INTRODUZIONE. Diversi studi hanno evidenziato come alcune caratteristiche psicologiche dei genitori possono influire sul decorso del bambino, dal punto di vista psicologico e comportamentale, in seguito ad ospedalizzazione. Elevati livelli di ansia, così come la presenza di aspetti disforici e depressivi nei genitori, in particolare nella madre, sembrano avere un effetto negativo sul comportamento del bambino dopo il ricovero, con un maggiore aumento di reazioni e comportamenti negativi, disadattivi o di regressione (Baki et al., 2004, Rae, 1981). A loro volta, tali reazioni comportamentali negative sono risultate essere una fonte importante di stress e di preoccupazione per i genitori (Knafl et al., 1988). Melnyk (2000) ha ipotizzato che ansia e sintomi depressivi dei genitori abbiano un effetto negativo sul comportamento del bambino, poiché ridurrebbero le capacità di coping dell’adulto, così come la sua partecipazione efficace alle cure durante la permanenza del bambino in ospedale; per contro, il disporre di informazioni adeguate circa le possibili reazioni comportamentali del piccolo, fornite nell’ambito di un intervento formativo, tenderebbe a ridurre tali esiti negativi (Melnyk et al., 1997). Lo scopo di questo lavoro era quello di verificare la relazione fra ansia della madre, depressione materna, conoscenze della madre circa gli effetti che l’ospedalizzazione determina sul bambino, partecipazione del genitore alle cure del bambino in ospedale e esito sul bambino, a livello comportamentale, dell’ospedalizzazione stessa. METODO. Alla ricerca hanno partecipato 42 madri e i loro bambini (età media = 3,9 anni), ricoverati in due ospedali per condizioni mediche acute non gravi (durata media del ricovero = 3 giorni). Ai partecipanti sono stati somministrati i seguenti strumenti: (1) lo State-Trait Anxiety Inventory (STAY-Y), per la valutazione dell’ansia di stato e di tratto della madre; (2) il Questionario di Depressione (QD), per la valutazione delle manifestazioni depressive e disforiche; (3) la Scala della Conoscenza materna sulle reazioni del bambino ospedalizzato, in particolare circa i comportamenti attesi nel bambino dopo il ricovero; (4) l’Index of Parent Partecipation/Hospitalized Child (IPP; Melnyk, 1994) per valutare la partecipazione del genitore alla cura del bambino; (5) il Post-Hospital Behavior Questionnaire (PBQ; Vernon et al., 1966), per la valutazione del cambiamento comportamentale del bambino dopo l’ospedalizzazione. RISULTATI. I risultati, in linea con le attese, indicano una relazione fra ansia di tratto, depressione e grado di informazione delle madre e reazioni del bambino all’ospedalizzazione. L’ansia di tratto della madre è risultato il predittore migliore del cambiamento comportamentale del bambino dopo il ricovero. I cambiamenti comportamentali del bambino, inoltre, sono risultati in relazione positiva con la durata del ricovero: più lunga è la degenza, maggiori sono le reazioni manifestate dal piccolo. Diversamente dalle attese, il grado di partecipazione del genitore alle cure durante il ricovero non ha mostrato di influenzare le reazioni del bambino.

Reazioni comportamentali del bambino all'ospedalizzazione: fattori di influenza relativi alla madre

CALVO, VINCENZO;
2007

Abstract

INTRODUZIONE. Diversi studi hanno evidenziato come alcune caratteristiche psicologiche dei genitori possono influire sul decorso del bambino, dal punto di vista psicologico e comportamentale, in seguito ad ospedalizzazione. Elevati livelli di ansia, così come la presenza di aspetti disforici e depressivi nei genitori, in particolare nella madre, sembrano avere un effetto negativo sul comportamento del bambino dopo il ricovero, con un maggiore aumento di reazioni e comportamenti negativi, disadattivi o di regressione (Baki et al., 2004, Rae, 1981). A loro volta, tali reazioni comportamentali negative sono risultate essere una fonte importante di stress e di preoccupazione per i genitori (Knafl et al., 1988). Melnyk (2000) ha ipotizzato che ansia e sintomi depressivi dei genitori abbiano un effetto negativo sul comportamento del bambino, poiché ridurrebbero le capacità di coping dell’adulto, così come la sua partecipazione efficace alle cure durante la permanenza del bambino in ospedale; per contro, il disporre di informazioni adeguate circa le possibili reazioni comportamentali del piccolo, fornite nell’ambito di un intervento formativo, tenderebbe a ridurre tali esiti negativi (Melnyk et al., 1997). Lo scopo di questo lavoro era quello di verificare la relazione fra ansia della madre, depressione materna, conoscenze della madre circa gli effetti che l’ospedalizzazione determina sul bambino, partecipazione del genitore alle cure del bambino in ospedale e esito sul bambino, a livello comportamentale, dell’ospedalizzazione stessa. METODO. Alla ricerca hanno partecipato 42 madri e i loro bambini (età media = 3,9 anni), ricoverati in due ospedali per condizioni mediche acute non gravi (durata media del ricovero = 3 giorni). Ai partecipanti sono stati somministrati i seguenti strumenti: (1) lo State-Trait Anxiety Inventory (STAY-Y), per la valutazione dell’ansia di stato e di tratto della madre; (2) il Questionario di Depressione (QD), per la valutazione delle manifestazioni depressive e disforiche; (3) la Scala della Conoscenza materna sulle reazioni del bambino ospedalizzato, in particolare circa i comportamenti attesi nel bambino dopo il ricovero; (4) l’Index of Parent Partecipation/Hospitalized Child (IPP; Melnyk, 1994) per valutare la partecipazione del genitore alla cura del bambino; (5) il Post-Hospital Behavior Questionnaire (PBQ; Vernon et al., 1966), per la valutazione del cambiamento comportamentale del bambino dopo l’ospedalizzazione. RISULTATI. I risultati, in linea con le attese, indicano una relazione fra ansia di tratto, depressione e grado di informazione delle madre e reazioni del bambino all’ospedalizzazione. L’ansia di tratto della madre è risultato il predittore migliore del cambiamento comportamentale del bambino dopo il ricovero. I cambiamenti comportamentali del bambino, inoltre, sono risultati in relazione positiva con la durata del ricovero: più lunga è la degenza, maggiori sono le reazioni manifestate dal piccolo. Diversamente dalle attese, il grado di partecipazione del genitore alle cure durante il ricovero non ha mostrato di influenzare le reazioni del bambino.
2007
IX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia Clinica e Dinamica dell’Associazione Italiana di
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/1779402
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
  • OpenAlex ND
social impact