Amministrazione di sostegno, cura personae e consenso al trattamento medico

La nota commenta criticamente il principio stabilito dalla sentenza secondo il quale l’amministrazione di sostegno non può essere attivata in favore della persona che non conservi un sia pur minimo grado di capacità ed autonomia. Pur condividendo appieno le ragioni garantistiche sottese alla decisione, non ne condivide la tesi secondo cui all’amministratore di sostegno non può essere conferito il potere di prestare il consenso informato al trattamento medico in luogo del beneficiario incapace di prestarlo, dovendosi in tale ipotesi attivare necessariamente l’interdizione. L’assenza nella disciplina dell’amministrazione di sostegno di disposizioni specifiche analoghe a quelle affidate, in tema di tutela, agli artt. 357, 358 e 371 c.c. non determina un limite strutturale del nuovo istituto sul versante della cura della persona del beneficiario tale da escluderne l’operatività rispetto al consenso all’atto medico ed alla collocazione protratta del disabile in strutture protette.