Ha ancora senso oggi parlare di Costruzioni in analisi? Il nostro lavoro prende le mosse dal saggio di Freud del 1937 “Costruzioni nell’analisi”, tentando di riportare all’attenzione numerosi problemi, tutt’ora aperti: quale valore per queste costruzioni? Possiamo ancora contrapporre reale e oggettivo o soggettivo e fantastico? Quali o quale verità inseguono le costruzioni? Che possibilità hanno di recuperare il passato? Quale posto occupano oggi nell’operare analitico? In mezzo a contrastanti polemiche sul ruolo e sulle possibilità che la psicoanalisi ha di “costruire e ricostruire”, tra l’inadeguatezza scientifica e metodologica e l’esperienza artistica ed estetica, si cercherà di coniugare gli ultimi sviluppi della teoria classica, lascito freudiano, con il vivace dibattito odierno. L’era post-freudiana ha visto l’affermarsi degli studi relazionali, l’espandersi della clinica a molteplici patologie, il fiorire dell’osservazione in ambito evolutivo. Il panorama moderno, così intensamente variegato, è il frutto di un’ampia gamma, a volte frammentata, di gruppi e indirizzi e relativizzazione teorica. Questo pluralismo abbraccia la filosofia, l’arte, la letteratura e certo anche la psicoanalisi. Con l’aumentare dei punti di vista e con l’attenzione alla clinica ci sembra necessario un lavoro di riflessione epistemologica, un punto di “repere” extraclinico, che si ponga non certo come modello assolutizzante, ma quantomeno come base fruttifera di un dialogo e di un ascolto produttivo
Il valore moderno delle costruzioni
NICOLINI, CHIARA
2007
Abstract
Ha ancora senso oggi parlare di Costruzioni in analisi? Il nostro lavoro prende le mosse dal saggio di Freud del 1937 “Costruzioni nell’analisi”, tentando di riportare all’attenzione numerosi problemi, tutt’ora aperti: quale valore per queste costruzioni? Possiamo ancora contrapporre reale e oggettivo o soggettivo e fantastico? Quali o quale verità inseguono le costruzioni? Che possibilità hanno di recuperare il passato? Quale posto occupano oggi nell’operare analitico? In mezzo a contrastanti polemiche sul ruolo e sulle possibilità che la psicoanalisi ha di “costruire e ricostruire”, tra l’inadeguatezza scientifica e metodologica e l’esperienza artistica ed estetica, si cercherà di coniugare gli ultimi sviluppi della teoria classica, lascito freudiano, con il vivace dibattito odierno. L’era post-freudiana ha visto l’affermarsi degli studi relazionali, l’espandersi della clinica a molteplici patologie, il fiorire dell’osservazione in ambito evolutivo. Il panorama moderno, così intensamente variegato, è il frutto di un’ampia gamma, a volte frammentata, di gruppi e indirizzi e relativizzazione teorica. Questo pluralismo abbraccia la filosofia, l’arte, la letteratura e certo anche la psicoanalisi. Con l’aumentare dei punti di vista e con l’attenzione alla clinica ci sembra necessario un lavoro di riflessione epistemologica, un punto di “repere” extraclinico, che si ponga non certo come modello assolutizzante, ma quantomeno come base fruttifera di un dialogo e di un ascolto produttivoPubblicazioni consigliate
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