La guerra con Venezia del 1404-1405 rappresentò un momento cruciale nella storia di Padova. Essa segnò infatti la fine definitiva dell’autonomia patavina e il passaggio della città e del suo territorio sotto il diretto controllo di Venezia. L’assedio finale, narratoci nella Cronaca di Bartolomeo Gatari, durò quasi cinque mesi e sottopose Padova ad una prova molto severa: sovraffollamento di uomini e animali entro le muta urbane, carenza di viveri, precarie condizioni igienico-sanitarie, epidemia di peste. In questa situazione il rapporto tra l’ultimo signore della città, Francesco Novello da Carrara, e i cives padovani andò progressivamente logorandosi: l’emergenza indusse infine una divaricazione nella visuale politica dell’uno e degli altri, anche se, al momento della resa, la collettività cittadina tentò, inutilmente, di intercedere a favore dei signori sconfitti. Dalla catastrofe Padova uscì con una nuova consapevolezza di sé: mentre le sue tradizioni civiche e l’ordinamento sociale apparivano ben sedimentati, la sua capacità di espressione politica e militare, di cui si erano fatti interpreti per quasi un secolo i signori da Carrara, aveva rivelato limiti insuperabili di fronte alle risorse messe in campo da Venezia.
L'assedio di Padova del 1405
CANZIAN, DARIO
2007
Abstract
La guerra con Venezia del 1404-1405 rappresentò un momento cruciale nella storia di Padova. Essa segnò infatti la fine definitiva dell’autonomia patavina e il passaggio della città e del suo territorio sotto il diretto controllo di Venezia. L’assedio finale, narratoci nella Cronaca di Bartolomeo Gatari, durò quasi cinque mesi e sottopose Padova ad una prova molto severa: sovraffollamento di uomini e animali entro le muta urbane, carenza di viveri, precarie condizioni igienico-sanitarie, epidemia di peste. In questa situazione il rapporto tra l’ultimo signore della città, Francesco Novello da Carrara, e i cives padovani andò progressivamente logorandosi: l’emergenza indusse infine una divaricazione nella visuale politica dell’uno e degli altri, anche se, al momento della resa, la collettività cittadina tentò, inutilmente, di intercedere a favore dei signori sconfitti. Dalla catastrofe Padova uscì con una nuova consapevolezza di sé: mentre le sue tradizioni civiche e l’ordinamento sociale apparivano ben sedimentati, la sua capacità di espressione politica e militare, di cui si erano fatti interpreti per quasi un secolo i signori da Carrara, aveva rivelato limiti insuperabili di fronte alle risorse messe in campo da Venezia.File | Dimensione | Formato | |
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