Questo saggio studia le relazioni tra innovazione e formazione e approfondisce la relazione che esiste tra la propensione a compiere investimenti in innovazione e la propensione a progettare e gestire attività di formazione dei lavoratori. I dati che si citano sono tratti dalla ricerca ISFOL “La formazione continua nelle piccole e medie imprese. Comportamenti, atteggiamenti, ruolo del territorio” (2004), che ha coinvolto un campione rappresentativo delle imprese di dieci regioni italiane (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino - Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Abruzzo). La numerosità del campione è pari a 2.974 imprese, rappresentative di una popolazione di 93.667 piccole e medie imprese. Tra queste imprese, 75.210 hanno coinvolto almeno un dipendente in attività di formazione, addestramento o aggiornamento nel corso del 2003, mentre 76.126 imprese hanno realizzato almeno un’innovazione nel biennio 2002-2003. Il saggio è organizzato in quattro parti. La prima spiega le ragioni, teoriche ed empiriche, che rendono opportuno focalizzare l’attenzione sulle cosiddette innovazioni di routine, rispetto a quelle radicali. La seconda e la terza parte, invece, descrivono i risultati della ricerca con riferimento alle innovazioni realizzate e alle attività di formazione erogate. Nell’ultima parte, infine, si approfondisce la relazione tra queste variabili.
La formazione continua nelle piccole e medie imprese. Rapporto tra formazione e innovazione
GUBITTA, PAOLO
2007
Abstract
Questo saggio studia le relazioni tra innovazione e formazione e approfondisce la relazione che esiste tra la propensione a compiere investimenti in innovazione e la propensione a progettare e gestire attività di formazione dei lavoratori. I dati che si citano sono tratti dalla ricerca ISFOL “La formazione continua nelle piccole e medie imprese. Comportamenti, atteggiamenti, ruolo del territorio” (2004), che ha coinvolto un campione rappresentativo delle imprese di dieci regioni italiane (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino - Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Abruzzo). La numerosità del campione è pari a 2.974 imprese, rappresentative di una popolazione di 93.667 piccole e medie imprese. Tra queste imprese, 75.210 hanno coinvolto almeno un dipendente in attività di formazione, addestramento o aggiornamento nel corso del 2003, mentre 76.126 imprese hanno realizzato almeno un’innovazione nel biennio 2002-2003. Il saggio è organizzato in quattro parti. La prima spiega le ragioni, teoriche ed empiriche, che rendono opportuno focalizzare l’attenzione sulle cosiddette innovazioni di routine, rispetto a quelle radicali. La seconda e la terza parte, invece, descrivono i risultati della ricerca con riferimento alle innovazioni realizzate e alle attività di formazione erogate. Nell’ultima parte, infine, si approfondisce la relazione tra queste variabili.Pubblicazioni consigliate
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