La circostanza per cui, in generale, la presenza femminile tanto fra gli scriventi, professionisti o meno, quanto fra i fruitori tout court della scrittura diventa più cospicua ed evidente solo nel pieno medioevo e, più nello specifico, la quasi totale assenza dell’autografia femminile nelle sottoscrizioni documentali nell’altomedioevo sono fatti ben noti. Peraltro, nel microcosmo delle donne si riflette perfettamente quanto si ritrova nel macrocosmo degli uomini, e dunque l’innegabile contrazione della diffusione sociale e della funzione sociale della scrittura nell’alto medioevo. Le donne che lasciano delle tracce grafiche sono naturalmente quelle che delle azioni giuridiche sono autrici o partecipanti, che dunque agiscono e intervengono nei documenti. Solo che questa loro partecipazione raramente si riflette recta via in una esibizione di capacità grafica. La presenza grafica femminile si afferma secondo una gradatio assai chiara. In moltissimi casi essa non si concretizza nelle sottoscrizioni: di norma, infatti, la donna non interviene di proprio pugno, e assai spesso nelle sottoscrizioni non viene neppure inclusa, né tantomeno menzionata, fra gli attori o fra i testimoni. Quando invece ci sono, le tracce grafiche delle donne si ritrovano nella parte finale del documento, in cui tutti gli intervenientes manifestano tangibilmente la loro presenza. Questo avviene secondo due modalità possibili. La sottoscrizione autografa e soggettiva, data da un segno di croce, cui segue una formula in prima persona, e la cosiddetta ‘manufirmatio’, una sottoscrizione oggettiva, rappresentata dalla formula ‘signum manus’, scritta dal notaio, accompagnata da una croce, cui fa seguito il nome della persona. Fra tutti i casi esaminati di donne che si sottoscrivono soggettivamente la maggioranza pressoché assoluta è rappresentata - come è ovvio attendersi - da religiose.
Donne che non lasciano traccia. Presenze e mani femminili nel documento altomedievale
GIOVE', NICOLETTA
2007
Abstract
La circostanza per cui, in generale, la presenza femminile tanto fra gli scriventi, professionisti o meno, quanto fra i fruitori tout court della scrittura diventa più cospicua ed evidente solo nel pieno medioevo e, più nello specifico, la quasi totale assenza dell’autografia femminile nelle sottoscrizioni documentali nell’altomedioevo sono fatti ben noti. Peraltro, nel microcosmo delle donne si riflette perfettamente quanto si ritrova nel macrocosmo degli uomini, e dunque l’innegabile contrazione della diffusione sociale e della funzione sociale della scrittura nell’alto medioevo. Le donne che lasciano delle tracce grafiche sono naturalmente quelle che delle azioni giuridiche sono autrici o partecipanti, che dunque agiscono e intervengono nei documenti. Solo che questa loro partecipazione raramente si riflette recta via in una esibizione di capacità grafica. La presenza grafica femminile si afferma secondo una gradatio assai chiara. In moltissimi casi essa non si concretizza nelle sottoscrizioni: di norma, infatti, la donna non interviene di proprio pugno, e assai spesso nelle sottoscrizioni non viene neppure inclusa, né tantomeno menzionata, fra gli attori o fra i testimoni. Quando invece ci sono, le tracce grafiche delle donne si ritrovano nella parte finale del documento, in cui tutti gli intervenientes manifestano tangibilmente la loro presenza. Questo avviene secondo due modalità possibili. La sottoscrizione autografa e soggettiva, data da un segno di croce, cui segue una formula in prima persona, e la cosiddetta ‘manufirmatio’, una sottoscrizione oggettiva, rappresentata dalla formula ‘signum manus’, scritta dal notaio, accompagnata da una croce, cui fa seguito il nome della persona. Fra tutti i casi esaminati di donne che si sottoscrivono soggettivamente la maggioranza pressoché assoluta è rappresentata - come è ovvio attendersi - da religiose.Pubblicazioni consigliate
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