione fino a 100 parassiti/ospite sono state osservate nella trota iridea, mentre la trota fario (S. trutta m. fario) e la trota marmorata (S. trutta m. marmoratus) sono risultate positive con valori di prevalenza ed intensità d’infestazione nettamente inferiori. Sono tuttora in corso le ricerche sugli ospiti intermedi, rappresentati da crostacei anfipodi, per valutare la possibilità che il ciclo biologico si sia già instaurato con successo negli ambienti acquatici in studio. Le osservazioni istopatologiche condotte in coregoni parassitati da T. crassus e trote iridee infestate da C. farionis hanno permesso di rilevare evidenti alterazioni patologiche a carico, rispettivamente, di tessuto muscolare e vescica natatoria, soprattutto in correlazione ad elevate intensità di infestazione. Va poi evidenziato come, oltre all’effetto patogeno diretto sull’ospite, questi parassiti possano influenzare negativamente le dinamiche di popolazione in natura e, soprattutto nel caso di T. crassus, causare un notevole deprezzamento del valore commerciale del prodotto ittico, fino alla sua esclusione dal mercato. Il rinvenimento di queste due nuove parassitosi a carico di popolazioni di salmonidi presenti in sistemi idrici nazionali pone in evidenza la necessità di associare una corretta analisi parassitologica agli esami sanitari già prescritti dalla normativa vigente per le attività di semina in acque pubbliche, onde evitare l’introduzione di patogeni parassitari difficilmente eradicabili qualora si dovesse verificare la loro stabile colonizzazione nell’ecosistema acquatico, come già dimostrato per T. crassus. Resta inoltre di fondamentale importanza la sensibilizzazione ed il coinvolgimento delle associazioni di pesca sportiva, in quanto dai dati in nostro possesso la causa più probabile dell’introduzione di queste due specie parassitarie sarebbe da riferire ad attività di ripopolamento non autorizzate con pesci infestati provenienti dall'estero
Rischi sanitari legati al ripolamento delle acque interne: Triaenoforosi e Cistidicolosi
QUAGLIO, FRANCESCO;
2007
Abstract
Nel corso del biennio 2005-2006 si è assistito all’introduzione di due specie parassitarie che non risultavano fino ad allora descritte sul territorio nazionale, Triaenophorus crassus (Cestoda: Triaenophoridae) e Cystidicola farionis (Nematoda: Cystidicolidae) in popolazioni di salmonidi presenti nelle acque pubbliche dell’Alto-Adige. Per quanto riguarda T. crassus, dopo che la sua presenza era stata segnalata nel 2005 in coregoni (Coregonus spp.) di un lago della provincia di Bolzano, successive indagini parassitologiche hanno permesso di individuarne la presenza in tutti gli ospiti coinvolti nel suo ciclo biologico: Esox lucius quale ospite definitivo, alcune specie di salmonidi (coregoni e Salmo trutta m. fario) come secondi ospiti intermedi e crostacei copepodi quali primi ospiti intermedi, indicando una stabile colonizzazione del parassita nell’ecosistema in studio. In riferimento al nematode C. farionis, rinvenuto per la prima volta nel 2006 da un pescatore non professionista in trote iridee (Oncorhynchus mykiss) pescate in un corso d’acqua in prossimità di Merano (BZ), indagini parassitologiche hanno permesso di individuare questo parassita, fino ad allora descritto solo in Europa settentrionale, Asia e Nord America, in diverse specie ittiche nostrane. In particolare, prevalenze elevate (80,8%) con intensità d’infestazione fino a 100 parassiti/ospite sono state osservate nella trota iridea, mentre la trota fario (S. trutta m. fario) e la trota marmorata (S. trutta m. marmoratus) sono risultate positive con valori di prevalenza ed intensità d’infestazione nettamente inferiori. Sono tuttora in corso le ricerche sugli ospiti intermedi, rappresentati da crostacei anfipodi, per valutare la possibilità che il ciclo biologico si sia già instaurato con successo negli ambienti acquatici in studio. Le osservazioni istopatologiche condotte in coregoni parassitati da T. crassus e trote iridee infestate da C. farionis hanno permesso di rilevare evidenti alterazioni patologiche a carico, rispettivamente, di tessuto muscolare e vescica natatoria, soprattutto in correlazione ad elevate intensità di infestazione. Va poi evidenziato come, oltre all’effetto patogeno diretto sull’ospite, questi parassiti possano influenzare negativamente le dinamiche di popolazione in natura e, soprattutto nel caso di T. crassus, causare un notevole deprezzamento del valore commerciale del prodotto ittico, fino alla sua esclusione dal mercato. Il rinvenimento di queste due nuove parassitosi a carico di popolazioni di salmonidi presenti in sistemi idrici nazionali pone in evidenza la necessità di associare una corretta analisi parassitologica agli esami sanitari già prescritti dalla normativa vigente per le attività di semina in acque pubbliche, onde evitare l’introduzione di patogeni parassitari difficilmente eradicabili qualora si dovesse verificare la loro stabile colonizzazione nell’ecosistema acquatico, come già dimostrato per T. crassus. Resta inoltre di fondamentale importanza la sensibilizzazione ed il coinvolgimento delle associazioni di pesca sportiva, in quanto dai dati in nostro possesso la causa più probabile dell’introduzione di queste due specie parassitarie sarebbe da riferire ad attività di ripopolamento non autorizzate con pesci infestati provenienti dall'esteroPubblicazioni consigliate
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