Nel 1926 il poeta, pittore e critico letterario malaghegno José Moreno Villa, quarantenne da anni dedito allo studio e al lavoro in un isolamento quasi ascetico nella madrilena “Residencia de estudiantes”, di cui è vicedirettore, si innamora di una giovane statunitense in visita nella capitale spagnola. La giovane Florence, bionda, bella, elegante, istruita, vivace irrompe nella vita del poeta scuotendo la sua solitudine. L’incontro-scontro con una donna di cultura diversa si trasferisce dall’ambito vitale a quello letterario, soprattutto quando l’autore visiterà New York per conoscere i genitori della fidanzata. L’impatto con la grande città “judía y negociante” suscita nel poeta riflessioni sulla cultura e i costumi americani e anglosassoni contrapposti a quelli spagnoli e europei. L’autobiografia Vida en claro registra e analizza questo diffidente contatto tra mondi diversi. Dalla posizione - di cui in fondo è orgoglioso - conferitagli dalla sua cultura europea, Moreno Villa guarda con sorpresa, ammirazione ma anche con divertita bonarietà la mentalità americana. Dalle sue considerazioni nasce anche il libro Pruebas de Nueva York (1927), che contiene capitoli i cui titoli sono già di per sé indicativi dell'analisi e del confronto: “Inquietud frente a señorío”, “Herejías para nosotros”, “Civilización de emigrantes”, “Examen de apariencias”, “La niña violenta”. Quest'ultimo titolo è l'epiteto che Moreno Villa dà alla giovane newyorkese capricciosa, riflesso della stessa Florence, che nella finzione assumerà il nome di Jacinta. Il confronto si fa vero e proprio conflitto, nel momento in cui sottolinea le incolmabili differenze tra le due culture e tra i due fidanzati. Dalla (infelice) storia amorosa del poeta prenderà vita anche un libro di poesia, Jacinta la pelirroja (1929), che rivisita idealmente la vicenda con ironia e immagini audaci e vicine al surrealismo, e in cui alla definizione del contrasto contribuiscono anche gli elementi linguistici e lessicali. Se Pruebas de Nueva York prende spunto dall’impatto di un osservatore spagnolo con il mondo nordamericano, qui il punto d’osservazione è ribaltato e elementi tipici spagnoli sono descritti (conservando ironia e bonarietà) attraverso gli occhi della giovane newyorkese. Un incontro col Nuovo Mondo che prelude a quello – definitivo e diversissimo – del poeta con il Messico, sua patria di esule a partire dal 1937.
Poeta a New York. Vecchio e nuovo mondo in José Moreno Villa
CASSANI, ALESSIA
2006
Abstract
Nel 1926 il poeta, pittore e critico letterario malaghegno José Moreno Villa, quarantenne da anni dedito allo studio e al lavoro in un isolamento quasi ascetico nella madrilena “Residencia de estudiantes”, di cui è vicedirettore, si innamora di una giovane statunitense in visita nella capitale spagnola. La giovane Florence, bionda, bella, elegante, istruita, vivace irrompe nella vita del poeta scuotendo la sua solitudine. L’incontro-scontro con una donna di cultura diversa si trasferisce dall’ambito vitale a quello letterario, soprattutto quando l’autore visiterà New York per conoscere i genitori della fidanzata. L’impatto con la grande città “judía y negociante” suscita nel poeta riflessioni sulla cultura e i costumi americani e anglosassoni contrapposti a quelli spagnoli e europei. L’autobiografia Vida en claro registra e analizza questo diffidente contatto tra mondi diversi. Dalla posizione - di cui in fondo è orgoglioso - conferitagli dalla sua cultura europea, Moreno Villa guarda con sorpresa, ammirazione ma anche con divertita bonarietà la mentalità americana. Dalle sue considerazioni nasce anche il libro Pruebas de Nueva York (1927), che contiene capitoli i cui titoli sono già di per sé indicativi dell'analisi e del confronto: “Inquietud frente a señorío”, “Herejías para nosotros”, “Civilización de emigrantes”, “Examen de apariencias”, “La niña violenta”. Quest'ultimo titolo è l'epiteto che Moreno Villa dà alla giovane newyorkese capricciosa, riflesso della stessa Florence, che nella finzione assumerà il nome di Jacinta. Il confronto si fa vero e proprio conflitto, nel momento in cui sottolinea le incolmabili differenze tra le due culture e tra i due fidanzati. Dalla (infelice) storia amorosa del poeta prenderà vita anche un libro di poesia, Jacinta la pelirroja (1929), che rivisita idealmente la vicenda con ironia e immagini audaci e vicine al surrealismo, e in cui alla definizione del contrasto contribuiscono anche gli elementi linguistici e lessicali. Se Pruebas de Nueva York prende spunto dall’impatto di un osservatore spagnolo con il mondo nordamericano, qui il punto d’osservazione è ribaltato e elementi tipici spagnoli sono descritti (conservando ironia e bonarietà) attraverso gli occhi della giovane newyorkese. Un incontro col Nuovo Mondo che prelude a quello – definitivo e diversissimo – del poeta con il Messico, sua patria di esule a partire dal 1937.Pubblicazioni consigliate
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