Il saggio propone un approccio critico alle cosiddette organizzazioni a progetto (“Project Based Organizations” – PBO), valutando in particolare il ruolo di queste ultime nel settore degli spettacoli dal vivo. Le organizzazioni a progetto sono il risultato dell’interazione tra un insieme di tre componenti: una o più organizzazioni permanenti, un evento, una rete latente di performer. La letteratura esistente sulle performing arts si è prevalentemente focalizzata sugli aspetti meramente economici della produzione, riconducendo i problemi del settore al razionamento delle risorse finanziarie e alla irrinunciabilità del supporto pubblico per l’organizzazione degli eventi artistici. Scarsa enfasi è stata posta sulla comprensione delle dinamiche che sottendono la realizzazione delle performance, soprattutto per quanto concerne la gestione delle risorse umane (il loro reclutamento, la tipologia di contratti di lavoro, i meccanismi di autoselezione e di collaborazione ripetuta basata su fattori reputazionali…). Il lavoro si propone di colmare tale lack informativo, attraverso uno studio approfondito condotto sulla base di dati secondari di particolare interesse. Attraverso l’analisi statistica di alcuni dati originali ed esclusivi, di proprietà ENPALS, si sono evidenziate le principali caratteristiche dell’organizzazione di eventi musicali promossi da imprese/associazioni operanti nel Veneto nell’arco del 2003. In particolare si è testata l’esistenza di reti latenti di artisti, sostenute da meccanismi reputazionali, quale componente fondamentale di un’organizzazione a progetto in campo musicale. Se ne deriva che il management delle organizzazioni artistico-culturali dovrebbe porsi l’obiettivo di migliorare la propria base conoscitiva riguardo alle risorse a disposizione, ed, in particolare, alle dinamiche relazionali tra le varie componenti costituenti un evento-spettacolo. Una possibile linea strategica, suggerita dalle analisi effettuate, è composta da tre imperativi: 1) beneficiare di strutture organizzative spontanee pre-esistenti, quali le reti latenti; 2) favorire il perpetuarsi di catene di collaborazione ripetuta, minimizzando così i costi di transazione e i tempi di realizzazione degli spettacoli; 3) condividere le risorse umane tra più organizzazioni permanenti, dimezzando l’investimento in capitale umano e i rischi ad esso connessi.
Il management degli spettacoli dal vivo
SEDITA, SILVIA RITA
2007
Abstract
Il saggio propone un approccio critico alle cosiddette organizzazioni a progetto (“Project Based Organizations” – PBO), valutando in particolare il ruolo di queste ultime nel settore degli spettacoli dal vivo. Le organizzazioni a progetto sono il risultato dell’interazione tra un insieme di tre componenti: una o più organizzazioni permanenti, un evento, una rete latente di performer. La letteratura esistente sulle performing arts si è prevalentemente focalizzata sugli aspetti meramente economici della produzione, riconducendo i problemi del settore al razionamento delle risorse finanziarie e alla irrinunciabilità del supporto pubblico per l’organizzazione degli eventi artistici. Scarsa enfasi è stata posta sulla comprensione delle dinamiche che sottendono la realizzazione delle performance, soprattutto per quanto concerne la gestione delle risorse umane (il loro reclutamento, la tipologia di contratti di lavoro, i meccanismi di autoselezione e di collaborazione ripetuta basata su fattori reputazionali…). Il lavoro si propone di colmare tale lack informativo, attraverso uno studio approfondito condotto sulla base di dati secondari di particolare interesse. Attraverso l’analisi statistica di alcuni dati originali ed esclusivi, di proprietà ENPALS, si sono evidenziate le principali caratteristiche dell’organizzazione di eventi musicali promossi da imprese/associazioni operanti nel Veneto nell’arco del 2003. In particolare si è testata l’esistenza di reti latenti di artisti, sostenute da meccanismi reputazionali, quale componente fondamentale di un’organizzazione a progetto in campo musicale. Se ne deriva che il management delle organizzazioni artistico-culturali dovrebbe porsi l’obiettivo di migliorare la propria base conoscitiva riguardo alle risorse a disposizione, ed, in particolare, alle dinamiche relazionali tra le varie componenti costituenti un evento-spettacolo. Una possibile linea strategica, suggerita dalle analisi effettuate, è composta da tre imperativi: 1) beneficiare di strutture organizzative spontanee pre-esistenti, quali le reti latenti; 2) favorire il perpetuarsi di catene di collaborazione ripetuta, minimizzando così i costi di transazione e i tempi di realizzazione degli spettacoli; 3) condividere le risorse umane tra più organizzazioni permanenti, dimezzando l’investimento in capitale umano e i rischi ad esso connessi.Pubblicazioni consigliate
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